diff --git "a/resources/philosophy/La Divina Commedia - Dante Alighieri.txt" "b/resources/philosophy/La Divina Commedia - Dante Alighieri.txt" new file mode 100644--- /dev/null +++ "b/resources/philosophy/La Divina Commedia - Dante Alighieri.txt" @@ -0,0 +1,14983 @@ +:oo + +cn + +"cn + + +•CX) + + +co + + +^^^1 + +1 + +11 + +yRl + +sili + + +\>^'y^ + + +LI + +D192dR +1921 + +Roba + + +)) \ V' + + +,0 + +V /t + +|\ + +1 +ti + +: \ + +'JL _ + + +MCCCXXI + + +IXXMQM + + +EQCDDDM + + +Digitized by the Internet Archive + +in 2011 with funding from + +University of Toronto + + +http://www.archive.org/details/ladivinacomme01dant + + +Datile, di Giotto. - (Firenze, Palazzo del Podestà). + + +DANTE ALIG MIRRI + + +LA + + +DIVINA COMMEDIA + + +ILLUSTRATA NEI LUOGHI E NELLE PERSONE + + +A CURA DI + + +CORRADO RICCI + + +Con 700 incisioni e 170 tavole fuori testo + + +ULRICO HOEPLI + +MILANO + + +Edizione Numerata di Mille Esemplari +Esemplare N. 9X3 + + +PROPRIETÀ ARTISTICA + + +TIPOGRAFIA SOCIALE DI CARLO SIRONI - MILANO. Via G. Mameli. 15 + + +lidllislfiiì (li linii/f, in cui III l);il li/,/;iln l);iiilc. +l'roiiU' ili un iMssoiir (I II 7-1 US) di'l Miisi'o .\a/ii)ii;ilc ili l'ircn/c, + + +PREFAZIONE + + +Il primo che ebbe il pensiero d' illustrare la divina Commedia con le +" immagini grafiche degli svariati oggetti che diedero motivo alle piti alte +ispirazioni deW Alighieri " fu George John Warren Lord Vernon intorno +al 1840. L opera sua però, non spinta oltre /'Inferno e limitata alla ripro- +duzione di alcune cose soltanto, rimase ben lontana dal corrispondere alle +intenzioni dell editore e aW aspettazione dei cultori di Dante: ciò che rico- +nobbe anche Giacomo Filippo Lacaita quando, nel 1865, stampò in Londra +/'album vernoniano. + +Nel 1887 Filippo Mariotti, allora Sottosegretario di Stato al Ministero +dell' Istruzione, ' riprese il disegno del nobil signore inglese e attese con amo- +rosa cura a raccogliere fotografie e disegni nelle varie Provincie del Regno ". +Ma poi, vista la gravezza deli impresa, consegnò quel che aveva faticosa- +mente messo insieme alla Società Dantesca Italiana, purché continuasse la +raccolta e la compiesse; e la Società dichiarò: ' Appena si siano costituiti +i Comitati nelle Provincie che ancora ne sono prive, e sappia quali aiuti potrà +avere dal Regio Ministero proseguirà il lavoro che giudica utile per molti +rispetti. Intanto pubblica, quale fu comunicato dallo stesso Ministero, Velenco +contenente l'indicazione sì delle illustrazioni raccolte, sì anche di quelle desi- +derate, riservandosi di aggiungere a suo tempo l'indicazione di altri luoghi +ed oggetti di cui pur sarebbe bene avere una riproduzione grafica '. + + +VI + + +PREFAZIONE + + +Da quclVclcnco risultava che le fotografie raccolte, veramente utili per +un' illustrazione storico-topoi^rafica della divina Commedia, non superavano +la quarantina, numero infinitamente minore a quello delle fotografie e dei +disegni già allora da me riuniti, come, del resto, ben sapeva lo stesso Mariotti +che pili volte mi aveva fatto pregare di cederli. + +Ma oramai la pubblicazione di una " divina Commedia illustrata nei +luoghi e nelle persone " da me proposta ad Ulrico Hoepli era stata accettata, + +e conveniva mettersi aW opera. Uscitane +la prima dispensa nell'agosto del 1896 +Fopera fu compiuta nel dicembre del se- +guente anno. + +Nel frattempo apparvero i primi + +fascicoli della ' Divina Commedia con + +^^^ ^^m commenti secondo la scolastica " del + +PJ^Jf ^^^ ^^M ^^ P. Gioacchino Berthier, illustrata da + +" monumenti archeologici ". Egli ripro- +duceva, in sostanza, le figure del Vernon, +quelle del mio " Ultim.o rifugio di Dante " +e alcune pure del mio Dante illustrato, +man mano che usciva in fascicoli, ag- +giungendo altre riproduzioni di vedute e +di ritratti, alcune relativamente recenti e +senza importanza, ed altre invece non +prive d interesse, spesso, però, con indi- +cazioni errate. Designava, infatti, come +panorama di Pistoia quello di Ravenna; +come di Forlì, quello di Mantova; come +di Faenza, quello di Forlì; riproduceva +come casa nativa di Francesca in Ra- +venna e come dimora di G lanciotto Malatesta in Pesaro due edifici del +Rinascimento ! + +E il mio Dante illustrato uscito allora ? + +Esso incontrò il favore del pubblico così che la costosa {allora parve ben +tale!) edizione presto si esaurì; ed anche, in genere, incontrò il favore della +critica {Giosuè Carducci nelle note a " La Chiesa di Polenta " lo proclamò +bellissimo). Ma non mancò chi temperasse la lode con osservazioni e censure +che, naturalmente, m'indussero alla difesa del mio lavoro. + + +Firenze, casa di Dalile. + + +e + + +e + + +C +Si + + +o + + +'C O + +e: So + +.-ri o + +'ir o + + +C3 + +^ + +C + +V + +?i + +o + +5 + +co + +c; + +T^ + +o + +o + +x + +re + +3 + +a + +■•CD + +OI + +PRRIA/.IONi: VII + + +Però io sciidvo (e /.)/// (/ oijiii (liho) die esse erano /xt la miiior juirlc +i>iiisU', ed (dire, (dlorii, e lììolle dopo, me ne diidoi fdeeiido io niedesinìo, elic +la critica non mi aveva falle, sì che di quella mia faliea non lardai ad essere +maleonlenlo. + +Qit(dche Intona rai>ione in difesa non mancava, ma più in difesa mia, +che del mio lavoro: le condizioni di povertà {perche non confessarlo?) durante +le quali avevo fatto eseguire e raccolto le fotografie, per cui spesso avevo dovuto +rinunziare a cose indispensabili o appagarmi di cose mediocri, inadatte a +vaghe; Vabituale inerzia dei Municipi e dei Ministeri, per cui non ebbi mai, +non dico le fotografie che chiedevo e ch'essi già possedevano, ma nemmeno +risposta alle mie lettere; infine la difficoltà stessa di illustrare un libro dove +sono descritti o mentovati luoghi lontanissimi, dalle dighe delle Fiandre +ali Ellesponto " là ve passò Serse ', o luoghi di faticoso accesso come le fonti +del Tevere e dell'Arno; e valli e foci e confluenze di fiumi, e castelli e chiese +e monasteri romiti e remoti, sparsi per ogni parte, specialmente «per lo dosso +d' Italia ^^ E che tali difficoltà fossero grandi ben lo vide Filippo Mariottì +pur avendo, per la sua posizione ufficiale, autorità sugli uffici di tutela monu- +mentale ed artistica! Io ebbi bensì parecchie persone che m'aiutarono nella +difficile impresa, ma furono tutte persone private, e tutte le ricordai con gra- +titudine nella prefazione del Dante illustrato. + +A queste ragioni di natura, per così dire, materiale {anche, e su tutto, +r inerzia ufficiale!) una se ne aggiunse di natura che chiamerò estetica. Negli +anni, in cui misi insieme le mie illustrazioni dantesche, infieriva la passione +della "fotografia dal vero ". Fu quello il tempo, in cui nei mercati delle cose +vecchie {come a Campo dei Fiori a Roma, nella Piazzola a Bologna, a San +Lorenzo in Firenze ecc.) si trovavano gettate su pei banchi alla rinfusa, +impolverate, sgualcite, lacerate, quelle interessanti vedute di città o di monu- +menti incise 0 disegnate che allora si vendevano a due o tre soldi, e che oggi +il Lang e il Luzzietti vendono a cinquanta o sessanta lire e sono nullameno +ricercatissime così da raccoglitori privati come dagli istituti che hanno final- +mente compreso la necessità di formare raccolte iconografiche e topografiche +a sussidio dell arte e della storia. + +Dunque allora infieriva la passione della "fotografia dal vero " ; anche i +libri e le rassegne di carattere artistico, quelle cioè a cui l'opera dell' artista +poteva aggiungere interesse e bellezza, ne furono travolte. L' ingrandi niente +fotografico d'una festa, d'una rivista, d'un disastro, con le sue deformità pro- +spettiche e i suoi toni grigi uniformi, cacciò man mano, dai periodici setti- + + +vili + + +PREFAZIONE + + +manali, l'opera Viva, svelta, piena di ejjcilo e di chiaroscuro di abili dise- +gnatori, che di quella festa, di quella rivista, di quel disastro avevano, fino +allora, data una impressione sintetica e talora anche " sentimentale " che +forse corrispondeva al vero più che lo stesso " vero " freddo e circoscritto della +fotografia. + +Allora si confusero le necessità della scienza con quelle deWarte. Che, se +al rigido esame della prima giova, assai meglio del disegno, una nitida e pre- +cisa fotografia, e se anche lo storico dell'arte può definir meglio le forme di +una qualsiasi scuola pittorica o d'un qualsiasi maestro avendo a mano una + + +San Cadenzo, dove Danio fu l'S "iugno 1302. + + +fotografia piuttosto che una stampa, sia pure del Mercuri o del Toschi o del +Calamatta, è però inutile e dannoso ali arte voler applicato identico sistema +laddove alle necessità della scienza è sostituito il semplice diletto artistico del +pubblico. + +E allora, pel Dante Illustrato, anch'io fui trascinato dalla passione della +''fotografia dal vero ": dal vero ad ogni costo, anche quando conduceva alle +più gravi offese cronologiche. + +Che si debbano riprodurre dal vero quei luoghi che oggi sono su per giù +quali erano al tempo di Dante, come la rupe di San Leo e quella di Bis- +mantova, la cascata di San Benedetto dell'Alpe e i piani di Campaldino e di +Montaperti, le ruine di Luni e quelle di Urhisaglia, le fonti del Tevere e + + +PRr.FAZIONE IX + + +quelle dell Arno, e lUisIc Vrdtttc di lìiotili e (// ixdli, è ovvio. L iiiìOi^inc daiilcsca +non (Mio clic liccfH'rnc, per chi lei>i*e, V(nil(iiH}io di precisione e di evidenza. +Ed lincile non può non svei>liare in noi inleresse e curiosità veder riprodolti +lìdia loro realtà molti liioi>lu che Dante sicuramente o presumihilmenlc vide. +Così può piacere la vista di castelli e palazzi diruti che appartennero a per- +sona^^i danteschi o furono testimoni di fatti che il poeta ricorda; i quali +castelli e palazzi se non sono piìi quali erano ai tempi di lui, dalla ruina e +dall'abbandono hanno ricevuto un valore tutto poetico e pittoresco, che li pre- +serva dal generare nel nostro spirito quell'urto che dà la vista di tardi e spesso +recenti manufatti, discordanti con l'arte e col sentimento del tempo di Dante! + +Perciò quando la veduta di un luogo o di una città o d'una parte di +essa, 0 almeno d'un monumento antico, non corrispondeva ad una ragionevo- +lezza cronologica, io mi sono vólto alla ricerca e alla riproduzione di disegni, +scolture e pitture possibilmente trecentesche, non escludendone alcune più tarde, +di quando, cioè, l'aspetto complessivo della cosa riprodotta poteva esser cam- +biato di poco. E così ho fatto per gli edifici che Dante rammenta, ritraendo +dal vero, quelli, che, come il Battistero di Firenze, S. Maria in Porto presso +Ravenna, San Zeno a Verona, San Pietro in del d'Oro a Pavia, ecc. con- +servano nel loro insieme l'aspetto antico, e ricorrendo invece a vecchi dipinti +o disegni per quelli che più tardi furono radicalmente trasformati, come, ad +esempio. San Pietro e il Luterano in Roma. + +Così, in questa nuova edizione ho evitato le cose più spiacevoli, e, come +ho detto, urtanti. Non più, quindi, la veduta di Firenze dal vero, coi suoi +Lungarni e il Cupolone, o Padova con la chiesa di Santa Giustina, o Palermo +con la cupola del Fuga e Novara con quella deU'Antonelli, e Pesaro con le +case operaie e Milano col tìburio del Duomo, e tante altre città con viste di +ciminiere e stazioni ferroviarie e teatri e villini e case e palazzi e opifici +recenti, e odierni, e sino in costruzione! + +E anche non ho riprodotto un fiume o un torrente se non quando nel +poema è ben definito un punto preciso d'esso. Non più, quindi, una qualsiasi +veduta dell'Indo, del Gange, del Nilo, solo perchè genericamente mentovati +dal poeta; ma il Mincio dove mette in Po, l'Archiano dove mette in Arno, +e l Arhia nel piano di A^ontaperti, e la Savena e il Reno presso Bologna, e +r Acquacheta sopra Forlì, e a Forlì dove prende il nome di Montone. + +Ciò ho potuto naturalmente fare, inviando o accompagnando sul posto +fotografi che ritraessero città e castelli e monumenti e paesaggi dai punti più +convenienti allo scopo e in maniera da evitare la vista di cose troppo moderne. + + +X PREFAZIONE + + +Ma poi premura mia è stata di allargare in modo speciale la illustra- +zione propriamente iconografica, così nella parte storica come in quella tradi- +zionale e sino in quella fantastica. + +Ho cercato le imagini dei personagi danteschi più vicini a lui e di quelli +a lui contemporanei neliarte del duecento e del trecento: nelle scolture tom- +bali, negli affreschi, nei musaici, nelle miniature e talora anche nei sigilli. +Quando poi ho voluto dare le imagini di personaggi antichi, li ho cercati +anch'essi neliarte del duecento e del trecento, neliarte cioè che intendevano i +contemporanei di Dante e i primi lettori della divina Commedia, e non +neliarte classica così lontana dal loro spirito. Ali arte classica ho ricorso soU +tanto quando ho pensato ch'essa abbia dato argomento diretto a certe figura- +zioni del poeta, come nel caso della " leggenda di Traiano e della vedovella " +e per taluni aspetti mitologici, o mostri infernali, come Cerbero, il Mino- +tauro, le Parche, la Medusa, Caronte e Minosse, il quale ultimo io ritengo +tratto da qualche Eon o Chronos mitriaco cinto più volte dal serpe. Nei +casi, però, in cui iurte romanica ha espresso a suo modo alcuni dei mostri +della mitologia antica, ho preferito tenermi ad essa, piuttosto che ali arte +classica, sempre per accostarmi al sentimento dantesco. Dall arte perciò roma- +nica e gotica ho preso le figure dei centauri, delle arpie, dei grifoni, delle +sirene e quelle zodiacali, alle quali mi è piaciuto di aggiungere anche le figure +di animali esotici come il leone, ielefante, la balena, lo bàvero, la lonza dalla +gaietta pelle, ecc., lieto di mostrare ai lettori del poema la forma nella quale +li immaginavano o vedevano o ritraevano i contemporanei di Dante. + +Messo così sulla strada d'ampliare iorizzonte della mia illustrazione mi +sono lasciato andare alla riproduzione di molti oggetti che il poeta ricorda e +che ho potuto naturalmente trovare, come gli stemmi e le imprese, coi quali +egli designa persone, città, nazioni; il "gran manto " papale, i tappeti turchi +ch'ei richiama per definire la pelle di Gerione, o le cariatidi per definire +i atteggiamento dei superbi del Purgatorio, o le tombe terragne per definire il +pavimento del girone in cui essi sono puniti; e alla riproduzione ancora di +strumenti musicali, di arnesi od oggetti come le spole e il martello del fabbro, +le doghe e le lanterne péndule, abbandonandomi, qualche volta, sino al desiderio +di illustrare, con i arte antica, anche qualche particolare o aneddoto o favola +o atto, come la costruzione d'una nave, il martirio del toro di bronzo, i +ghiottoni nella taverna, la favola della rana e del topo, la mano che fa le fiche. + +Arricchita così, per ogni lato, la illustrazione grafica del poema, ho la +sicurezza d aver fatto cosa certamente migliore che non la passata. Non però + + +Chiesa di San Francesco in Ravenna +dove, nel settembre del 1321, si celebrarono le esequie di Dante. + + +PRRFAZIONR XI + + +lììi ltisini><) (l'dtHT stifìCKilo hillc le (liffuollà r, qininli, iìciììiììciìo di sollrarnii +alili ciilicd, (lulcnle solo che hi mia età tioti fìossa, forse, conscalirnìi di (tirare +una terza edizione di quest' afferà e [.^crciù di valer mi dei eoiìsii>li die mi sa- +ranno dati. + +Sottratto ad oi>ni critica sarà invece, meritamente, Ulrico lloepli, il +quale, perchè la nuova edizione splenda di Vera bellezza, ha affrontalo tutte +le indicibili diffuoltà tipografiche del momento, superandole, a mio avviso, +con un coraggio addirittura giovanile. Fra l'altro egli ha consentito che non +uno dei quattrocento clichés che servirono alla passata stampa fosse usato per +questa che oggi si pubblica. + +Solo con editori simili si lavora con soddisfazione! + + +Corrado Ricci. + + +I molti amici che mi aiutarono per la prima edizione di questo libro (principalissimi +Olindo Guerrini, il marchese Aldo Rusconi, il conte Giovanni Acquaderni, e il signor +Giuseppe Cremoncini, ahimè tutti morti) ricordai e ringraziai in essa. Qui aggiungo i +nomi di quanti mi sono stati larghi di aiuto dal 1898 in poi, ossia man mano che +per consiglio dello stesso editore m' andavo preparando questa seconda edizione : +cav. Luigi Alfieri, Roma - comm. Vittorio Alinari, Firenze - arch. Giulio V. Arata, +Parma - dott. Péleo Bacci, Pisa - conte Alessandro Baudi di Vesme, Torino - avv. +Carlo Beni, Stia in Casentino - ing. Cesare Bertea, Torino - dott. L. V. Bertarelli, +Milano - sig. Pietro Bezzi, Ravenna - prof. Arnaldo Bonaventura, Firenze - dott. Rio- +ciotti Bratti, Venezia - dott. Evaristo Breccia, Alessandria d'Egitto - ing. Augusto Bru- +sconi, Milano - dott. Giovanni Carbonelli, Torino - prof. Placido Campetti, Lucca - +sig. F. Carga, Bougie in Algeria - avv. Carlo Caruso, Cosenza - cav. Alessandro +Cassarini, Bologna - arch. I. C. Cavini, Roma - rev. D. Parisio Ciampelli, Eremo di +Camaldoli - dott. Luigi Coletti, Treviso - dott. G. Collon, Tours - prof. Luigi Corsini, +Bologna - dott. Franz Cumont, Roma - ing. Alessandro Da Lisca, Verona - rev. don +Giuseppe de Angelis, Perugia - dott. Alessandro Del Vita, Arezzo - dott. Giacomo +De Nicola, Firenze - prof. Guglielmo De Marez, Bruxelles - C. C. Edgar, Cairo - +signorina Ida Errerà, Bruxelles - signora Isabella Errerà, Bruxelles - prof. Ermenegildo +Estevan, Roma - mons. Michele Faloci Pulignani, Foligno - dott. Agostino Ferrari, Torino + +- dott. Gino Fogolari, Venezia - dott. Lodovico Frati, Bologna - dott. Ettore Cabrici, Palermo + +- dott. Giuseppe Gerola, Trento - I. P. Gilson, Londra - prof. Ignazio Giorgi, Roma - +conte dott. Umberto Gnoli, Perugia - mons. Luigi Gramatica, Milano - prof. G. F. +Hill, Londra - rev. P. Antonio Iglesias, Roma - ditta Lori, Casale Monferrato - prof. + + +Xll + + +PREFAZIONE + + +D. Vittorio Lusini, Siena - conte dolt. Piancesco Malaguzzi Valeri, Bologna - prof. +Lucio Mariani, Roma - mons. clott. Giovanni Mercati, Roma - rev. D. Giovanni Mesini, +Ravenna - prof. Augusto Michol, Bruxelles - prof. Maurizio Mignon, Roma - prof. Umberto +Moricca, Roma - dott. Antonio Munoz, Roma - prof. Santi Muratori, Ravenna - avv. +Francesco Negri, Casale Monferrato - ing. Vittorio Novarese, Roma - prof. Luigi Ongaro, +Vicenza - ing. Max Ongaro, Venezia - dott. Paolo Orsi, Siracusa - dott. Guglielmo +Pacchioni, Mantova - rev. D. Alberico Pagnani, Roma - dott. Franz Pellati, Roma - sig. +Vincenzo Perazzo, Bologna - dott. Carlo Piancastelli, Fusignano - prof. Pietro Piccirilli, +Sulmona - - dott. Giovanni Poggi, Firenze - comm. Guido Rey, Torino - prof. Luigi +Rizzoli, Padova - S. E. Rennell Rodd, Roma - sig. Guido Romizi, Milano - prof. +Vittorio Rossi, Roma - sig. Pompeo Sansaini, Roma - ing. Salvatore Sciutto Patti, Catania + +- prof. Luigi Serra, Urbino - dott. Lino Sighinolfì, Bologna - dott. Antonio Taramelli, +Cagliari - aich. Alberto Terenzio, Genova - dott. Paolo Maria Tua, Bassano - sig. +G. B. Unteiweger, Trento - prof. Adolfo Venturi, Roma - dott. Carlo Vicenzi, Milano + +- sig. Guglielmo Vivaldi, Firenze. — Più d'ogni altro s'adoperò per la illustrazione di +questo libro il cav. Carlo Carboni, direttore del R. Gabinetto fotografico di Roma. + + +?% + + +' ^X ^ + + +Giglio fiorentino. - (Firenze, Palazzo Felloni). + + +Aulirli. - I Pomposa, S, Maria). + + +.S4Ì. i V.^.-^ + + +INDICE GENERALE + + +Prefazione Pacj. V + +Inferno „ 1 + +Purgatorio „ 361 + +Paradiso „ 705 + +Indice delle illustrazioni „ 1047 + +Indice illustrativo dei singoli canti della " Commedia „ . . . „ 1079 + +Indice dei nomi , 1095 + + +INFERNO + + +Hoviiu- (li Tniid r {ì'Ilioii siin rocc;!. + + +CANTO I. + + +La falsa via. Nel mezzo del cammin di nostra vita +mi ritrovai per una selva oscura, +che la diritta via era smarrita. + +E quanto a dir qual era è cosa dura +questa selva selvaggia ed aspra e forte +che nel pensier rmnova la paura ! + +Tanto è amara, che poco è più morte ; +ma per trattar del ben eh io vi trovai, +dirò dell altre cose eh io v ho scorte. + + +I non so ben ridir com io v entrai, + +tant' era pien di sonno in su quel punto +che la verace via abbandonai. + + +10 + + +INFERNO + + +Il dilettoso Ma poi eh IO fui al pie d' un colle giunto, + +monte. 1^ i il li + +la dove terminava quella valle + +che m avea di paura il cor compunto, + +guardai in alto, e vidi le sue spalle +vestite già de raggi del pianeta, +che mena dritto altrui per ogni calle. + +Allor fu la paura un poco queta, +che nel lago del cor m era durata +la notte, eh io passai con tanta pietà. + +E come quei che con lena affannata +uscito fuor del pelago alla riva, +si volge ali acqua perigliosa, e guata; + + +13 + + +16 + + +19 + + +oo + + +cosi 1 animo mio, che ancor fuggiva, 25 + +si volse indietro a rimirar lo passo +che non lasciò giammai persona viva. + +La piaggia Poi ch èi posato un poco il corpo lasso, 28 + +diserta. . . . , . . ,. + +ripresi via per la piaggia diserta, + +si che il pie fermo sempre era il più basso. + + +La lonza. Ed ecco, quasi al cominciar dell erta, +una lonza leggiera e presta molto, +che di pel maculato era coperta; + +e non mi si partia d innanzi al volto; +anzi impediva tanto il mio cammino, +eh' io fui per ritornar più volte vòlto. + + +31 + + +34 + + +CAN IO 1. + + +T(Mnjio (Ma dal princij^io (1(^1 mattino, 37 + +e il sol montava in su con qui + +non lascia altrui passar per la sua via, +ma tanto lo impedisce che l' uccide ; + +ed ha natura si malvagia e ria, ^7 + +che mai non empie la bramosa voglia, +e dopo il pasto ha più fame che pria. + +Profezia Molti son gli animali a cui s ammoglia, mo + +del Veltro. • • • C L 'I U + +e più saranno ancora, intin che 1 veltro +verrà, che la farà morir con doglia. + +Questi non ciberà terra né peltro, ila (k-i Glilrlaiulalo + + +(Escoriai in Ispagnu. liibliulcca). + + +CANTO II. + + +I + + +nvocazione +poetica. + + +Lo giorno se n andava, e 1 aer bruno +toglieva gli animai, che sono in terra, +dalle fatiche loro: ed io sol uno + +m apparecchiava a sostener la guerra +si del cammino e si della pietate, +che ritrarrà la mente che non erra. + +O Muse, o alto ingegno, or m'aiutate; +o mente, che scrivesti ciò eh io vidi, +qui si parrà la tua nobilitate. + +Io cominciai: " Poeta che mi guidi, +guarda la mia virtù, s'ella è possente, +prima che ali alto passo tu mi fidi. + + +10 + + +14 + + +INFERNO + + +Tu dici, che di Silvio lo parente, 13 + +corruttibile ancora, ad immortale +secolo andò, e fu sensibilmente. + +Però se 1 avversano d ogni male 16 + +cortese i fu, pensando 1 alto effetto +che uscir dovea di lui, e il chi e il quale, + + +i + + +San Paolo e san l'iclni (secolo in). +(.Valicano, Museo Sacro). + + +non pare indegno ad uomo d intelletto ; +eh ei fu dell alma Roma e di suo impero +nell'empireo ciel per padre eletto: + +la quale e il quale, a voler dir lo vero, +fur stabiliti per lo loco santo, +u siede il successor del maggior Piero. + + +19 + + +99 + + +CANTO II. + + +n + + +Per questa andata, onde gli dai tu vanto, +intenso cos(\ clic fuion cagione +di sua vittoria e del papale ammanto. + + +lùìiui, dariibro di Giusto de' Menabuoi. +(Roma, Galleria (".orsini). + + +Sgomento. + + +Andovvi poi lo Vas d'elezione, + +per recarne conforto a quella fede, +eh è principio alla via di salvazione. + +Ma io perché venirvi? o chi l concede? +Io non Enea, io non Paolo sono ; +me degno a ciò né io né altri crede. + + +28 + + +31 + + +16 INFERNO + + +Per che, se del venire io m abbandono, 34 + +temo che la venuta non sia folle : +se savio, e intendi me eh io non ragiono. + + +Il + + +E quale è quei, che disvuol ciò che volle, 37 + +e per nuovi pensier cangia proposta, +si che dal cominciar tutto si lolle ; + +tal mi fec io in quella oscura costa; 4o + +perché, pensando, consumai la impresa, +che fu nel cominciar cotanto tosta. + +" Se io ho ben la tua parola intesa " 43 + +rispose del magnanimo quell ombra, +" l'anima tua è da viltate offesa, + +la qual molte fiate 1 uomo ingombra, 46 + +si che d onrata impresa lo rivolve, +come falso veder bestia, quand ombra. + +Conforto. Da questa tema acciò che tu ti solve, 49 + +dirotti perch io venni, e quel che intesi +nel primo punto che di te mi dolve. + +Io era tra color che son sospesi, 52 + +e donna mi chiamò beata e bella, +tal che di comandare io la richiesi. + +Beatrice. Lucevan gli occhi suoi più che la stella ; 55 + +e cominciommi a dir soave e piana, +con angelica voce, in sua favella : + + +S. Pietro. - (Roma, Grotte Valicane). + + +CANTO II. 17 + + +' O anima coilcsc' manlovaiia, •'>** + +di cui la fama ancor nel mondo dura, +e durerà, quanto il mondo, lontana ; + +l'amico mio, e non della ventura, fii + +nella diserta piaggia è impedito +si nel cammin, che vòlto è per paura; + + +fi4 + + +e temo che non sia già si smarrito, +ch'io mi sia tardi al soccorso levata, +per quel eh' io ho di lui nel cielo udito. + + +Or muovi, e con la tua parola ornata, 67 + +e con ciò e' ha mestieri al suo campare, +l'aiuta si eh io ne sia consolata. + +Io son Beatrice, che ti faccio andare: 70 + +vegno di loco, ove tornar disio : +amor mi mosse, che mi fa parlare. + +Quando sarò dinanzi al Signor mio, 73 + +di te mi loderò sovente a lui. ' +Tacette allora, e poi comincia io : + +' O donna di virtù, sola per cui 76 + +l'umana spezie eccede ogni contento +da quel ciel che ha minor li cerchi sui: + +tanto m'aggrada il tuo comandamento 79 + +che l'ubbidir, se già fosse, m'è tardi; +più non t'è uopo aprirmi il tuo talento. + + +18 INFERNO + + +Ma dimmi la cagion, che non ti guardi s'i + +dallo scender qua giuso, in questo centro, +dall ampio loco, ove tornar tu ardi. ' + +Protezione ' Da che tu VUOI Saper cotanto addentro, sr) + +divina. i- • i I • • + +dirotti brevemente, mi rispose, + +' perch io non temo di venir qua entro. + +Temer si dee di sole quelle cose, 88 + +e hanno potenza di fare altrui male; +dell altre no, che non son paurose. + +Io son fatta da Dio, sua mercé, tale, 91 + +che la vostra miseria non mi tange, +né fiamma d esto incendio non m assale. + +Donna è gentil nel ciel, che si compiange 94 + +di questo impedimento, ov io ti mando, +si che duro giudicio là su frange. + +Lucia. Questa chiese Lucia m suo domando, 97 + +e disse : ' Ora ha bisogno il tuo fedele +di te, ed io a te lo raccomando. ' + +Rachele. Lucia, nimica di ciascun crudele, if^f^t + +SI mosse, e venne al loco dov io era, +che mi sedea con 1 antica Rachele: + +Disse : ' Beatrice, loda di Dio vera, ina + +che non soccorri quei che t amò tanto, +che uscio per te della volgare schiera? + + +CAN KJ II + + +19 + + +lAicia, (li Pietro Lorenzclti. +(Firenze, Chiesa di Santa Lucia Ira le Uo\inale). + + +Non odi tu la pièta del suo pianto, +non vedi tu la morte che il combatte +su la fiumana, ove il mar non ha vanto ? ' + + +106 + + +Al mondo non fur mai persone ratte +a far lor prò, né a fuggir lor danno, +com' io, dopo cotai parole fatte ; + + +109 + + +20 INFERNO + + +venni qua giù dal mio beato scanno, 112 + +fidandomi nel tuo parlare onesto, +che onora te e quei che udito l' hanno. ' + +Poscia che m ebbe ragionato questo, 115 + +gli occhi lucenti lagrimando volse; +per che mi fece del venir più presto. + +E venni a te cosi, com ella volse; 118 + +dinanzi a quella fiera ti levai, +che del bel monte il corto andar ti tolse. + +Dunque che è? perché, perché ristai? 121 + +perché tanta viltà nel core allette? +perché ardire e franchezza non hai, + +Le tre donne poscia che tal tre donne benedette 124 + +curan di te nella corte del cielo, +e il mio parlar tanto ben t'impromette? " + +Quale i fioretti, dal notturno gelo 127 + +chinati e chiusi, poi che il sol gì imbianca, +si drizzan tutti aperti in loro stelo; + +tal mi fec 10 di mia virtude stanca ; 130 + +e tanto buono ardire al cor mi corse, +eh' 10 cominciai, come persona franca : + +" O pietosa colei che mi soccorse, 133 + +e te cortese, eh ubbidisti tosto +alle vere parole che ti porse ! + + +CAN re; II, + + +III ni' liai con (Icsulciio il (or disposto +si al venir, con \c parole lue, +eli IO son tornalo nel primo proposto. + + +i:ì(i + + +I poeti in +cammino. + + +Or va, che un sol volere è d ambedue +tu duca, lu signore e tu maestro. +Cosi gli dissi : e f)oiché mosso fue. + + +1 :v.) + + +entrai per lo cammino alto e Silvestro. + + +1 12 + + +Dante, di Benozzo. + + +(Montel'alco, San Francesco). + + +Sl'|U)ll'l(> (il ('.clfstilKI \' + + +(A(|ilil;i, S. M;iihi (lì (.()ll<'tii:i(<|{i<>)- + + +CANTO III. + + +" Per me si va nella città dolente, +per me si va nell'eterno dolore, +per me si va tra la perduta gente. + +Giustizia mosse il mio alto fattore: +fecemi la divina potestate, +la somma sapienza e il primo amore. + +Porta Dinanzi a me non fur cose create, + +dell' Inferno. i . i + +se non eterne, ed io eterno duro. +Lasciate ogni speranza, voi ch'entrate. " + +Queste parole di colore oscuro + +vid IO scritte al sommo d una porta ; +perch'io: " Maestro, il senso lor m'è duro. " + + +10 + + +24 INFERNO + + +Ed egli a me, come persona accorta: i:^ + +" Qui SI convien lasciare ogni sospetto ; +ogni viltà convien che qui sia morta. + +Noi siam venuti al luogo ov io t ho detto ifi + +che tu vedrai le genti dolorose +e' hanno perduto il ben dell intelletto. " + +E poi che la sua mano alla mia pose i^ + +con lieto volto, ond' io mi confortai, +mi mise dentro alle segrete cose. + +Ignavi. Quivi sospiri, pianti ed alti guai 22 + +risonavan per 1 aer senza stelle, +per ch'io al cominciar ne lagrimai. + +Diverse lingue, orribili favelle, 25 + +parole di dolore, accenti d ira, +voci alte e fioche e suon di man con elle + +facevano un tumulto, il qual s aggira 28 + +sempre in quell aria senza tempo tinta, +come la rena quando a turbo spira. + +Ed io, ch'avea d'orror la testa cinta, 3i + +dissi: " Maestro, che è quel eh 1 odo? +e che gente, che par nel duol si vinta? + +Ed egli a me: " Questo misero modo 34 + +tengon l'anime triste di coloro, +che visser senza infamia e senza lodo. + + +C5 + +o + + +o + + +e +o + + +0 + + +u +ti + + +te +o +o + + +CANTO MI. 25 + + +An^rli IVIiscliialc sono a (luci cattivo coro :<7 + +(\rij\i angoli che non fuioii nhclli +nò fin {cdc\ì a I^io, ma per sé foro. + +Cacciarli i ciel per non (^sser mcm belli ; 40 + +né lo profondo inferno li riceve, +che alcuna gloria i rei avrehber d elli. + +Ed io: " Maestro, che è tanto greve 43 + +a lor, che lamentar gli fa si forte? +Rispose : " Dicerolti molto breve. + +Questi non hanno speranza di morte, 46 + +e la lor cieca vita è tanto bassa, +che invidiosi son d ogni altra sorte. + +Fama di loro il mondo esser non lassa ; 49 + +misericordia e giustizia li sdegna : +non ragioniam di lor, ma guarda e passa. + + +I! + + +Ed io, che riguardai, vidi un'insegna, 52 + +che, girando, correva tanto ratta, +che d' ogni posa mi pareva indegna ; + +e dietro le venia si lunga tratta 55 + +di gente, eh' i' non avrei mai creduto, +che morte tanta n avesse disfatta. + +Celestino V. Poscia ch'io v'cbbi alcun riconosciuto, 58 + +vidi e conobbi l'ombra di colui +che fece per viltate il gran rifiuto. + + +26 + + +NFERNO + + +Cflcslino V (afTresco del sec. xiv). +(Fremo di Celestino V). + + +Incontanente intesi, e certo fui, +che quest era la setta de cattivi, +a Dio spiacenti ed a nemici sui. + + +61 + + +Questi sciaurati, che mai non fur vivi, +erano ignudi e stimolati molto +da mosconi e da vespe eh erano ivi. + + +fit + + +CANIO III + + +27 + + +Lllc ricavali lor di sangue il vollo, +dir, inlscliialo di lai^rinic, a lor |)i(;di +da fastidiosi v(Mmi era ricollo. + + +(•)7 + + +^J^^^^^-#' + + +«*- fm + + +-«."<► + + +L' lùcnio di Celestino V + + +E poi eh a riguardare oltre mi diedi, 70 + +vidi gente alla riva d un gran fiume ; +perch'io dissi: " Maestro, or mi concedi + +eh IO sappia quali sono, e qual costume 73 + +le fa di trapassar parer si pronte. + + +com'io discerno per + + +lo fioco 1 + + +oco lume. + + +28 + + +INFERNO + + +Caruiìlf trajiilla uu'aaiiiia. + + +(Ironia, .Musco Valicano). + + +Ed egli a me: " Le cose ti fien conte +quando noi fermerem li nostri passi +su la trista riviera d Acheronte. " + + +Allor con gli occhi vergognosi e bassi, +temendo no 1 mio dir gli fusse grave, +infino al fiume di parlar mi trassi. + + +79 + + +CAN ICJ 111. 29 + + +Caionu-. Lei l'cco vciso iiol vciiii pel iiavc «'-i + +un voccliio, bianco [km anluo pelo, +giidaiiclo: "Guai a voi, aninu^ prave: + +AcluMonir. non isp(Mal(' mai vccKm lo ciclo: «•") + +i' v(^i^no per nuMiarvi ali altra riva +nelle tenebre eterne, in caldo e in gelo. + +E tu, che se' costi, anima viva, 88 + +partiti da cotesti che son morti. " +Ma poi ch'ei vide ch'io non mi partiva, + +disse: " Per altre vie, per altri porti 91 + +verrai a piaggia, non qui, per passare ; +più lieve legno convien che ti porti. " + +Volontà di- E 'I duca a lui: " Caron, non ti crucciare: '.>i + +vuoisi cosi colà dove si puote +ciò che si vuole, e più non dimandare. + + +vina. + + +!I + + +Quinci fùr chete le lanose gote 07 + +al nocchier della livida palude, +che intorno agli occhi avea di fiamme rote. + +Ma quell anime, eh eran lasse e nude, loo + +cangiar colore e dibatterò i denti, +tosto che inteser le parole crude. + +Bestemmiavano Iddio e i lor parenti, 103 + +l'umana spezie, il luogo, il tempo e il seme +di lor semenza e di lor nascimenti. + + +30 INFERNO + + +Poi SI ritrasser tutte quante insieme, mo + +forte piangendo, alla riva malvagia, +eh attende ciascun uom che Dio non teme. + +Caron dimonio con occhi di bragia, luy + +loro accennando, tutte le raccoglie; +batte col remo qualunque s adagia. + +Come d autunno si levan le foglie 11*2 + +1 una appresso dell altra, infìn che il ramo +vede alla terra tutte le sue spoglie ; + +Mal seme similemente il mal seme d'Adamo ii") + +^"^°' gittansi di quel lito ad una ad una, + +per cenni, com augel per suo richiamo. + +Cosi sen vanno su per 1 onda bruna; iis + +ed avanti che sien di là discese, +anche di qua nuova schiera s aduna. + +" Figliuol mio, " disse il maestro cortese, 121 + +" quelh che muoion nell ira di Dio, +tutti convegnon qui d ogni paese ; + +e pronti sono a trapassar lo no, 124 + +che la divina giustizia li sprona +si che la tema si volge in disio. + +Quinci non passa mai anima buona ; 127 + +e però, se Caron di te si lagna, +ben puoi saper ornai che il suo dir suona. " + + +CANTO MI + + +U + + +TeneiiioU). + + +Finito questo, la hiiia (auipa^iia +Iremo si folle, clu- dello spavento +la niente eli sudore ancor mi ha^na. + + +13(» + + +Deliquio +di Dante. + + +La terra lagnmosa died(^ vento, +che balenò una luce vermiglia, +la qual mi vinse ciascun sentimento; + + +iddi + + +!• + + +e caddi come 1 uom cui sonno pigna + + +ielic + + +1:^3 + + +136 + + +Inferno, di Xicola Pisano. + + +(Siena, Duomo). + + +('.risiti (il ì.ilìilu), (rAiidrc;! di lìonaiiilu (scc. \\\). + + +(l-iicn/c, S. Maria Xovclla). + + +CANTO IV. + + +Valle +infernale. + + +Ruppemi 1 alto sonno nella testa + +un greve tuono, si eh io mi riscossi, +come persona che per forza è desta ; + +e l'occhio riposato intorno mossi, +dritto levato, e fiso riguardai +per conoscer lo loco dov io fossi. + +Vero è che in su la proda mi trovai +della valle d abisso dolorosa, +che tuono accoglie d'infiniti guai. + +Oscura, profond era e nebulosa + +tanto, che, per ficcar lo viso al fondo, +10 non vi discerneva alcuna cosa. + + +10 + + +34 + + +INFERNO + + +" Or discendiam qua giù nel cieco mondo, " 13 +cominciò il poeta tutto smorto. +" Io sarò primo, e tu sarai secondo. " + + +Ed IO, che del color mi fui accorto, 16 + +II + + +dissi : " Come verrò, se tu paventi. + + +ctie suo + + +li al + + +mio + + +dubb + + +lare esser con + + +forto ? + + +Pietà +e téma. + + +Primo cer- +chio. + + +Limbo. + + +Ed egli a me: " L angoscia delle genti +che son qua giù, nel viso mi dipigne +quella pietà, che tu per téma senti. + +Andiam, che la via lunga ne sospigne. " +Cosi si mise, e cosi mi fé entrare +nel primo cerchio che 1 abisso cigne. + +Quivi, secondo che per ascoltare, +non avea pianto ma che di sospiri, +che 1 aura eterna facevan tremare. + + +19 + + +22 + + +25 + + +Innocenti. Ciò awenia di duol senza martiri, 28 + +ch*avean le turbe, ch'eran molte e grandi, +e d'infanti e di femmine e di viri. + + +Lo buon maestro a me: " Tu non dimandi +che spinti son questi che tu vedi ? +Or vo' che sappi, innanzi che più andi, + +ch'ei non peccaro ; e, s elh hanno mercedi, +non basta, perché non ebber battesmo, +eh' è parte della fede che tu credi. + + +31 + + +34 + + +CAN lU IV. 35 + + +E se fuion dinan/.i al crisliancsmo, 37 + +non adorar (h^hilamciiU* Dio ; +e di questi colai son io medcsmo. + +r + +Per lai difelli, non per altro no, 40 + +senio perduti, e sol di tanto offesi, +che senza speme vivemo in disio. " + +Gran duol mi prese al cor, quando lo intesi, v.^ +però che gente di molto valore +conobbi che in quel limbo eran sospesi. + +" Dimmi, maestro mio, dimmi, signore, " 46 + +comincia io per voler esser certo +di quella fede che vince ogni errore ; + +" uscicci mai alcuno, o per suo merlo, 49 + +o per altrui, che poi fosse beato? " +E quei, che intese il mio parlar coverto. + +Discesa di rispose : " Io era nuovo in questo stato, 52 + +Cristo al , . . ,. + +Limbo. quando ci vidi venire un possente, + +con segno di vittoria coronato. + +Trasseci 1 ombra del primo parente, 55 + +d Abel suo figlio, e quella di Noè, +di Moisè legista, e l'ubbidiente + +Abraàm patriarca, e David re, 58 + +Israel con lo padre e co' suoi nati, +e con Rachele per cui tanto fa , + + +36 + + +NFKRNO + + +ed altri molti ; e feceli beati : + +e vo che sappi che, dinanzi ad essi, +spinti umani non eran salvati. " + +Non lasciavam 1 andar, perch e dicessi, +ma passavam la selva tuttavia, +la selva, dico, di spinti spessi. + + +GÌ + + +04 + + +Abramo ed Euclide, d' Andrea di Bonaiulo (sec. xiv). +(Fiiciizc, S. Maria Novella). + + +Il fu + + +oco. + + +Non era lunga ancor la nostra via 67 + +di qua dal sommo, quando vidi un foco, +eh emisperio di tenebre vincia. + +Di lungi V eravamo ancora un poco, 7u + +ma non si eh io non discernessi in parte, +che onrevol gente possedea quel loco. + + +CAN IO IV. 37 + + +" O 111, clic onori oj^iu scun/.a tei ailc, ^'^ + +qiicsli tlìi son, e lianno colaiila oiiianza, +che dal modo degli allri li diparte ? " + +E quegli a me : " L ornala nominanza, 7(. + +che di lor suona su nella lua vita, +grazia acquista nel ciel, che si gli avanza. " + +I poeti sommi. Intanto voce fu per me udita : 7i) + +" Onorate 1 altissimo poeta ! +L'ombra sua torna, ch'era dipartita. " + +Poi che la voce fu restata e queta, 82 + +vidi quattro grand ombre a noi venire ; +sembianza avevan né trista né lieta. + +Lo buon maestro cominciò a dire : 85 + +" Mira colui con quella spada m mano, +che vien dinanzi a' tre si come sire ! + +Quegli è Omero poeta sovrano; 88 + +l'altro è Orazio satiro, che viene; +Ovidio è il terzo, e l'ultimo Lucano. + +Però che ciascun meco si conviene 9i + +nel nome che sonò la voce sola, +fannomi onore, e di ciò fanno bene. + + +Il + + +Cosi vidi adunar la bella scuola 94 + +di quel signor dell altissimo canto, +che sovra gh altri, com aquila, vola. + + +38 INFERNO + + +Da eh ebber ragionato insieme alquanto, 97 + +volsersi a me con salutevol cenno; +e il mio maestro sorrise di tanto. + +E più d onore ancora assai mi fenno ; ino + +eh esser mi feeer della loro schiera, +si eh io fui sesto tra cotanto senno. + +Cosi n andammo insino alla lumiera, los + +parlando cose che il tacere è bello, +si com era il parlar colà dov era. + +Castello del Venimmo al pie d un nobile castello, 106 + +™ °' sette volte cerchiato d alte mura, + +difeso intorno da un bel fìumicello. + +Questo passammo, come terra dura ; 109 + +per sette porte entrai con questi savi; +giugnemmo in prato di fresca verdura. + +Genti V eran con occhi tardi e gravi, 112 + +di grand autorità ne lor sembianti; +parlavan rado, con voci soavi. + +Traemmoci cosi dall un de canti, iis + +in loco aperto, luminoso ed alto, +si che veder si potean tutti quanti. + +Spinti ma- Colà diritto, sopra il verde smalto, iis + +gni, . - ..... + +mi tur mostrati gli spirti magni, + +che del vederli in me stesso n esalto. + + +CANTO IV. + + +39 + + +Io vidi FJctlia con molti compagni, +tra qiiai conohhi ImIoic ed Lnea, +Cesare armato con gli occhi grifagni. + + +iji + + +Ettore. + + +PAITA ;4i||«' eiLfcA-:.- I + + +à- + + +^• + + +l^'F^^ypocb-féi 'TPE - + + +Penlisilea. + + +Ual libro di Giusto de' Meuabuoi (sec. xiv). +(Roma, Galleria Corsini). + + +Vidi Camilla e la Pentesilea + +dall altra parte, e vidi il re Latino, +che con Lavina sua figlia sedea. + +Vidi quel Bruto che cacciò Tarquino, +Lucrezia, lulia, Marzia e Corniglia ; +e solo in parte vidi il Saladino. + + +124 + + +12' + + +40 + + +INFERNO + + +Poi che inalzai un poco più le ciglia, +vidi il maestro di color che sanno +seder tra filosofica famiglia. + + +Hf) + + +Il /•(' Lutino clic (là in isposa Lavinia ad Enea (niinìaliira lìvì scc. xiv). + +(Roma, Biblioteca Chigiana). + + +Liirreziti v la cacciata di ir Tan/iiino (miniatura del scc. xiv). +(Uoma, HihlioU'ca (Ihigiana). + + +Filosofi. + + +Tutti 1 ammiran, tutti onor gli fanno: 133 + +quivi vid io e Socrate e Platone, +che innanzi agli altri più presso gli stanno ; + +Democrito che il mondo a caso pone, i3fi + +Diogenès, Anassagora e Tale, +Empedoclès, Erachto e Zenone; + + +.U- + + +-L l II IL + + +■T'*' "»" + + +n=r- — - ^ — -LL- — :: — ^- +' ' HnfVon tkevY pulìén r : + + +Aristotile, Platone, Socrate e Seneca, miniatura del 1355. +(Dalla Canzone delle Virtù e delle Scienze). + + +CAN IO IV. + + +41 + + +e vidi il l)Uon accoglilo! del quale, +Dioscoiidc dico; v vidi Orfeo, +e Tullio e Lino e Seneca morale. + + +i:{'.i + + +"vi '.' * "> + + +: . • • ■ '^^^ + +v.; •r-^-^- + + +>r + + +«^^ + + +.1-* .J^x_«.if'^>^-;^.'«i^ s."' + + +Il Saladino, dal liliro di Giuslo de' Menabuoi (sec. xiv). +(Roma. Galleria Corsini). + + +Euclide geometra e Tolomeo, +Ippocrate, Avicenna e Galieno, +Averrois, che il gran comento feo. + + +142 + + +Io non posso ritrar di tutti appieno, +però che si mi caccia il lungo tema, +che molte volte al fatto il dir vien meno. + + +145 + + +42 + + +INFERNO + + +> + + +•è i + + +-3 __. + +■- 5 + + +u + + +t/3 + + +CANTO IV + + +4i + + +La sesta conipaj^iiia ni due si scema; +{)cr altra via mi mena il savio duca, +fuor della queta, ncll aura die trema; + + +Ì\H + + +e vengo in parte, ove non è che luca. 151 + + +Tolomeo, di Andrea Pisano. +(Firenze - Campanile dc-1 Duomo). + + +l'^oce tlcl l'o. + + +CANTO V. + + +Secondo +cerchio. + + +M + + +mosse. + + +Cosi discesi del cerchio primaio + +giù nel secondo, che men loco cinghia, +e tanto più dolor, che pugne a guaio. + +Stavvi Minos orribilmente e ringhia ; +esamina le colpe nell entrata, +giudica e manda, secondo che avvinghia. + +Dico che quando 1 anima mal nata +gli vien dinanzi, tutta si confessa; +e quel conoscitor delle peccata + +vede qual loco d inferno è da essa: +cignesi con la coda tante volte +quantunque gradi vuol che giù sia messa. + + +10 + + +46 + + +INFERNO + + +li Olì milriaco + +donde forse deriva l'idea del Minos dantesco. + +(Roma, Villa Albani). + + +Pena d'una liissurivsa, del sec. xu. +(Alba Fuccnsc). + + +Sempre dinanzi a lui ne stanno molte: +vanno a vicenda ciascuna al giudizio; +dicono e odono, e poi son giù volte. + + +13 + + +" O tu, che vieni al doloroso ospizio, " +disse Minos a me, quando mi vide, +lasciando l'atto di cotanto ufizio ; + + +16 + + +CAN IO V. + + +47 + + +Volontà di- +vina. + + +"guarda (oincnlii, v di cui tu ti fide: !•• + +non r incanni I ampiezza dell cnlrarc. " +E il duca mio a lui: " Perché pur ^ride? + +Non impedir lo suo fatale andare : 22 + +vuoisi cosi colà, dove si puote +ciò che SI vuole, e più non dimandare. " + + +Pena d'una liissiiriosd. da un alì'rcsco del sec. xiv. +(Campocliiesc presso Alhenga - Chiesa di S. Giorgio). + + +.ussuiiosi. Ora incomincian le dolenti note 25 + +a farmisi sentire ; or son venuto +là dove molto pianto mi percote. + +Io venni in loco d'ogni luce muto, 28 + +che mugghia come fa mar per tempesta, +se da contrari venti è combattuto. + + +La bufera +infernale. + + +La bufera infernal, che mai non resta, +mena gli spirti con la sua rapina ; +voltando e percotendo li molesta. + + +31 + + +48 + + +INFERNO + + +Quando glungon davanti alla ruina, + +quivi le strida, il compianto e il lamento; +bestemmian quivi la virtù divina. + + +31 + + +ij^ + + +.;r .-,™v + + +QAm-0 S«|^W^NIA9-' + + +fTW^gric: + + +P^-WT^lVv V Inì;>p, '\^p + + +,,.i'i- + + +Seriìiramis. \'ino. + +Dal libro di Giusto dei Menabuoi (secolo xiv). +(Roma, Galleria Corsini). + + +Intesi che a cosi fatto tormento 37 + +ènno dannati i peccator carnali, +che la ragion sommettono al talento. + +E come gli stornei ne portan l'ali io + +nel freddo tempo, a schiera larga e piena, +cosi quel fiato gli spinti mah : + + +CAN ro V. + + +4') + + +11 Solchino, di Giotto. +(Assisi - Cliiesa di S. Francesco). + + +di qua, di là, di giù, di su gli mena ; +nulla speranza li conforta mai, +non che di posa, ma di mmor pena. + +E come i gru van cantando lor lai, +facendo in aer di sé lunga riga ; +cosi vid io venir, traendo guai, + + +43 + + +46 + + +50 + + +NFERNO + + +ombre portate dalla detta briga ; + +per eh' io dissi : " Maestro, chi son quelle +genti, che 1 aura nera si gastiga } " + + +49 + + +CLEO + + +;k^r M -■ + + +Cleopalras, dal libro di Giusto de' .Menabuoi. +(Roma, Galleria Corsini). + + +" La prima di color, di cui novelle + +tu VUOI saper, " mi disse quegli allotta, +" fu imperadrice di molte favelle. + +A VIZIO di lussuria fu si rotta, +che libito fé licito in sua legge +per torre il biasmo in che era condotta. + + +52 + + +55 + + +CANTO V. + + +51 + + +Scmiramiclc. Rll'r Scillliaillis, (Il (111 SI Icj^gC + +clic succcdcHc a Nino, e fu sua sposa ; +tenne la lena che il Soldan corregge. + + +Did + + +one. + + +L altra è colei che s ancise amorosa, +e ruppe fede al cener di Sicheo ; +poi è Cleopatràs lussuriosa. + + +(il + + +Le lussuriose, dal Giudizio liliale attribuito a Francesco Traini. +(Pisa, Camposanto). + + +Altri amanti Elena Vedi, per cui tanto reo + +tempo si volse, e vedi il grande Achille, +che con amore al fine combatteo. + + +64 + + +Vedi Paris, Tristano " ; e più di mille +ombre mostrommi, e nominolle, a dito, +che amor di nostra vita dipartille. + + +67 + + +52 + + +INFERNO + + +Rapimento d'Elcna - Inceiulio di Troia - Miniatura rici scc. xiv. +(Konia, JJibliok'ca Cliigiana). + + +Tristano e Isotta Miniatura del sec. xiv. + + +Poscia eh IO ebbi il mio dottore udito +nomar le donne antiche e i cavalieri, +pietà mi giunse e fui quasi smarrito. + +Io cominciai: " Poeta, volentieri + +parlerei a que due che insieme vanno, +e paion si al vento esser leggieri. " + + +70 + + +73 + + +CANTO V. 53 + + +Ed c\i}ì a ine: " Vedrai, cjiiando saranno 7() + +più presso a noi; e In allor li pre^a +per quell amor ihc i mena, e quei verranno. + + +Il + + +Paolo Sì tosto come il v(miIo a noi li piega, 79 + +e l^iancesca. i ii /^ rr + +mossi la voce: U anime altannate, + + +venite a noi parlar, s altri noi niega. + + +Il + + +Quali colombe dal disio chiamate, 82 + +con l'ali alzate e ferme, al dolce nido +vengon per Faer dal voler portate; + + +Eiu-a e Didonc all'Avenio - Miniai ara del scc. xiv. +(l\c)m;i, Biblioloca C'-liit^iana). + + +cotali uscTr della schiera ov è Dido, 85 + +a noi venendo per 1 aer maligno, +si forte fu 1 affettuoso grido. + +" O animai grazioso e benigno, 88 + +che visitando vai per 1 aer perso +noi che tingemmo il mondo di sanguigno ; + +se fosse amico il Re dell universo, 9i + +noi pregheremmo Lui per la tua pace, +poi che hai pietà del nostro mal perverso. + + +54 + + +INFERNO + + +Di quel eh udire e che parlar ti piace, +noi udiremo e parleremo a vui, +mentre che il vento, come fa, si tace. + + +94 + + +Ruderi del castello di Pulenlu. + + +Ravenna. Siede la terra, dove nata fui, 97 + +su la marina dove il Po discende +per aver pace co seguaci sui. + +Amor, che a cor gentil ratto s'apprende, loo + +prese costui da la bella persona +che mi fu tolta, e il modo ancor m offende. + + +CAN 1(J V. + + +55 + + +Antica casa Polentana in Ravenna. + + +Amor, che a nuli' amato amar perdona, +mi prese del costui piacer si forte, +che, come vedi, ancor non m abbandona. + + +103 + + +Gianciolto. + + +Amor condusse noi ad una morte: +Caina attende chi vita ci spense. " +Queste parole da lor ci fur porte. + + +106 + + +56 + + +INFERNO + + +Da che io intesi quell'anime offense, +chinai 1 VISO, e tanto il tenni basso, +fin che 1 poeta mi disse: " Che pense? " + + +109 + + +Iscrizione di Giaiiciotto Malatesta, del 1285. +(Pesaro, Museo). + + +Quando risposi, cominciai : " O lasso ! +quanti dolci pensier, quanto disio +menò costoro al doloroso passo ! " + +Poi mi rivolsi a loro, e parla io, + +e cominciai : " Francesca, i tuoi martiri +a lagrimar mi fanno tristo e pio. + + +112 + + +115 + + +CANIO V. + + +57 + + +IVIa (Inumi: al I(Miij)() ì\c dolci sospiri, +a clic e come conccdcllc amore +che conosceste i duhhiosi desin ? " + + +UH + + +Ed ella a me: " Nessun maggior dolore, +che ricordarsi del tempo felice +nella miseria ; e ciò sa il tuo dottore. + + +\2Ì + + +IM-c5unlo ritratto di l^ranccscci da l'oieiita. + +Affresco del sec. xiv. + +(Ravenna, S. j\[aria in Porto Fuori). + + +Confessione +di Fran- +cesca. + + +Ma se a conoscer la prima radice + +del nostro amor tu hai cotanto affetto, +farò come colui che piange e dice. + +Noi leggevamo un giorno, per diletto, +di Lancilotto, come amor lo strinse ; +soli eravamo e senza alcun sospetto. + + +124 + + +127 + + +58 INFERNO + + +Per più fiate gli occhi ci sospinse 130 + +quella lettura, e scolorocci il viso; +ma solo un punto fu quel che ci vinse. + +Quando leggemmo il disiato riso 133 + +esser baciato da cotanto amante, +questi, che mai da me non fìa diviso, + +11 bacio. la bocca mi baciò tutto tremante. 136 + +Galeotto fu il libro e chi lo scrisse ! +Quel giorno più non vi leggemmo avante. + + +Il + + +Mentre che 1 uno spirto questo disse, 139 + +1 altro piangeva, si che di pietade +IO venni men cosi com io morisse ; + +Deliquio di + +Dante. e caddi, come corpo morto cade. 142 + + +/,(• trombe anyeliclir, da un allrcsco del sci-, xiv. + + +(Cialiiliiiii, S. Culeriiiii). + + +CANTO VI. + + +Al tornar della mente, che si chiuse +dinanzi alla pietà de due cognati, +che di tristizia tutto mi confuse, + + +Terzo cer- +chio. +1 golosi. + + +nuovi tormenti e nuovi tormentati + +mi veggio intorno, come eh io mi muova, +e come eh io mi volga e ch'io mi guati. + +Io sono al terzo cerchio, della piova +eterna, maladetta, fredda e greve: +regola e qualità mai non Tè nuova. + +Grandine grossa e acqua tinta e neve +per 1 aer tenebroso si riversa : +pute la terra che questo riceve. + + +10 + + +60 + + +INFERNO + + +Cerb + + +ero. + + +Cerbero, fiera crudele e diversa, +con tre gole caninamente latra +sopra la gente che quivi è sommersa. + + +13 + + +Cerbero, marmo romano. + + +(Homa, .Musei Capitolini). + + +Gli occhi ha vermigli, la barba unta ed atra, 16 +e il ventre largo, e unghiate le mani; +graffia gli spiriti, gli scuoia ed isquatra. + + +CAN IO VI. 61 + + +Urlar ^Ii fa la pioj^^ia e oiiic cani ; 19 + +dell' un cl(' lati fanno ali altro sclicimo; +volgonsi spesso i miseri profani. + +Quando ci scorse Cerbero, il gran vermo, 22 + +le bocche aperse e mostrocci le sanne : +non avea membro che tenesse fermo. + +E il duca mio distese le sue spanne ; 25 + +prese la terra, e con piene le pugna +la gittò dentro alle bramose canne. + +Qual è quel cane che abbaiando agugna 28 + +e si racqueta poi che il pasto morde, +che solo a divorarlo intende e pugna; + +cotai si fecer quelle facce lorde 3i + +dello demonio Cerbero, che introna +l'anime si eh esser vorrebber sorde. + +Noi passavam su per 1 ombre che adona 34 + +la greve pioggia, e ponevam le piante +sopra lor vanità che par persona. + +Elle giacean per terra tutte e quante, 37 + +fuor eh una che a seder si levò, ratto +eh ella CI vide passarsi davante. + + +biacco. " O tu, che se' per questo inferno tratto, " 40 + +mi disse, " riconoscimi, se sai; +tu fosti, prima ch'io disfatto, fatto. " + + +62 INFERNO + + +Ed IO a lei : " L angoscia che tu hai 43 + +forse ti tira fuor della mia mente, +si che non par eh io ti vedessi mai. + +Ma dimmi chi tu se , che in si dolente 46 + +loco se messa, ed a si fatta pena +che, s altra è maggio, nulla è si spiacente. + + +« + + +Firenze. Ed egli a me : " La tua città, eh è piena 49 + +d invidia si che già trabocca il sacco, +seco mi tenne in la vita serena. + +Voi cittadini mi chiamaste Ciacco : 52 + +per la dannosa colpa della gola, +come tu vedi, alla pioggia mi fiacco ; + +ed IO anima trista non son sola, 55 + +che tutte queste a simil pena stanno +per simil colpa. " E più non fé' parola. + +Io gli risposi : " Ciacco, il tuo affanno 58 + +mi pesa si che a lagrimar m invita; +ma dimmi, se tu sai, a che verranno + +Profezia su 11 cittadin della città partita ; 61 + +Firenze. ♦ i ♦ , • . T • 1 + +s alcun V e giusto ; e dimmi la cagione, +perché 1 ha tanta discordia assalita. " + +Ed egli a me : " Dopo lunga tenzone 64 + +verranno al sangue, e la parte selvaggia +caccerà 1 altra con molta offensione. + + +CAN IO VI. + + +63 + + +[mi ni in + +DL ■'" + + +[ + + +Veduta di Firenze, da una miniatura del 1335 circa. +(Firenze, Biblioteca Laurenziana). + + +Poi appresso convlen che questa caggia +infra tre soli, e che l'altra sormonti +con la forza di tal che testé piaggia. + + +67 + + +64 INFEF^NO + + +Alte terrà lungo tempo le fronti, 70 + +tenendo 1 altra sotto gravi pesi, +come che di ciò pianga e che ne adonti. + +I due giusti. Giusti son due, ma non vi sono intesi. 73 + +Superbia, invidia ed avarizia sono +le tre faville e hanno 1 con accesi. " + +Qui pose fine al lacrimabil suono. 76 + +Ed 10 a lui: " Ancor vo' che m'insegni, +e che di più parlar mi facci dono. + +Fiorentini Farinata e il Tegghiaio, che fur si degni, 79 + +insigni. I o • • A • -1 ^/I + +Iacopo Kusticucci, Arrigo e il Mosca, + +e gh altri che a ben far poser gf ingegni, + +dimmi ove sono, e fa eh io li conosca ; 82 + +che gran desio mi stringe di sapere, +se il ciel gli addolcia o lo inferno gli attosca, u + +E quegli: " Ei son tra le anime più nere; 85 + +diversa colpa giù li grava al fondo ; +se tanto scendi, li potrai vedere. + +Ma, quando tu sarai nel dolce mondo, 88 + +pregoti che alla mente altrui mi rechi : +più non ti dico e più non ti rispondo. " + +Gli diritti occhi torse allora in biechi, 9i + +guardommi un poco, e poi chinò la testa: +cadde con essa a par degli altri ciechi. + + +CANTO VI, + + +65 + + +Giudi/io fi- +nale. + + +E il duca (liss(! a ine: " I^iù non si desta +di qua dal suoii dcW angelica Iromha, +quando verrà la nimica podestà : + + +94 + + +Il Giudizio finale, da un affresco del scc. xiv. +(Galalina, (Miiesa di S. Caterina). + + +ciascun ritroverà la trista tomba, 97 + +ripiglierà sua carne e sua figura, +udirà quel che in eterno rimbomba. " + +Si trapassammo per sozza mistura loo + +dell ombre e della pioggia, a passi lenti, +toccando un poco la vita futura ; + + +66 INFERNO + + +per ch'io dissi: "Maestro, esti tormenti i<»:ì + +cresceranno ei dopo la gran sentenza, +en minori, o saran si cocenti? + +Ed egli a me : " Ritorna a tua scienza, l'ifi + +che vuol, quanto la cosa è più perfetta, +più senta il bene, e cosi la doglienza. + +Tutto che questa gente maladetta 109 + +in vera perfezion già mai non vada, +di là, più che di qua, essere aspetta. + + +Il + + +Noi aggirammo a tondo quella strada, 112 + +parlando più assai eh 10 non ridico; +venimmo al punto dove si digrada : + +quivi trovammo Fiuto il gran nemico. ii5 + + +Fra Scitki e Cui iddi. + + +CANTO VII. + + +Plutone. + + +" Pape Satan, pape Satan aleppe, " +cominciò Pluto con la voce chioccia. +E quel savio gentil, che tutto seppe, + +disse per confortarmi : " Non ti noccia +la tua paura, che, poder eh egli abbia, +non ti torrà lo scender questa roccia. " + +Poi si rivolse a quell'enfiata labbia, +e disse : " Taci, maladetto lupo ; +consuma dentro te con la tua rabbia. + + +Non è senza cagion 1 andare al cupo: +vuoisi nell'alto, là dove Michele +fé la vendetta del superbo strupo. " + + +10 + + +68 + + +INFERNO + + +Michele, affresco attr. a Francesco Traini (sec. xiv). +(Pisa, Camposanto). + + +Quali dal vento le gonfiate vele + +caggiono avvolte, poi che 1 alber fiacca, +tal cadde a terra la fiera crudele. + + +13 + + +Quarto cer- +chio. Gli +avari e i +prodighi. + + +Cosi scendemmo nella quarta lacca, +pigliando più della dolente ripa, +che il mal dell'universo tutto insacca. + + +16 + + +CAN'I'C) VII. (y') + + +Ahi ^lusli/.ia (li Dio, laiilc dii stipa !■• + +nuove Iravaglic e pene, quante io vidcli ? +e perché noslia coli)a si ne scipa } + +L' onda a Come fa 1 onda là sovra Cariddi, '^'-^ + +Cariddi. i • < il • ■ ' • . + +che SI trange con cjucMia in cui s intoppa, +cosi convien che qui la gente riddi. + + +25 + + +Qui vid' io gente più che altrove troppa, +e d'una parte e d'altra, con grand' urli, +voltando pesi per forza di poppa; + + +percotevansi incontro, e poscia pur li 28 + +si rivolgea ciascun, voltando a retro, +gridando : " Perché tieni ? " , e, " Perché burli ? " + +Cosi tornavan per lo cerchio tetro, 3i + +da ogni mano ali opposito punto, +gridandosi anche loro ontoso metro; + +poi SI volgea ciascun, quand era giunto 34 + +per lo suo mezzo cerchio ali altra giostra. +Ed io, che avea lo cor quasi compunto, + +dissi : " Maestro mio, or mi dimostra 37 + +che gente è questa, e se tutti fur cherci +questi chercuti alla sinistra nostra. " + +Ed egli a me: " Tutti quanti fur guerci 40 + +si della mente, in la vita primaia, +che con misura nullo spendio ferci. + + +70 + + +INFERNO + + +Spiriti irri- +conoscibili. + + +Cozzi eterni. + + +Assai la voce lor chiaro 1 abbaia, + +quando vengono a due punti del cerchio, +ove colpa contraria li dispaia. + +Questi fur cherci, che non han coperchio +piloso al capo, e papi e cardinali. + + +13 + + +:hi( + + +in CUI usa avarizia li suo sopercnio. + +Ed io: " Maestro, tra questi cotali +dovre io ben riconoscere alcuni, +che furo immondi di cotesti mali. " + +Ed egli a me : " Vano pensiero aduni : +la sconoscente vita, che i fé sozzi, +ad ogni conoscenza or li fa bruni. + +In eterno verranno alli due cozzi ; +questi risurgeranno del sepulcro +col pugno chiuso, e questi co crin mozzi. + +Mal dare e mal tener lo mondo pulcro +ha tolto loro, e posti a questa zuffa: +qual ella sia, parole non ci appulcro. + +La Fortuna. Or puoi, fìghuol, Veder la corta buffa + +de ben che son commessi alla Fortuna, +per che l' umana gente si rabbuffa ; + +che tutto l'oro, eh' è sotto la luna, + +e che già fu, di queste anime stanche +non poterebbe farne posar una. " + + +46 + + +49 + + +52 + + +55 + + +58 + + +61 + + +64 + + +CANTO VII + + +71 + + +" lVla('slro, (liss io lui, or mi eh aiu li(\ 67 + +qiK^sla l'oilmia, di clic Ui mi locclic, +che 0, che i ben (1(^1 mondo ha si tra branche;? + +E quegh a me: " O creature sciocche, 70 + +quanta ignoranza è quella che vi offende ! +or vo' che tu mia sentenza ne imbocche. + + +Dio. Colui, lo CUI saper tutto trascende, + +fece 11 cieli, e die lor chi conduce, + +si che ogni parte ad ogni parte splende, + +distribuendo egualmente la luce: +similemente agli splendor mondani +ordinò general ministra e duce. + + +Permutazio- che permutasse a tempo li ben vani, + +ne dei be- ,. . l» • l + +di gente in gente e d uno in altro sangue, + + +73 + + +ni vani. + + +oltre la difension de' senni umani: + +per che una gente impera ed altra langue, +seguendo lo giudizio di costei, +che è occulto, come in erba l'angue. + +Vostro saper non ha contrasto a lei : +ella provvede, giudica e persegue +suo regno, come il loro gli altri dèi. + +Le sue permutazion non hanno triegue : +necessità la fa esser veloce ; +si spesso vien chi vicenda consegue. + + +76 + + +79 + + +82 + + +85 + + +88 + + +72 + + +INTERNO + + +Quest'è colei, eh' è tanto posta in eroee +pur da eolor ehe le dovrian dar lode, +dandole biasmo, a torto, e mala voce. + + +91 + + +La u Ruota (iella Fortuna « (1202). +(Trento, Duomo). + + +Ma ella sé beata, e ciò non ode: +con l'altre prime creature lieta +volve sua spera, e beata si gode. + + +94 + + +CANTO VII. 73 + + +Discesa al Or discendiamo ornai a maggior pièta : 97 + +(liiintocei- -, • . 11 1 1 j- + +già ogni stella cade, che saliva + +quando mi mossi, e il troppo star si vieta. + + +ctuo. + + +conc + + +II + + +Noi riddammo il cerchio all'altra riva 1<><| + +sopra una fonte, che bolle e riversa +per un fossato che da lei deriva. + +L acqua era buia assai più che persa : io3 + +e noi, in compagnia dell onde bige, +entrammo giù per una via diversa. + +Suge. (Jna palude fa, che ha nome Stige, 106 + +questo tristo ruscel, quando è disceso +al pie delle maligne piagge grige. + +Ed io, che di mirar mi stava inteso, 109 + +vidi genti fangose in quel pantano, +ignude tutte e con sembiante offeso. + +Quinto cer- Queste si percotean, non pur con mano, 112 + +chlo. ha- . . , . ,. + +jjl ma con la testa, col petto e co piedi, + +troncandosi coi denti a brano a brano. + +Lo buon maestro disse : " Figlio, or vedi ii5 + +1 anime di color cui vinse T ira ; +ed anche vo che tu per certo credi + +che sotto 1 acqua ha gente che sospira, 118 + +e fanno pullular quest'acqua al summo, +come 1 occhio ti dice, u' che s'aggira. + + +74 + + +INFERNO + + +Ira, di Giotto. +(Padova, Cappplla degii Scrovegni). + + +Belletta ne- +gra. + + +Fitti nel limo, dicon: " Tristi fummo +nell'aer dolce che dal sol s'allegra, +portando dentro accidioso fummo: + +or ci attristiam nella belletta negra. " +Quest' inno si gorgoglian nella strozza, +che dir noi posson con parola integra. + + +121 + + +124 + + +CANTO VII + + +75 + + +Cosi girariHiK) della lorda pozza vn + +grand arco Ira la ripa secca v il mezzo, +con gli occhi volli a clii del fango ingozza. + + +Venimmo al pie d una torre al dassezzo. + + +i:}(i + + +Iracondo, daWJnferno attr. al Traini. +(Pisa, Camposanto). + + +Bolgia infernali', daW Inferno altrilmilo a l-ianccsco Traini. +(Fisi), Cam posa Ilio). + + +CANTO Vili. + + +Continua il Io dico, seguitando, eh assai prima + +quinto cer- , , , . i • i ir i + +chio. - Ira- che noi rossimo al pie deli alta torre, +condì. gjj occhi nostri n'andar suso alla cima + +per due fiammette che i vedemmo porre, +ed un altra da lungi render cenno +tanto, eh a pena il potea 1 occhio tórre. + +Ed io mi volsi al mar di tutto il senno; +dissi : " Questo che dice } e che risponde +quell altro foco? e chi son quei che il fenno?" + + +Ed egli a me : " Su per le sucide onde +già puoi scorgere quello che s'aspetta, +se il fummo del pantan noi ti nasconde. " + + +10 + + +78 INFERNO + + +Corda non pinse mai da sé saetta 13 + +che si corresse via per 1 aere snella, +com io vidi una nave plccioletta + +venir per 1 acqua verso noi in quella, 16 + +sotto il governo d un sol galeoto, +che gridava : " Or se' giunta, anima fella ? " + +Flegias. " Flegiàs, Flegiàs, tu gridi a vóto, " 19 + +disse lo mio signore, " a questa volta ! +Più non ci avrai, che sol passando il loto. " + +Quale colui che grande inganno ascolta 22 + +che gli sia fatto, e poi se ne rammarca, +fecesi Flegiàs nell ira accolta. + +Nella barca Lo duca mio discese nella barca, 25 + +di Fleeias. • • £ . 1 • + +^ e poi mi lece entrare appresso lui ; + +e sol quand io fui dentro parve carca. + +Tosto che il duca ed io nel legno fui, 28 + +secando se ne va 1 antica prora +dell'acqua più che non suol con altrui. + +Mentre noi correvam la morta gora, 3i + +dinanzi mi si fece un, pien di fango, +e disse : " Chi se' tu che vieni anzi ora ? " + + +Filippo Ar- Ed io a lui : " S' io vegno, non rimango ; 34 + +§^"*^' ma tu chi se', che se' si fatto brutto? " + +Rispose : " Vedi che son un che piango. " + + +CAN ro Vili. 70 + + +Rei IO a Ini : " Con piangere e con lutto, 37 + +s[)irito nialedello, ti umani; +dì io ti conosco, ancor sic lordo tutto. " + +Allora stese al Ic^gno ambe le mani ; !<• + +per che il maestro accorto lo sospinse, +dicendo : " Via costà con gli altri cani. + + +Il + + +Lo collo poi con le braccia mi cinse, 43 + +baciommi il volto, e disse : " Alma sdegnosa, +benedetta colei che in te s incinse ! + +Quei fu al mondo persona orgogliosa; 46 + +bontà non è che sua memoria fregi : +cosi s è 1 ombra sua qui furiosa. + +Quanti si tengon or lassù gran regi, 49 + +che qui staranno come porci in brago, +di sé lasciando orribili dispregi ! " + +Ed io : " Maestro, molto sarei vago 52 + +di vederlo attuffare in questa broda, +prima che noi uscissimo del lago. " + +Ed egli a me : " Avanti che la proda 55 + +ti si lasci veder, tu sarai sazio: +di tal disio converrà che tu goda. " + + +Strazio Dopo ciò poco, vidi qucllo strazio + +di Filippo £ r • 11 f + +Argenti. '^'" ^^ costui alle fangose genti, + +che Dio ancor ne lodo e ne ringrazio. + + +58 + + +80 + + +INjFERNO + + +,f^- + + +'ìMaaìuma^ik + + +.1 + + +Torre demolita degli Adirnari famiglia di Filippo Argenti, diseg. di E. Burci. +(Firenze, Raccolta storico-topografico). + + +1 utti gridavano : " A Filippo Argenti ! +E il fiorentino spirito bizzarro +in sé medesmo si volgea co denti. + + +61 + + +Quivi il lasciammo, che più non ne narro; +ma negli orecchi mi percosse un duolo, +per eh io avanti intento l'occhio sbarro. + + +64 + + +CAN ro vili, + + +Città Lo buon maestro disse: "Ornai, figliuolo, 67 + +s a|)j)i(^ssa la cillà clic ha norne Dil(% +co gravi citladin, col grande stuolo. " + +Ed io : " Maestro, già le sue meschite 70 + +là entro certo nella valle cerno, +vermiglie, come se di foco uscite + +fossero. " Ed ei mi disse : " Il foco eterno 73 + +eh entro 1 affoca, le dimostra rosse, +come tu vedi in questo basso inferno. " + +Noi pur giugnemmo dentro ali alte fosse, 76 + +che vallan quella terra sconsolata : +le mura mi parean che ferro fosse. + +Non senza prima far grande aggirata, 79 + +venimmo in parte, dove il nocchier, forte, +" Uscite, " ci gridò, " qui è l'entrata. " + +Io vidi più di mille in sulle porte 82 + +da ciel piovuti, che stizzosamente +dicean : " Chi è costui, che senza morte + +Diavoli al- ^^ pgj. JQ regno della morta gente? " 85 + +la porta di + +Dite. E il savio mio maestro fece segno + +di voler lor parlar segretamente. + +Allor chiusero un poco il gran disdegno, 88 + +e disser : " Vien tu solo, e quei san vada, +che si ardito entrò per questo regno. + + +82 INFERNO + + +Sol SI ritorni per la folle strada ! 91 + +Provi se sa ; che tu qui rimarrai, +che gli hai scorta si buia contrada. " + +Spavento Pensa, lettor, se io mi sconfortai 94 + +di Dante. , , ,, , , , + +nel suon delle parole maladette ; +eh 10 non credetti ritornarci mai. + +O caro duca mio, che più di sette 97 + +volte m hai sicurtà renduta, e tratto +d alto periglio che incontra mi stette, + +non mi lasciar, " diss' io, " cosi disfatto ! loo + +E se 1 passar più oltre e è negato, +ritroviam 1 orme nostre insieme ratto. " + +E quel signor, che li m avea menato, 103 + +mi disse : " Non temer, che il nostro passo +non CI può tórre alcun, da tal n è dato. + +Conforto. Ma qui m attendi, e lo spirito lasso 106 + +conforta e ciba di speranza buona, +eh' io non ti lascerò nel mondo basso. " + +Cosi sen va, e quivi m'abbandona 109 + +lo dolce padre, ed io rimango in forse, +che si e no nel capo mi tenzona. + +Udir non potè' quello eh' a lor porse; 112 + +ma ei non stette là con essi guari, +che ciascun dentro a prova si ricorse. + + +CAN IO Vili. + + +HJ + + +Vii|^ili() of- +feso. + + +Cliiuscr le porle qiie iioslii avversari il') + +nel pello al mio signor, die fuor rimase, +e rivolsesi a me con passi rari. + + +Gli ocelli alla terra, e le ciglia avea rase 118 + +d ogni baldanza, e dicea ne sospiri : +" Chi m'ha negate le dolenti case? " + +Ed a me disse: "Tu, perch'io m'adiri, 121 + +non sbigottir, eh io vincerò la prova, +qual eh alla difension dentro s aggiri. + +Tracotanza Questa lor tracotanza non è nuova, 124 + +dei diavoli. i , -^ i» + +ciie già 1 usaro a men segreta porta, +la qual senza serrarne ancor si trova. + +SovT essa vedestù la scritta morta : 127 + +e già di qua da lei discende 1 erta, +passando per h cerchi senza scorta, + +11 messo di- +vino, tal che per lui ne fia la terra aperta. " 130 + + +I sepolcri ad A ili. + + +CANTO IX. + + +Virgilio Quel color che viltà di fuor mi pinse, + +fuor di Dite. ili • • i + +veggendo il duca mio tornare in volta, +più tosto dentro il suo nuovo ristrinse. + +Attento si fermò com uom che ascolta ; +che 1 occhio noi potea menare a lunga +per 1 aer nero e per la nebbia folta. + +Pure a noi converrà vincer la punga, +cominciò ei, se non.... Tal ne s'offerse! +Oh, quanto tarda a me ch'altri qui giunga! " + + +lo vidi ben si com ei ricoperse + +lo cominciar con 1 altro che poi venne, +che fur parole alle prime diverse. + + +10 + + +86 INFERNO + + +Ma non di men paura il suo dir dienne, i3 + +perch IO traeva la parola tronca +forse a peggior sentenza eh e' non tenne. + +" In questo fondo della trista conca 16 + +discende mai alcun del primo grado, +che sol per pena ha la speranza cionca ? " + +Questa question fec io ; e quei : " Di rado 19 + +incontra, " mi rispose, " che di nui +faccia il cammino alcun per quale io vado. + +Eritone. Vero è ch'altra fiata quaggiù fui 22 + +congiurato da quella Eriton cruda, +che richiamava 1 ombre a corpi sui. + +Di poco era di me la carne nuda, 25 + +ch'ella mi fece entrar dentro a quel muro, +per trarne un spirto del cerchio di Giuda. + +Giudecca. Quell è il più basso loco e il più oscuro 28 + +e il più lontan dal ciel che tutto gira : +ben so il cammin; però ti fa sicuro. + +Questa palude, che il gran puzzo spira, 3i + +cinge d intorno la città dolente, +u' non potemo entrare omai senz ira. " + +Ed altro disse, ma non 1 ho a mente ; 34 + +però che l'occhio m avea tutto tratto +ver l'alta torre alla cima rovente. + + +CAN IO IX. 87 + + +Le Erinni. ov(^ 111 UH pillilo fiiioii (IrilU* ratio 37 + +tre fune inf(Mnal di sangue tinte, +che membra femminili aveano ed atto, + +e con idre verdissime eran cinte ; 40 + +serpentelli e ceraste avean per crine, +onde le fiere tempie eran avvinte. + +E quei, che ben conobbe le meschine 43 + +della regina dell eterno pianto : +" Guarda, " mi disse, " le feroci Erine. + +Questa è Megera, dal sinistro canto; 46 + +quella, che piange dal destro, è Aletto; +Tesifone è nel mezzo. " E tacque a tanto. + +Con 1 unghie si fendea ciascuna il petto, 49 + +batteansi a palme, e gridavan si alto +eh io mi strinsi al poeta per sospetto. + +Medusa. " Venga Medusa ! si '1 farem di smalto ! " 52 + +Dicevan tutte riguardando in giuso; +"mal non vengiammo in Teseo l'assalto. " + +" Volgiti indietro, e tieni il viso chiuso ; 55 + +che, se il Gorgon si mostra, e tu il vedessi, +nulla sarebbe di tornar mai suso. " + +Cosi disse il maestro; ed egli stessi 58 + +mi volse, e non si tenne alle mie mani, +che con le sue ancor non mi chiudessi. + + +88 + + +INFERNO + + +messo di +vino. + + +O VOI, che avete gì intelletti sani, 61 + +mirate la dottrina che s asconde +sotto il velame degli versi strani ! + +E già venia su per le torbid onde 64 + +un fracasso d un suon pien di spavento, +per CUI tremavano ambedue le sponde; + + +Medusa. (Napoli, Museo). + + +non altrimenti fatto che d un vento 67 + +impetuoso per gli avversi ardori, +che fìer la selva, e senza alcun rattento + +li rama schianta, abbatte e porta fuori; 70 + +dinanzi polveroso va superbo, +e fa fuggir le fiere e li pastori. + + +o + +iiiiiii(>). + + +CANTO X. + + +Eretici. + + +Ora sen va per un secreto calle, +tra il muro della terra e li martiri, +lo mio maestro, ed io dopo le spalle. + + +" O virtù somma, che per gli empT giri +mi volvi, " cominciai, " coma te piac +parlami e satisfammi a miei desiri. + + +La gente, che per li sepolcri giace, +potrebbesi veder? già son levati +tutti 1 coperchi, e nessun guardia face. + +Ed egli a me : " Tutti saran serrati, +quando di losafàt qui torneranno +COI corpi che lassù hanno lasciati. + + +10 + + +96 + + +INFERNO + + +.picurei. + + +Suo cimitero da questa parte hanno +con Epicuro tutti i suoi seguaci, +che l anima col corpo morta fanno. + + +13 + + +Epicuro, miniatura del 1355 +(dalla Canzonv delle Scienze e delle Virtù). + + +Però alla dimanda che mi faci +quinc entro satisfatto sarai tosto, +ed al disio ancor che tu mi taci. " + + +16 + + +e + +Vi + +o + + +> + + +CAN IO X. 97 + + +\'a\ io: " Buon duca, non Ic^no riposto 19 + +a l(^ imo COI, se non per elicer j)oco; +e Ui m'hai non pur ino a ciò disposto. + + +Il + + +" O lósco, che per la città del foco 22 + +vivo len vai cosi parlando onesto, +piacciati di ristare in questo loco. + +La tua loquela ti fa manifesto 25 + +di quella nobil patria natio, +alla qual forse fui troppo molesto. " + +Subitamente questo suono uscio 28 + +d una dell arche ; però m accostai, +temendo, un poco più al duca mio. + +Farinata de- Ed ei mi disse : " Volgiti ; che fai ? 3i + +^ ' ^' '' vedi là Farinata che s' è dritto : + +dalla cintola in su tutto il vedrai. " + +1 avea già il mio viso nel suo fìtto; 34 + +ed ei s ergea col petto e con la fronte, +come avesse lo inferno in gran dispitto. + +E l'animose man del duca e pronte 37 + +mi pinser tra le sepolture a lui, +dicendo : " Le parole tue sien conte. " + + +Com io al pie della sua tomba fui, + +guardommi un poco, e poi quasi sdegnoso +mi dimandò: " Chi fur li maggior tui? " + + +40 + + +98 + + +INFERNO + + +Io, ch'era d ubbidir desideroso, + +non gliel celai, ma tutti gliel apersi ; +ondai levò le ciglia un poco in soso. + + +43 + + +l> Mlrwv ■ f •i'-IM-*>"'"A IKVWVriS -VE PATPlf LiafMfOp. + + +Farinala degli U berli, di Andrea del Castagno. +(Firenze, ex-convento di S. Apollonia). + + +poi disse : " Fieramente furo avversi + +a me ed a miei primi ed a mia parte, +si che per due fiate gh dispersi. " + + +46 + + +CAN ro X + + +99 + + +S'ci fùr cacciali, ci tornai d ogni [)aìlc, " 49 + +risposi IO lui, " I una e I altra fiata ; +ma 1 vostri non apprcscr ben qucll arte. " + + +»! I + + +/ (ìiirl/i cacciati da Firenze, miniulura del scc. xiv. +(Roma, Biblioteca Cliigiana). + + +Allor surse alla vista scoperchiata + +un ombra lungo questa infino al mento; +credo che s era in ginocchie levata. + + +52 + + +Cavalcante +Cavalcanti. + + +D intorno mi guardò, come talento 55 +avesse di veder s altri era meco; +ma poi che il sospecciar fu tutto spento, + +piangendo disse : " Se per questo cieco 58 +carcere vai per altezza d ingegno, +mio figlio ov è ? e perché non è teco ? " + + +Sigillo di Cavalcante Cavalcanti. +(Firenze, Museo Nazionale). + + +100 INFERNO + + +Guido Ca- Ed IO a lui : " Da me stesso non vegno ; 61 + +colui, che attende là, per qui mi mena. + + +forse CUI Guido vostro ebbe a disdegno. + + +II + + +Le sue parole e il modo della pena 64 + +m avean di costui già letto il nome; +però fu la risposta cosi piena. + +Di subito drizzato gridò : " Come 67 + +dicesti 7 ' Egli ebbe ? ' Non viv' egli ancora ? +non fiere gli occhi suoi lo dolce lome? " + +Quando s accorse d alcuna dimora 70 + +eh IO faceva dinanzi alla risposta, +supin ricadde e più non parve fuora. + +Ma quell altro magnanimo, a cui posta 73 + +restato m era, non mutò aspetto, +né mosse collo, né piegò sua costa. + +" E se, " continuando al primo detto, 76 + +" s'egh han quell arte, " disse, " male appresa, +ciò mi tormenta più che questo letto. + +Ma non cinquanta volte fìa raccesa 79 + +la faccia della donna che qui regge, +che tu saprai quanto quell arte pesa. + +E se tu mai nel dolce mondo regge, 82 + +dimmi, perché quel popolo è si empio +incontro a' miei in ciascuna sua legge ? " + + +u + + + +3 + +cr +n + +cs + +o +e +et +ai + + +-.">' ^'i^itrA** ire + + +fl.U v^-'M \'- €stro (oggi del Gesù) a Viterbo +dove Guido da Monforte uccise Arrigo d' Inghilterra. + + +Londra. - Tomba di Odoardo il Confessore (1278) dove fu posto il cuore di Arrigo. +(Dalla riproduzione in Gasici S. Angelo di Roma). + + +Londra e il Tamigi, miniatura del sec. xv. +(Londra, British Miiseum). + + +CANTO XII 121 + + +Quivi si |)ian|i[()ìi li spieiati danni, i'"- + +quivi è Alessandro e Dionisio Icro +che {e Cicilia av(M dolorosi anni ; + +e quella fronte e Ila il pel cosi nero i"'' + +è Azzolino, e quell altro eli è biondo +è Obizzo da Esti, il qual per vero + +fu spento dal figliastro su nel mondo. 112 + +' Allor mi volsi al poeta, e quei disse: +" Questi ti sia or primo, ed 10 secondo. + +Omicidi. Poco più oltre il Centauro s affisse 115 + +sopra una gente, che infino alla gola +parca che di quel bulicame uscisse. + +Guido di Mostrocci un'ombra dall' un canto sola, ii« + +Monfoite. 11 II r- 1 • f' • u n- + +dicendo : Colui tesse m grembo a Uio + +lo cor che m sul Tamigi ancor si cola. " + +Poi vidi gente, che di fuor del no 121 + +tenea la testa ed ancor tutto il casso; +e di costoro assai nconobb' 10. + +Cosi a più a più si facea basso 124 + +quel sangue si che cocca pur li piedi ; +e quivi fu del fosso il nostro passo. + +Si come tu da questa parte vedi 127 + +lo bulicame che sempre si scema, " +disse il Centauro, " voglio che tu credi + + +22 + + +INFERNO + + +('•nido (li Manforte uccide Arrigo (ì'Jnf/liilterra, miniatura del sec. xiv. +(Roma, IJihlioli'ia ('.liif + + +Arpie, scoltura romanica. + + +(Cremona, Duomo). + + +che tu verrai nell orribil sabbione : +però riguarda bene, e si vedrai +cose che torrien fede al mio sermone. " + +Io sentia da ogni parte tragger guai, +e non vedea persona che il facesse; +per eh io tutto smarrito m'arrestai. + +Io credo eh ei credette eh io credesse +che tante voci uscisser tra que' bronchi +da gente che per noi si nascondesse. + + +19 + + +22 + + +25 + + +128 + + +INFERNO + + +Però disse il maestro : " Se tu tronchi +qualche fraschetta d'una deste piante, +li pensier e nai si + + +li Densier e hai si faran tutti monchi. " + + +28 + + +Arjiid, scolturn (Icll'Anlclaiiii (scc. xii). +(Borgo Siili Diiiiniiiu, Duomo). + + +Pier della +Vigna. + + +Allor porsi la mano un poco avante, 31 + +e colsi un ramicel da un gran pruno; +e il tronco suo gridò : " Perché me schiante ? " + +Da che fatto fu poi di sangue bruno, 34 + +ricominciò a gridar : " Perché me scerpi } +non hai tu spirto di pietate alcuno ? + + +Uomini fummo, ed or sem fatti sterpi : +ben dovrebb esser la tua man più pia, +se state fossim anime di serpi. " + + +37 + + +CAN IO XIII + + +\Z') + + +CoiiK* (1 mi sli//() verde, clic arso sia +dall un d(* capi, die dall allro geme +e cigola per vento clu^ va via ; + + +■Ut + + +Presunto ritratto di Pier delUi Vigna. +(Capua, Museo). + + +si della scheggia rotta usciva insieme +parole e sangue ; ond io lasciai la cima +cadere, e stetti come I uom che teme. + + +43 + + +" S egli avesse potuto creder prima, " +rispose il savio mio, " anima lesa, +ciò e ha veduto pur con la mia rima, + + +46 + + +130 INFERNO + + +non averebbe in te la man distesa; 49 + +ma la cosa incredibile mi fece +indurlo ad opra, che a me stesso pesa. + +Ma dilli chi tu fosti, si che, in vece 52 + +d alcuna ammenda, tua fama rinfreschi +nel mondo su, dove tornar gli lece. " + +E il tronco: " Si con dolce dir m'adeschi 55 + +eh IO non posso tacere; e voi non gravi +per eh 10 un poco a ragionar m inveschi. + +Io son colui che tenni ambo le chiavi 58 + +Federico II. del cor di Federico, e che le volsi + +serrando e disserrando si soavi, + +che dal segreto suo quasi ogni uom tolsi : 6i + +fede portai al glorioso ufìzio, +tanto eh io ne perdei lo sonno e i polsi. + +La meretrice, che mai dall ospizio 64 + +Invidia. (ji Cesare non torse gli occhi putti, + +morte comune e delle corti vizio, + +infiammò contra me gli animi tutti; 67 + +e gli infiammati infiammar si Augusto, +che 1 lieti onor tornaro in tristi lutti. + + +L animo mio per disdegnoso gusto, +credendo col morir fuggir disdegno, +ingiusto fece me contra me giusto. + + +70 + + +CAN ICJ XIII. + + +lil + + +Hesli ili'l castello ili S. Miniato al Tedesco, dove fu prigioniero Pier della Vù/nti. + + +Per le nuove radici desto legno + +vi giuro che giammai non ruppi fede +al mio signor, che fu d'onor si degno. + + +73 + + +E se di VOI alcun nel mondo riede, +conforti la memoria mia che giace +ancor del colpo che invidia le diede. " + + +76 + + +132 INFERNO + + +)U1C1 + + +Un poco attese, e poi : " Da eh ei si tace, " 7!) +disse il poeta a me, " non perder 1 ora ; +ma parla, e chiedi lui se più ti piace. " + +Ond io a lui : " Dimandai tu ancora 82 + +di quel che credi che a me satisfaccia; +ch'io non potrei, tanta pietà m'accora. " + +Però ricominciò : " Se 1 uom ti faccia 85 + +hberamente ciò che il tuo dir prega, +spinto incarcerato, ancor ti piaccia + +di dirne come 1 anima si lega 88 + +di- in questi nocchi; e dinne, se tu puoi, + +s alcuna mai da tai membra si spiega. + + +Il + + +Allor soffiò lo tronco forte, e poi 9i + +SI converti quel vento in cotal voce : +" Brevemente sarà risposto a voi. + +Quando si parte 1 anima feroce 94 + +dal corpo ond ella stessa s è divelta, +Minos la manda alla settima foce. + +Cade in la selva, e non 1 è parte scelta ; 97 + +ma là dove fortuna la balestra, +quivi germoglia come gran di spelta ; + +surge in vermena ed in pianta silvestra : loo + +1 Arpie, pascendo poi delle sue foghe, +fanno dolore, ed al dolor finestra. + + +CANIO Xlll. 133 + + +Come r altre vcncin |)(r iioslic sjìoglie, i";{ + +ina non però eli alcuna seii iiv(\sta; +che non e giusto aver ciò eli uoni si l()glu^ + +Qui le liascineremo, e per la mesta 106 + +selva saranno i nostri corpi appesi, +ciascuno al prun dell ombra sua molesta. " + +Noi eravamo ancora al tronco attesi, 109 + +credendo eh altro ne volesse dire, +quando noi fummo d un romor sorpresi, + +similmente a colui che venire 112 + +sente il porco e la caccia alla sua posta, +eh ode le bestie e le frasche stormire. + +Scialacqua- Ed ecco due dalla sinistra costa, 115 + + +tori. + + +nudi e graffiati, fuggendo si forte, +che della selva rompièno ogni rosta. + +Quel dinanzi: " Ora accorri, accorri. Morte! " 118 +e 1 altro, a cui pareva tardar troppo, +gridava : " Lano, si non furo accorte + +Lano da le gambe tue alle giostre del Toppo; " 121 + +e poiché forse gli fallia la lena, +di sé e d un cespuglio fece un groppo. + +Di retro a loro era la selva piena 124 + +di nere cagne, bramose e correnti +come veltri che uscisser di catena. + + +134 + + +INFERNO + + +^,'dj*:.\- + + +Pieve al Toppo. + + +In quel che s appiattò miser li denti, +e quel dilacerare a brano a brano; +poi sen portar quelle membra dolenti. + + +127 + + +Presemi allor la mia scorta per mano, +e menommi al cespuglio che piangea, +per le rotture sanguinenti, invano. + + +130 + + +CAN IO XIII. + + +135 + + +Jacopo (1.1 " () Iacopo " (luca " da Sani Andrea, + +S. AuiIkM. I ' . • I" f I x + +(■|ì(^ l (' {giovalo eli nu* lare schcriiio } + +clic colpa Ilo IO della tua vila rea? + + +x.s + + +Quando il maestro fu sopr esso fermo, +disse : " Clii fusti, che per tante punte +soffi con sangue doloroso sermo ? " + + +1 :?c. + + +La statuii (li Milite :i + +elle licn volle le s|)alle in vèr Dannata, +e Roma guata si come suo speglio. + +La sua testa è di fin oro formata, . !'»<• + +e puro argento son le braccia e il petto, +poi è di rame infino alla forcata ; + + +!-i'> «W + + +Dannata, da acquerello. + +da indi in giuso è tutto ferro eletto, iu9 + +salvo che il destro piede è terracotta, +e sta in su quel, più che in su l'altro, eretto. + +Ciascuna parte, fuor che l'oro, è rotta 112 + +d una fessura che lagrime goccia, +le quah accolte fóran quella grotta. + +Fiumi Lor corso in questa valle si diroccia: ii5 + +d'Averno. r . , ^ • r-i + +ranno Aciieronte, otige e riegetonta; +poi sen van giù per questa stretta doccia + + +144 + + +INFERNO + + +Cocilo. + + +infin là ove più non si dismonla : ii« + +fanno Cocito; e qual sia quello stagno, +tu il vederai, però qui non si conta. ' + +Ed IO a lui : " Se il presente rigagno 121 + +SI deriva cosi dal nostro mondo, +perché ci appar pure a questo vivagno? " + + +Alessandro Magno, scoltura del scc. xii. + + +(Venezia, San Marco). + + +Ed egli a me : " Tu sai che il loco è tondo, +e, tutto che tu sii venuto molto +pur a sinistra, giù calando al fondo, + +non se' ancor per tutto il cerchio vòlto ; +per che se cosa n apparisce nuova, +non dee addur maraviglia al tuo volto. " + +Ed io ancor: " Maestro, ove si trova +Flegetonte e Lete ; che dell un taci, +e l'altro di' che si fa desta piova? " + + +124 + + +127 + + +130 + + +o + + +5 + +i5 + + +CANTO XIV. 143 + + +" In liiHc liK^ qucslion corto mi piaci, " i '^'5 + +rispose; ma il hollor (l('lla((|ua rossa +dovca l)cn soIv(m I una cIk^ lu faci. + +Lete. Lete vedrai, ma fuor di questa fossa, i:u; + +là ove vanno 1 anime a lavarsi, +quando la colpa pentuta è rimossa. " + + +\:v.) + + +Poi disse : Omai è tempo da scostarsi +dal bosco ; fa che di retro a me vegne : +li margini fan via, che non son arsi. + + +e sopra loro ogni vapor si spegne. " 142 + + +® + + +Hriii/fiiii. miniai ur;i ticl si'C. xv. + + +(itirsl:iii, Mihliiilr'c:!). + + +CANTO XV. + +Margini. Ora cen porta l'un de' duri margini, + +e il fummo del ruscel di sopra aduggia +si che dal foco salva 1 acqua e gli argini. + +Quale 1 fiamminghi tra Guizzante e Bruggia, +temendo il fiotto che ver lor s'avventa, +fanno lo schermo, perché il mar si fuggia; + + +Fra Giiizziinle e Brugyia, niinialura del sec. xv. (Breslau, Blblioleca). + + +e quale i Padovan lungo la Brenta, +per difender lor ville e lor castelli, +anzi che Chiarentana il caldo senta ; + + +148 + + +INFERNO + + +a tale imaglne eran fatti quelli, +tutto che né si alti né si grossi, +qual che si fosse, lo maestro felli. + + +10 + + +Già eravam dalla selva rimossi + +tanto, eh io non avrei visto dov'era, +per eh IO indietro rivolto mi fossi ; + + +13 + + +La Brenta in Carinzia (Chiarentana). + + +Violenti con- quando incontrammo d anime una schiera, + +tro natura. i , i r • + +CI •,• che venian lungo 1 arsine ; e ciascuna + +oodomiti. => =* + +ci riguardava, come suol da sera + + +16 + + +guardar 1 un l altro sotto nuova luna, +e si ver noi aguzza van le ciglia, +come vecchio sartor fa nella cruna. + + +19 + + +CANIO XV. + + +\A') + + +Brunetto +Latini. + + +Cosi adocc Inalo da colai famiglia, +lui conosciulo da un, die ini prese +per lo lomho e gridò : " Qiial maraviglia ? " + +Ed IO, quando il suo braccio a me distese, +ficcai gli ocelli per lo collo aspetto +si che il viso abbrucialo non difese + +la conoscenza sua al mio intelletto ; +e chinando la mano alla sua faccia, +risposi : " Siete voi qui, ser Brunetto ? " + +E quegli: " O figliuol mio, non ti dispiaccia, ;ìi +se Brunetto Latini un poco teco +ritorna indietro, e lascia andar la traccia. " + +Io dissi a lui : " Quanto posso ven preco ; 34 +e se volete che con voi m asseggia. + + +•)•} + + +j:;) + + +28 + + +faròi, se piace a costui, che vo seco. + + +Il + + +" O figliuol, " disse, " qual di questa greggia 37 +s arresta punto, giace poi cent' anni +senza arrostarsi quando il foco il feggia. + + +Però va oltre ; io ti verrò a panni, io + +e poi rigiugnerò la mia masnada, +che va piangendo i suoi eterni danni. " + +Io non osava scender della strada 43 + +per andar par di lui ; ma il capo chino avanzo dei sepolcro + +, » 1 ,1 di Brunello Lalini. + +tenea, com uom crie reverente vada. (Firenze, s. Maria Maggiore). + + +50 + + +INFERNO + + +Ei cominciò : " Qual fortuna o destino +anzi 1 ultimo di qua giù ti mena? +e chi è questi che mostra il cammino? " + + +46 + + +Smairimento +di Dante. + + +" Là SU di sopra in la vita serena, " +rispos IO lui, " mi smarrì in una valle, +avanti che 1 età mia fosse piena. + + +49 + + +Pur ler mattina le volsi le spalle : + +questi m apparve, tornand io in quella, +e riducemi a ca' per questo calle. " + + +52 + + +Profezia di EJ egli a me : " Se tu segui tua stella. + +Dante. • f ir i • + +non puoi tallire a glorioso porto, +se ben m accorsi nella vita bella ; + + +55 + + +Mura dell'antica Fiesole. + + +e s io non fossi si per tempo morto, +veggendo il cielo a te cosi benigno, +dato t avrei ali opera conforto. + + +58 + + +CAN lo XV. + + +151 + + +Giona di Dan- +te preconiz- +zata. + + +Ma qiK^ll mijjrato poj)()lo maligno, «i + +dir discese di Fiesole ah antico +e tiene ancor del inonl(^ e del macigno, + +ti si farà, per tuo ben far, nimico ; 64 + +ed è ragion, che tra li lazzi sorhi +si disconvien fruttare al dolce fico. + + +I Fiorentini. + + +Vecchia fama nel mondo li chiama orbi, 67 + +gente avara, invidiosa e superba : +da' lor costumi fa che tu ti forbì. + +La tua fortuna tanto onor ti serba, 70 + +che luna parte e 1 altra avranno fame +di te ; ma lungi fìa dal bécco 1 erba. + +Faccian le bestie fìesolane strame 73 + +di lor medesme, e non tocchin la pianta, +s alcuna surge ancor nel lor letame, + +in cui riviva la sementa santa 76 + +di quei Roman, che vi rimaser, quando +fu fatto il nido di malizia tanta. " + + +" Se fosse tutto pieno il mio dimando, " 79 + +risposi lui, " voi non sareste ancora +dell umana natura posto in bando ; + + +che in la mente m è fìtta, ed or m'accora, ^2 +la cara e buona imagine paterna +di voi, quando nel mondo ad ora ad ora + + +52 INFERNO + + +m' insegnavate come 1 uom s eterna ; 85 + +e quanl' io l'abbia in grado, nnentre io vivo +convien che nella mia lingua si scerna. + +Ciò che narrate di mio corso scrivo, «8 + +e serbolo a chiosar con altro testo +Beatrice. a donna che saprà, se a lei arrivo. + +Tanto vogl'io che vi sia manifesto, 9i + +pur che mia coscienza non mi garra, +che alla fortuna, come vuol, son presto. + +Non è nuova agli orecchi miei tale arra ; ^ i + +però giri fortuna la sua rota, +come le piace, e il villan la sua marra. + + +fi + + +Lo mio maestro allora in su la gota 97 + +destra si volse indietro, e riguardommi; +poi disse: " Bene ascolta chi la nota. + +Né pertanto di men parlando vommi loo + +con ser Brunetto, e domando chi sono +li suoi compagni più noti e più sommi. + +Ed egli a me: " Saper d'alcuno è buono: 103 + +degli altri fìa laudabile tacerci, +che il tempo saria corto a tanto suono. + +Insomma sappi che tutti fur cherci 106 + +e letterati grandi e di gran fama, +d'un medesmo peccato al mondo lerci. + + +-'jcagì.y^A + + +Sepolcro d'Accorso e dì suo figlio Francesco, in Bologna, + + +CAN IO XV. + + +153 + + +Francese o +d'Accorso. + + +Prisciaiì son va con quella liiiha grama, i"'» + +V Francesco ci Accorso arìclic ; e vedervi, +s avessi aviilo di lai tigna hrama, + + +fmc j>ià "dff +fmc (fin tTS +(tue jciii tre + + +Prisciano, miniat. del scc. xiv (dulia r.iinro/ie (/ de/fe Sciente). + + +Andrea de' +Mozzi. + + +colui potei che dal servo de' servi + +fu trasmutato d'Arno in Bacchiglione, +dove lasciò li mal protesi nervi. + + +112 + + +154 + + +INFERNO + + +L'Arno a Firenze, acquerello di E. Burci. +(Firenze, Raccolta storico-topografica). + + +11 Bacchiglione a Vicenza. + + +CAN IO XV. + + +3 3 + + +Di pili (Iikm; ina il venir e il scrmoiu* il') + +pili lungo ('ssor non può, però eh io veggio +là suigci nuovo fummo dal sabbione. + + +Genie vien con la quale esser non deggio ; +siati raccomandalo il mio ' Tesoro,' +nel quale io vivo ancora; e più non cheggio. " + + +ii.s + + +Poi si rivolse, e parve di coloro + +che corrono a Verona il drappo verde +per la campagna ; e parve di costoro + + +121 + + +quegli che vince, non colui che perde, + + +124 + + +^, + + +' H-- f + + +.^.. + + +i='t y\' % + + +'■^. + + +■:\ ri*4':''|ìrTi + + +H tri +a r-r^ ; iLv. + + +Il • %i!v. + + +r«:> + + +'li + + +aVr? i'^ Lt^ C'V»I + + +v-^i + + +iy + + +• 'i + + +lii:::iLiLeffl?^o ffl^iLh i. + + +Verona - Icoiioii;ralia iialiTiaiia. + + +Mtiiilcncso (Monviso). + + +CANTO XVI. + + +Cerchio set- QjA^ gj.^ jj^ \q^q qy^ g yjj^ jj iimbombo + +timo. Vio- + +lenti con- ^^'^ acqua che cadea nell altro giro, +tio natura. simile a quel che 1 arnie fanno rombo ; + +quando tre ombre insieme si partirò, +correndo, d una torma che passava +sotto la pioggia dell'aspro martiro. + +Venian ver noi, e ciascuna gridava : +" Sostati tu, che all'abito ne sembri +essere alcun di nostra terra prava. " + +Ahimè, che piaghe vidi ne' lor membri, +recenti e vecchie, dalle fiamme incese! +Ancor men duol, pur eh' io me ne rimembri. + + +10 + + +158 + + +INFERNO + + +Alle lor grida il mio dottor s attese ; +)lse il VISO ver me, e: " O + + +13 + + +voi + + +ra aspetta, +disse, " a costor si vuole esser cortese ; + + +Arnie antiche. + + +e se non fosse il foco che saetta +la natura del loco, io dicerei +che meglio stesse a te, che a lor, la fretta. " + + +16 + + +Ricominciar, come noi ristemmo, ei 19 + +Tre fiorentini, 1 antico verso ; e quando a noi fur giunti, +fenno una rota di sé tutti e trei. + + +CAN IO XVI + + +59 + + +Qiial sogliono I campion far midi ed unti, +avvisando loi prosa e lor vantagi^io, +prima clic sieii Ira lor halluli e punii; + + +22 + + +■V_x\ + + +Lottatori, da una miniatura del sec. xiv. +(Londra, Brilisli Museum). + + +cosi, rotando, ciascuno il visaggio 25 + +drizzava a me, si che in contrario il collo +faceva a pie continuo viaggio. + + +E, " se miseria desto loco sollo 28 + +rende in dispetto noi e nostri preghi, " +cominciò l'uno, " e il tinto aspetto e brollo, + + +I()0 + + +INFERNO + + +la fama nostra il tuo animo pieghi +a dirne chi tu se , che i vivi piedi +cosi securo che lo inferno freghi. + +Questi, 1 orme di cui pestar mi vedi, +tutto che nudo e dipelato vada, +fu di grado maggior che tu non credi. + + +31 + + +34 + + +('•nido (iiicrid cacc'iii i (iliil)olliiii da Arezzo, miniatura del scc. xiv, +(Rom;i, Biblioteca Chìgiana). + + +Guido +Guerra. + + +Tegghiaio +Aldobiandi. + + +Iacopo +Rusticucci. + + +Nepote fu della buona Gualdrada; 37 + +Guido Guerra ebbe nome, ed in sua vita +fece col senno assai e con la spada. + +L altro, che appresso me 1 arena trita, 40 + +è Tegghiaio Aldobrandi, la cui voce +nel mondo su dovria esser gradita. + +Ed io, che posto son con loro in croce, 43 + +Iacopo Rusticucci fui; e certo +la fiera moglie più eh' altro mi nuoce. " + + +o + + +o + + +e +o +tu + + +160 + + +INFERNO + + +la fama nostra il tuo animo pieghi +a dirne chi tu se , che i vivi piedi +cosi securo che lo inferno freghi. + +Questi, 1 orme di cui pestar mi vedi, +tutto che nudo e dipelalo vada, +fu di grado maggior che tu non credi. + + +:n + + +34 + + +(iìiido diurni caccia t (•' + + +jtiirii ilt'l ifc. MV. + + +Guido +Guerra. + + +Tegghiaio +Aldobrandi + + +Iacopo +Rusticucci. + + +la fì( + + +h' alti + + +era moglie più eh altro mi nuoce + + +Nepote fu della buona Gualdrada; 37 + +Guido Guerra ebbe nome, ed in sua vita +fece col senno assai e con la spada. + +L altro, che appresso me 1 arena trita, 40 + +è Tegghiaio Aldobrandi, la cui voce +nel mondo su dovria esser gradita. + +Ed IO, che posto son con loro in croce, 43 + +Iacopo Rusticucci fui; e certo + + +e +o + + +CANTO XVI, \<>\ + + +S'io fussi sialo dal foco (opcrlo, !'• + +gillalo ITU sarei Ira loi di sodo, +V cKxlo elle il dollor I avria soffcrlo. + +Ma perdi io mi sarcM brucialo o collo, i'» + +vinse paura la mia buona voglia, +cbe di loro abbracciar mi facea gbiollo. + +Poi cominciai : " Non dispetto, ma doglia r)2 + +la vostra condizion dentro mi fisse +tanto, che tardi tutta si dispoglia, + +tosto che questo mio signor mi disse 55 + +parole, per le quali io mi pensai +che qual voi siete, tal gente venisse. + +Di vostra terra sono ; e sempre mai 58 + +1 opre di VOI e gli onorati nomi +con affezion ritrassi ed ascoltai. + +Lascio la fele, e vo per dolci pomi fii + +promessi a me per lo verace duca ; +ma fino al centro pria convien eh io tomi. + + +Il + + +e se la fama tua dopo te luca, + + +II + + +" Se lungamente l'anima conduca 64 + +le membra tue, " rispose quegli allora. + + +cortesia e valor di se dimora 67 + +nella nostra città si come suole, +o se del tutto se n è gita f uora ; + + +162 INFERNO + + +Guglielmo che Guglielmo Borsiere, il qual si duole 70 + +Boisiere. • i, • + +con noi per poco, e va la coi compagni, +assai ne cruccia con le sue parole. + +La gente " La gente nuova e i sùbiti guadagni 73 + +orgoglio e dismisura han generata, +Fiorenza, in te, si che tu già ten piagni. + + +nuova. + + +Il + + +Cosi gridai con la faccia levata; 76 + +e i tre, che ciò inteser per risposta, +guatar l'un l'altro, come al ver si guata. + +" Se l'altre volte si poco ti costa, " 79 + +risposer tutti, " il satisfare altrui, +fehce te, che si parli a tua posta ! + +Però, se campi d esti lochi bui 82 + +e torni a riveder le belle stelle, +quando ti gioverà dicere : ' Io fui, ' + +fa che di noi alla gente favelle. " 85 + +Indi rupper la rota, ed a fuggirsi +ale sembiar le loro gambe snelle. + +Un ' ammen ' non saria potuto dirsi 88 + +tosto cosi, com'ei furo spanti; +per che al maestro parve di partirsi. + +Io lo seguiva, e poco eravam iti, 9i + +che il suon dell'acqua n era si vicino +che, per parlar, saremmo appena uditi. + + +CAN IO XVI + + +\<,i + + +U Acquachela ora Montone. + + +Il Montone a Forlì. + + +164 + + +NFERNO + + +Montone. + + +Cascata di +S. Benedetto. + + +Corda di Dan- +te gettata a +Cenone. + + +Come quel fiume e' ha proprio cammmo 94 + +prima da Monleveso in ver levante +dalla sinistra costa d Apenmno, + +che si chiama Acquacheta suso, avante 97 + +che si divalli giù nel basso letto, +ed a Folli di quel nome è vacante, + +rimbomba là sopra San Benedetto luu + +dell'Alpe, per cadere ad una scesa, +ove dovea per mille esser ricetto; + +cosi, giù, d una ripa discoscesa, 103 + +trovammo risonar quell acqua tinta, +si che in poc ora avria 1 orecchia offesa. + +Io aveva una corda intorno cinta, ine + +e con essa pensai alcuna volta +prender la lonza alla pelle dipinta. + +Poscia che 1 ebbi tutta da me sciolta, 109 + +si come il duca m avea comandato, +persila a lui aggroppata e ravvolta. + +Ond ei si volse in ver lo destro lato, 112 + +e alquanto di lungi dalla sponda +la gittò giuso in quell'alto burrato. + +" E' pur convien che novità risponda, " 110 + +dicea fra me medesmo, " al nuovo cenno, +che il maestro con l occhio si seconda. " + + +Cascata del Montone a S. Benedetto dell'Alpe. + + +Cascala del Montone a S. BenedeUo dell'Alpe. + + +CAN io XVI, + + +165 + + +S. Bcnedello dell'Alpe, disegno del Livcrani. +(Fusif^nano, proprietà l'iancasti-lli). + + +teidSg + + +Badia di .S". lieiicdrllo drll'Alìx-, disei;no del Livcrani. +(l'usigiiano, j)rc)prieUi Piancaslelli). + + +166 INFERNO + + +Ahi, quanto cauti gli uomini esser denno 118 + +presso a color, che non veggion pur 1 opra, +ma per entro i pensier miran col senno! + +Ei disse a me: " Tosto verrà di sopra 121 + +ciò eh 10 attendo e che il tuo pensier sogna; +tosto convien eh al tuo viso si scopra. " + +Sempre a quel ver e ha faccia di menzogna 124 + +de 1 uom chiuder le labbra quant ei puote, +però che senza colpa fa vergogna ; + +ma qui tacer noi posso ; e per le note 127 + +di questa commedia, lettor, ti giuro, +s elle non sien di lunga grazia vote, + +eh 10 vidi per quell aer grosso e scuro 130 + +ierione. Venir nuotando una figura in suso, + +maravigliosa ad ogni cor sicuro, + +si come torna colui che va giuso 133 + +talora a solver àncora, eh aggrappa +o scoglio o altro che nel mare è chiuso, + +che in su si stende, e da pie si rattrappa. 136 + + +Daniìiili culi Ir Ixiisc al fallo, di Mino da l'icsolc + + +(ltiiiii;i, (iicillc Nili ii'Mlli';. + + +CANTO XVII. + + +lenone. + + +" Ecco la fiera con la coda aguzza, + +che passa i monti e rompe i muri e l'armi; + + +it + + +ecco colei che tutto il mondo appuzza. + +Si commciò lo mio duca a parlarmi, +ed accennolle che venisse a proda, +vicino al fin de passeggiati marmi ; + + +e quella sozza imagine di froda + +sen venne, ed arrivò la testa e il busto ; +ma in su la riva non trasse la coda. + +La faccia sua era faccia d'uom giusto, +tanto benigna avea di fuor la pelle ; +e d un serpente tutto 1 altro fusto. + + +10 + + +168 + + +INFERNO + + +stendardo preso nel 1212 alia hatta.^lia di Las Xavas de Tolosa. + + +Due branche avea pilose infin 1 ascelle ; 13 + +lo dosso e il petto ed ambedue le coste +dipinti avea di nodi e di rotelle. + +Con più color sommesse e soprapposte 16 + +non fér mai drappo tartan né turchi, +né fur tai tele per Aragne imposte. + + +Tappeto orientale del scc. xiv. - (Milnno, l\[nspo Poldi-Pezzoli). + + +CANIO XVII + + +169 + + +I todesclii +luiciìi. + + +CoiiK^ lai volta stanno a riva i l)iii(lii, + +cli(' j)aii(' sono in acqua e parie in terra, +e coiiK^ là tra li te(l(\sclìi liirclìi + +lo bévero s assetta a far sua guerra ; +cosi la fiera pessima si stava +su I orlo che, di pietra, il sabbion serra. + +Nel vano tutta sua coda guizzava, +torcendo in su la venenosa forca +che, a guisa di scorpion, la punta armava. + + +9') + + +25 + + +u + + +surieri. + + +Il Bévero, da silografia del sec. xv. + +Lo duca disse : " Or convien che si torca +la nostra via un poco infino a quella + + +bestia malvagia che colà si corca. + + +Il + + +Però scendemmo alla destra mammella +e dieci passi femmo in su lo stremo, +per ben cessar la rena e la fiammella. + +E quando noi a lei venuti semo, +poco più oltre veggio in su la rena +gente seder propinqua al loco scemo. + + +28 + + +31 + + +34 + + +70 INFERNO + + +Quivi il maestro : " Acciò che tutta piena 37 + +esperienza d esto giron porti, " +mi disse, " va, e vedi la lor mena. + +Li tuoi ragionamenti sian là corti : i<» + +mentre che torni parlerò con questa, +che ne conceda i suoi omeri forti. " + +Cosi ancor su per la strema testa 43 + +di quel settimo cerchio, tutto solo +andai, dove sedea la gente mesta. + +Per gli occhi fuori scoppiava lor duolo; 46 + +di qua, di là soccorrien con le mani, +quando a vapori, e quando al caldo suolo. + +Non altrimenti fan di state i cani, 49 + +or col ceffo, or col pie, quando son morsi +o da pulci o da mosche o da tafani. + +Poi che nel viso a certi gli occhi pòrsi, 52 + +ne quah il doloroso foco casca, +non ne conobbi alcun ; ma io m accorsi + +Tasche che dal collo a ciascun pendea una tasca, 55 + +stemmate. i .1 , + +crie avea certo colore e certo segno, + +e quindi par che il loro occhio si pasca. + +E com 10 riguardando tra lor vegno, 58 + +m una borsa gialla vidi azzurro, +che d un leone avea faccia e contegno. + + +CANIO XVII. + + +17 + + +Leone ilei (ùanfujliuzzi. + + +(Firenze, S. Croce). + + +Scrofa (iej;li Scrovej;iii, ili (iiovanni Pisano. +(Padova, S. .Ilaria ilcH'Aiena). + + +172 INFERNO + + +Poi procedendo di mio sguardo il curro, 61 + +vidine un altra come sangue rossa +mostrare un oca bianca più che burro. + +Reginaldo Ed un, chc d uua scrofa azzurra e grossa 64 + +ciovegni. segnato avea lo suo sacchetto bianco, + +mi disse : " Che fai tu in questa fossa ? + + +Sigillo di Ucj;inaldo Scrouajtii. +(Padova, Museo). + + +Or te ne va; e perché se vivo anco, 67 + +Vitaliano sappi chc il mio vicin Vitaliano + +del Dente. .,,... + +sederà qui dal mio sinistro fianco. + +Con questi Fiorentin son Padovano ; 70 + +spesse fiate m intronan gli orecchi, +gridando : ' Vegna il cavalier sovrano, + + +che recherà la tasca con tre bécchi '. " 73 + +Qui distorse la bocca e di fuor trasse +la hngua, come bue che il naso lecchi. + + +CANTO XVII. 173 + + +l'.d IO, ((MTK^ndo no I |)iù star nucciasse 7fi + +lui cIk" (Il poco star m avca ainmonilo, +torna ini indietro dall anime lasse. + +Trovai io duca mio eh era salito 7'j + +già su la groppa del fiero animale, +e disse a me : " Or sie forte ed ardito ! + +Discesa al Omai si scende per si fatte scale : 82 + +cerchio ot- ,. . , , . ,. + +j3^,Q monta dinanzi, eh io voglio esser mezzo, + +si che la coda non possa far male. " + +Qual è colui, e ha si presso il riprezzo 85 + +della quartana, e ha già 1 unghie smorte, +e trema tutto, pur guardando il rezzo, + +tal divenn' io alle parole porte ; 88 + +ma vergogna mi fér le sue minacce, +che innanzi a buon signor fa servo forte. + +Io m assettai m su quelle spallacce : 91 + +si volli dir, ma la voce non venne +com io credetti : " Fa che tu m' abbracce. " + +Ma esso, che altra volta mi sovvenne 94 + +ad altro forse, tosto eh' io montai +con le braccia m avvinse e mi sostenne ; + +Cenone. g Jjsse : " Gerion, moviti omai ! 97 + +le rote larghe e lo scender sia poco : +pensa la nuova soma che tu hai. " + + +74 INFERNO + + +Come la navicella esce dal loco ino + +in dietro in dietro, si quindi si tolse; +e poi eh al tutto si senti a giuoco, + +là ov era il petto, la coda rivolse; ma + +e quella tesa, come anguilla, mosse, +e con le branche 1 aria a sé raccolse. + +Fetonte. Maggior paura non credo che fosse, iu6 + +quando Feton abbandonò li freni, +per che il ciel, come pare ancor, ci cosse; + +Icaro. né quando Icaro misero le reni i()9 + +senti spennar per la scaldata cera, +gridando il padre a lui : " Mala via tieni, " + +che fu la mia, quando vidi eh i era 112 + +nell aer d ogni parte, e vidi spenta +ogni veduta, fuor che della fiera. + +Ella sen va nuotando lenta lenta; ii5 + +rota e discende, ma non me n accorgo +se non eh al viso di sotto mi venta. + +Io sentia già dalla man destra il gorgo ns + +far sotto noi un orribile stroscio ; +per che con gli occhi in giti la testa sporgo. + +Allor fu 10 pili timido allo scoscio, 121 + +però eh 10 vidi fochi e sentn pianti; +ond 10 tremando tutto mi raccoscio. + + +CAN IO XVll. 175 + + +I*. vidi |)()i, clic noi v(Hl('a (lavanti, I-M + +lo scenderò e il girar |)(m li i^ran mali +che s'appressavan da diversi canti. + +Come il falcon eh' è stato assai su I ah, \'2i + +che senza veder logoro o uccello ; +fa dire al falconiere : " Oimè tu cali, + + +II + + +discende lasso, onde si mosse snello, i'{<> + +per cento rote, e da lungi si pone +dal suo maestro, disdegnoso e fello ; + +cosi ne pose al fondo Cenone 133 + +a pie a pie della stagliata ròcca, +e, discarcate le nostre persone, + +si dileguò come da corda cocca. 136 + + +Icaro, d'Andrea Pisano. +(Firenze, Campanile del Duomo). + + +. ' > ' + + +gf D'I I I II II ^ + + +Polite e Cdslct S. AiKjrlo prima (lolle Irasl'oriiiazioni di Alessandro \l. + +(Uihliolcca doli' Escoriai). + + +Malebolg + + +e. + + +Bolgia ot- +tava. + + +CANTO XVIII. + +Loco è in inferno detto Malebolge, +tutto di pietra e di color ferrigno, +come la cerchia che d intorno il volge. + +Nel dritto mezzo del campo maligno + +vaneggia un pozzo assai largo e profondo, +di CUI suo loco dicerò 1 ordigno. + +Quel cinghio che rimane adunque è tondo, +tra il pozzo e il pie dell alta ripa dura, +ed ha distinto in dieci valli il fondo. + + +Quale, dove per guardia delle mura +più e più fossi cingon li castelli, +la parte dov ei son rende figura ; + + +10 + + +178 INFERNO + + +tale imagine quivi facean quelli ; 13 + +e come a tai fortezze dai lor sogli +alla ripa di fuor son porìticelli, + +cosi da imo della roccia scogli 16 + +movien, che ricidean gli argini e i fossi +infino al pozzo, che i tronca e raccògli. + +In questo loco, della schiena scossi 19 + +di Gerion, trovammoci ; e il poeta +tenne a sinistra, ed io retro mi mossi. + +Alla man destra vidi nuova pietà, 22 + +nuovi tormenti e nuovi frustatori, +di che la prima bolgia era repleta. + +Ruffiani e ^q\ fondo erano ignudi i peccatori; 25 + +seduttori. , . . . -il + +dal mezzo in qua ci venian verso il volto, +di là con noi, ma con passi maggiori; + +come 1 Roman, per 1 esercito molto, 28 + +1 anno del giubbileo, su per lo ponte +hanno a passar la gente modo còlto, + +che dall' un lato tutti hanno la fronte 3i + +verso il castello e vanno a Santo Pietro, +dall altra sponda vanno verso il monte. + +Di qua, di là, su per lo sasso tetro 34 + +vidi demon cornuti con gran ferze, +che li battean crudelmente di retro. + + +CANIO XVIII + + +\7') + + +Alii cotnc fa((NUi lor levar le herze +all(* pinne percosse! ^là nessuno +le seconde aspellava, né le lerze. + +Menli IO andava, i^li occlu miei in uno +furo sconliali ; ed io si loslo dissi : +" Di già veder costui non son digiuno. " + + +■M + + +IH + + +L'antico .S". Pietro e il giubileo, da stanijia. + + +Perciò a figurarlo i piedi affissi ; 43 + +e il dolce duca meco si ristette, +ed assenti eh alquanto indietro gissi. + +E quel frustato celar si credette i6 + +Lassando il viso, ma poco gli valse ; +ch'io dissi: "Tu che l'occhio a terra gette, + + +1«0 + + +INFERNO + + +Vene t ico +Cacciane- +mici. + + +se le fazion che porti non son false, +Venedico se tu Caccianimico ; +ma che ti mena a si pungenti salse ? + + +ji) + + +Ed egli a me : " Mal volentier lo dico ; +ma sforzami la tua chiara favella, +che mi fa sovvenir del mondo antico. + + +52 + + +Veduta di Bolofjna, allrcsco dei primi anni del sec. xv. +(Bologna, San Petronio). + + +Ghisolabella. Io fui colui chc la Ghisolabclla + +condussi a far la vogha del Marchese, +come che suoni la sconcia novella. + + +oo + + +Corruzione +bolognese. + + +E non pur io qui piango bolognese; +anzi n'è questo loco tanto pieno, +che tante hngue non son ora apprese + + +58 + + +AiU' avyiat + + +La chiesa di S. Pietro nel secolo xi - disegno. +(Farfa, Monastero). + + +liHiiiiHiiiii^iiJil iiiuii. I II. iiinpi + + +L'antico Sun Pietro, aflresco del sec. xvi. +(Roma, S. Marlino dei Monti)- + + +CAN ICJ XVIll + + +Irti + + +La Sàvena presso Bologna. + + +a dicer ' sipa ' tra Savena e Reno; +e se di ciò vuoi fede o testimonio, +recati a mente il nostro avaro seno. " + + +fii + + +Cosi parlando il percosse un demonio +della sua scunada, e disse: " Via, + + +iffi. + + +ruman, qui non son femmine aa conio + + +f( + + +nt + + +Il liciio presso Bologna. + + +182 INFERNO + + +Io mi raggiunsi con la scorta mia : 67 + +poscia con pochi passi divenimmo +là ve uno scoglio della ripa uscia. + +Assai leggeramente quel salimmo, 70 + +e, volti a destra su per la sua scheggia, +da quelle cerchie eterne ci partimmo. + +Quando noi fummo là, dov ei vaneggia 73 + +di sotto per dar passo agh sferzati, +lo duca disse : " Attienti, e fa che feggia + +10 VISO in te di questi altri mal nati, 76 +a quah ancor non vedesti la faccia, + +però che son con noi insieme andati. " + +Del vecchio ponte guardavam la traccia, 79 + +che venia verso noi dall altra banda, +e che la ferza similmente scaccia. + +11 buon maestro, senza mia dimanda, 82 +mi disse : " Guarda quel grande che viene, + +e per dolor non par lagrime spanda : + +iiasone. quanto aspetto reale ancor ritiene ! 85 + +Quelli è Jason, che per core e per senno +h Colchi del monton privati fène. + +Egli passò per 1 isola di Lenno, 88 + +poi che le ardite femmine spietate +tutti li maschi loro a morte dienno. + + +CAN IO XVlll. + + +IH3 + + +Ivi con sogni r ron paiou^ ornalo +Isidlo ingannò, la giovinclla +c\\v [)iinia I alile avca tulle ingannale. + + +91 + + +1 \'^^9')!;j^^ADavisi + + +AVREVy- + + +Giasone, dal libro di Giusto de' Menabuoi (sec. xiv). +(Roma, Galleria Corsini). + + +Lasciolla quivi gravida e soletta : + +tal colpa a tal martiro lui condanna ; +ed anche di Medea si fa vendetta. + + +94 + + +Con lui sen va chi da tal parte inganna +e questo basti della prima valle +sapere, e di color che in sé assanna. " + + +97 + + +1H4 INFERNO + + +Già eravam dove lo stretto calle l'io + +con 1 argine secondo s incrocicchia, +e fa di quello ad un altr'arco spalle. + +Adulatori. Quindi sentinamo gente, che si nicchia h>3 + +nell altra bolgia e che col muso sbuffa +e sé medesma con le palme picchia. + +Le ripe eran grommate d una muffa, loo + +per 1 ahto di giù che vi si appasta, +che con gli occhi e col naso facea zuffa. + +Lo fondo è cupo si che non ci basta ino + +loco a veder senza montare al dosso +dell arco, ove lo scoglio più soprasta. + +Quivi venimmo; e quindi giù nel fosso 112 + +vidi gente attuffata in uno sterco, +che dagli uman privati parca mosso. + +E mentre eh io là giù con 1 occhio cerco, ii5 + +vidi un col capo si di merda lordo, +che non parca s era laico o cherco. + +Quei mi sgridò : " Perché se tu si ingordo 11 8 + +di riguardar più me che gli altri brutti? " +Ed io a lui: " Perché, se ben ricordo, + + +Alessio In- +teiminelli. + + +già t ho veduto coi capelh asciutti, 121 + +e se' Alessio Interminei da Lucca : +però t'adocchio più che gh altri tutti. " + + +L,e Salse presso Bologna. + + +CAN IO XVIll. 185 + + +Ed (gli alloi, l)all(Mi(l()si la /.lice a : r.'i + +" Qii'' i^'ii "^ lianiìo soniiTìciso le lusinglic, +ond' IO non (^hhi mai la lingua stucca. + +AppiTsso CIÒ lo duca: " Fa che pniglic^ ii7 + +mi disse " il viso un poco più avantc^, +si che la faccia ben con gli occhi atlinghe + + +i:{(» + + +di quella sozza e scapigliata fante, + +che là si graffia con l'unghie merdose, + +ed or s'accoscia, ed ora è in piede stante. + +Taide. Taide è, la puttana che rispose i^i^ + +al drudo suo, quando disse : ' Ho io grazie +grandi appo te ? ' : ' Anzi meravigliose. ' + +E quinci sien le nostre viste sazie. " 136 + + +I\(iiìui suW Idra ihilli' si'lU' U'sic. + + +((;:il:iliiiM, S. (^iileritiii). + + +CANTO XIX. + + +Cerchio ot- O Simon mago, o miseri seguaci, + +lavo, terza i i J- nv' L J* L + +1 1 • che le cose di Uio, che di boi + +bolgia. ' + +deono esser spose, voi rapaci + + +per oro e per argento adulterate ; + +or convien che per voi suoni la tromba, +però che nella terza bolgia state. + +Già eravamo alla seguente tomba + +montati, dello scoglio in quella parte + +che appunto sopra mezzo il fosso piomba. + +O somma Sapienza, quant è l' arte + +che mostri m cielo, m terra e nel mal mondo, +e quanto giusto tua virtù comparte ! + + +10 + + +88 + + +NFERNO + + +11 bel San +Giovanni. + + +Io Vidi per le coste e per lo fondo 13 + +piena la pietra livida di fóri +d un largo tutti, e ciascuno era tondo. + +Non mi parean meno ampi né maggiori 16 + +che quei che son nel mio bel San Giovanni +fatti per loco de batezzatóri ; + + +Si + + +imoniaci. + + +Ballialeio di Firenze, miniatura del sec. xiv. - (Roma, Biblioteca Chigiana). + +l'un delli quali, ancor non è molt anni, 19 + +rupp' 10 per un che dentro vi annegava : +e questo sia suggel eh ogni uomo sganni. + +Fuor della bocca a ciascun soperchiava 22 + +d'un peccator li piedi, e delle gambe +infìno al grosso; e 1 altro dentro stava. + + +o + + +e3 + + +C3 +hi + +N + + +N + +N + +O + +c +'o + + +e + +tr + +> + + +Nicolò III. - (Roma, Grotte Valicane). + + +CAN IO XIX. IMV + + +O qual che se', che 1 di su tien di sotto, +anima trista, come pai commessa, " +comincia' io a dir, " se puoi, fa motto. " + + +j,.ì + + +\ A' piante erano a Uilli accese enirainhe; +per che si forte ^ui//avan le i^iunle, +che spe/./ale av(MÌan ritorte e strambe. + + +Qual suole il fiammei^i^iar delle cose unte 'ix + +muoversi pur su per 1 estrema buccia, +tal era li da calcagni alle punte. + + +Nicolò Ili. " Chi è colui, maestro, che si cruccia, 3i + +guizzando più che gh altri suoi consorti, " +diss' io, " e CUI più rossa fiamma succia ? " + +Ed egli a me : " Se tu vuoi eh' io ti porti 3 1 + +là giù per quella ripa che più giace, +da lui saprai di sé e de' suoi torti. " + +Ed io : " Tanto m' è bel, quanto a te piace ; 37 +tu se signore, e sai eh' io non mi parto +dal tuo volere, e sai quel che si tace. " + +Allor venimmo in su 1 argine quarto; lu + +volgemmo e discendemmo a mano stanca +là giù nel fondo foracchiato ed arto. + +E il buon maestro ancor della sua anca 43 + +non mi dipose, si mi giunse al rotto +di quei che si piangeva con la zanca. + + +16 + + +190 + + +INIERNO + + +Io stava come il frale che confessa +lo perfido assassin, che poi eh' è fìtto +richiama lui, perché la morte cessa; + + +49 + + +Xicolò III, miniatura del secolo xiv, +(Roma, Biblioteca Chigiana). + + +ed ei gridò : " Sei tu già costi ritto, 52 + +Bonifacio Vili. sei tu già costi iitto, Bonifazio? + +di parecchi anni mi menti lo scritto. + +Se tu si tosto di quell aver sazio, 55 + +per lo qual non temesti tórre a inganno +la bella donna, e poi di farne strazio? " + + +Tal mi fec io, quai son color che stanno, +per non intender ciò eh è lor risposto, +quasi scornati, e risponder non sanno. + + +58 + + +CANTO XIX. + + +I'>»l + + +Bonifacio Vili, di Arnolfo di Cambio. - (Romn, Grolle V.ilicone). + + +Allor Virgilio disse : " Digli tosto : + +' Non son colui, non son colui che credi ' ; " +ed IO risposi come a me fu imposto. + + +61 + + +Per che lo spirto tutti storse i piedi ; +poi, sospirando e con voce di pianto, +mi disse : " Dunque che a me richiedi ? + + +64 + + +Se di saper chi io sia ti cai cotanto, +che tu abbi però la ripa corsa, +Il gran manto. sappi ch' io fui vestito del gran manto + + +67 + + +192 + + +INFERNO + + +O + + +rsini. + + +e veramente fui figliuol dell orsa, +cupido si per avanzar gli orsatti, +che su 1 avere, e qui me misi m borsa. + + +70 + + +^ i:t,^ + + +Orsa degli Orsini. +(Avezzaiio - Cnslello). + + +Di sotto al capo mio son gli altri tratti +che precedetter me simoneggiando, +per le fessure della pietra piatti. + + +73 + + +Là giù cascherò io altresì, quando +verrà colui eh io credea che tu fossi, +allor eh io feci il sùbito dimando. + + +76 + + +Carlo I (V Augia, d'Arnolfo di Cambio. - (Roma, Campidoglio). + + +( AN IO XIX. + + +')i + + +Ma più e il lonipo già clic i pir mi cossi, +0 eli IO son stalo cosi sottosopra, +eh 01 non starà piantato coi piò rossi ; + + +7'.t + + +Orsa degli Orsini. +(Vcnp/.ia, Ss. Giovanni e Paolo). + + +che dopo lui verrà, di più laid opra. +Clemente V. di vér ponente un pastor senza legge, +tal che convien che lui e me ricopra. + + +82 + + +Nuovo Jason sarà, di cui si legge + +ne' ' Maccabei ' : e come a quel fu molle +suo re, cosi fia a lui chi Francia regge. " + + +85 + + +194 + + +INFERNO + + +Io non so s io mi fui qui troppo folle, +eh IO pur risposi lui a questo metro : +" Deh, or mi di , quanto tesoro volle + + +88 + + +« Vienmi +dietro ». + + +Nostro Signore in prima da san Pietro +ch'ei ponesse le chiavi in sua balia? +Certo non chiese se non : ' Vienmi dietro. ' + + +91 + + +Carlo d'Anijiù. miniatura del sec. xiv. +(Roma, Biblioteca Chigiana). + + +Né Pier né gli altri tolsero a Mattia +oro od argento, quando fu sortito +al loco che perde l anima ria. + + +94 + + +Però ti sta, che tu se ben punito; +e guarda ben la mal tolta moneta, +ch'esser ti fece contra Carlo ardito. + + +97 + + +CANIO XIX. IT; + + +E se non lossr clic ancor lo mi vicla ino + +la reverenza delle somme chiavi, +che tu tenesti nella vita lieta, + +ScKt^iu) di io userei parole ancor più i^ravi; ur.i + +che la vostra avarizia il mondo attrista, +calcando i buoni e sollevando i pravi. + +Di voi, pastor, s accorse il vangelista, hk- + +quando colei, che siede sopra 1 acque, +puttaneggiar coi regi a lui fu vista ; + +quella che con le sette teste nacque 109 + +e dalle dieci corna ebbe argomento, +fin che virtute al suo manto piacque. + +Fatto V avete Dio d oro e d argento 112 + +e che altro è da voi ali idolatre, +se non eh elh uno, e voi n orate cento? + +Donazione Ahi, Costantin, di quanto mal fu matre, 115 + +di Costan- +tino, non la tua conversion, ma quella dote + +che da te prese il primo ricco patre ! " + +E mentre 10 gli cantava cotai note, 118 + +o ira o coscienza che il mordesse, +forte spmgava con ambo le piote. + +Io credo ben che al mio duca piacesse, 121 + +con si contenta labbia sempre attese, +lo suon delle parole vere espresse. + + +90 + + +INFERNO + + +^^m + +Wf^È »*•— ; + +' sB + +o +s + + +C/5 + + +CAN lo XIX. I'^7 + + +Kiioino. Pelò con ambo le braccia mi prese, ii^i + +V |)()i die liilto su mi s el)l)e al pedo, +limonio per la via onde discese ; + +né SI stancò d avermi a sé distretto, ri7 + +si mi portò sopra il colmo dell arco, +che dal quarto al quinto argine è tragetto. + +Quivi soavemente spose il carco, 130 + +soave per lo scoglio sconcio ed erto, +che sarebbe alle capre duro varco : + +indi un altro vallon mi fu scoperto. i:ì3 + + +Il costello ili linsrid. + + +CANTO XX. + + +Cerchio ot- +tavo, quar- +ta bolgia. + + +Ind + + +ovini. + + +Di nuova pena mi convien far versi, +e dar materia al ventesimo canto +della prima canzon, eh è de sommersi. + +Io era già disposto tutto quanto +a riguardar nello scoperto fondo, +che SI bagnava d angoscioso pianto; + +e vidi gente per lo vallon tondo + +venir tacendo e lagrimando, al passo +che fanno le letane in questo mondo. + +Come il viso mi scese in lor più basso, +mirabilmente apparve esser travolto +ciascun tra il mento e il principio del casso; + + +10 + + +200 INFERNO + + +che dalle reni era tornato il vólto, 13 + +ed indietro venir gli convenia, +perché il veder dinanzi era lor tolto. + +Forse per forza già di parlasia 16 + +SI travolse cosi alcun del tutto ; +ma IO noi vidi, né credo che sia. + +Se Dio ti lasci, lettor, prender hutto 19 + +di tua lezione, or pensa per te stesso + +com IO potea tener lo viso asciutto, + +quando la nostra imagine da presso 22 + +vidi si torta, che il pianto degh occhi +le natiche bagnava per lo fesso. + +Certo 1 piangea, poggiato ad un de rocchi 25 + +del duro scoglio, si che la mia scorta +mi disse : " Ancor se' tu degli altri sciocchi ? + +Qui vive la pietà quando è ben morta : 28 + +chi è più scellerato che colui +che al giudicio divin passìon porta? + +Drizza la testa, drizza, e vedi a cui 31 + +s aperse agli occhi de Teban la terra, +per che gridavan tutti : ' Dove rui, + +Indovini an- Anfìarao ? perché lasci la guerra ? ' 34 + +e non restò di rumare a valle +fino a Minos, che ciascheduno afferra. + + +CAN IO XX. 201 + + +Mira clic ha fallo \)v\U) delle s|)all(' : 37 + +porcile volle veder Iroppo davanlo, +di relro guarda e fa retroso calle. + +Tiresia. Vedi Tiresia, che mutò sembiante 40 + +quando di maschio femmina divenne, +cangiandosi le membra tutte quante ; + +e prima poi ribatter gli convenne 43 + +li due serpenti avvolti con la verga, +che riavesse le maschili penne. + + +Rovine di Limi. + + +Aronta. Aronta è quei che al ventre gli s'atterga, 46 + +che nei monti di Luni, dove ronca +lo Carrarese che di sotto alberga, + +ebbe tra i bianchi marmi la spelonca 49 + +per sua dimora ; onde a guardar le stelle +e il mar non gli era la veduta tronca. + + +202 + + +INFERNO + + +Rovine (li Limi. + + +Manto + + +E quella che ricopre le mammelle, + +che tu non vedi, con le treccie sciolte, +e ha di là ogni pilosa pelle, + +Manto fu, che cercò per terre molte, +poscia SI pose là dove nacqu io; +onde un poco mi piace che m' ascolte. + + +52 + + +55 + + +I monti di Carrara. + + +CANIO XX + + +203 + + +Isola Lc-clii nel lago di Guida + + +Il lago Be- +naco. + + +Poscia che il padre suo di vita uscio +e venne serva la città di Baco, +questa gran tempo per lo mondo gio. + +Suso in Italia bella giace un laco +a pie dell'alpe, che serra Lamagna +sopra Tiralli, ed ha nome Benaco. + + +58 + + +61 + + +Brescia, da un dipinto del Moretto. - (Brescia, Ss. Nazario e Celso). + + +204 + + +INFERNO + + +Per mille fonti, credo, e più si bagna, +tra Garda e Val Camonica, Apennino +dell'acqua che nel detto lago stagna. + +Loco è nel mezzo là dove il trentino +pastore e quel di Brescia e il veronese +segnar potria, se fesse quel cammino. + + +61 + + +67 + + +La ròcca di Peschiera, disegno del Sanuto. + + +Siede Peschiera, bello e forte arnese +da fronteggiar Bresciani e Bergamaschi +ove la riva intorno più discese. + + +70 + + +Ivi convien che tutto quanto caschi 73 + +CIÒ che in grembo a Benaco star non può, +e fassi fiume giù pei verdi paschi. + + +o +e + +5 + +ce + + +o + + +O + + +o + +e +o +u + +e + + +CAN IO XX + + +nr> + + +MlIUU + + +U). + + +1 Oslo clic 1 ac(|iia a ( onci nicUc co, +iioii |)iii B(Miac(), ma Mmcio si chiariìfi +(ino a Governo, dove cade in Po. + +Non mollo Ila corso clic trova una lama, +nella qual si distende e la impaluda, +e suol di state talor esser grama. + + +7r, + + +7'.) + + +Governalo. + + +Quindi passando la vergine cruda +vide terra nel mezzo del pantano, +senza coltura e d'abitanti nuda. + + +82 + + +Li, per fuggire ogni consorzio umano, +ristette co suoi servi a far sue arti, +e visse, e vi lasciò suo corpo vano. + +Gli uomini poi, che intorno erano sparti, +s accolsero a quel loco, ch'era forte +per lo pantan che avea da tutte parti. + + +85 + + +88 + + +206 + + +INFERNO + + +Mantova. + + +Fér la città sopra quell ossa morte; +e per colei, che il loco prima elesse, +Mantova l appellar senz altra sorte. + +Già fur le genti^sue dentro più spesse, +prima che la mattia di Casalodi +da Pinamonte inganno ricevesse. + + +91 + + +94 + + +Munluuu e le sua paludi, da un dipinto del ^Slanlegna. +(Madrid, Galleria del Prado). + + +Però t assenno che, se tu mai odi +originar la mia terra altrimenti, +la verità nulla menzogna frodi. " + +Ed IO : " Maestro, i tuoi ragionamenti +mi son si certi e prendon si mia fede, +che gli altri mi sarian carboni spenti. + + +97 + + +100 + + +CANTO XX. 207 + + +IVla dimmi della genie" cIk* procede, ni:{ + +s(^ lu ne vedi akim degno di nota ; +che solo a ciò la mia menl(" lifiede. " + +Emipilo. Allor mi disse: "Quel, che dalla gola kki + +porge la barba in su le spalle brune, +fu, quando Grecia fu di maschi vota + +si che appena rimaser per le cune, m» + +augure, e diede il punto con Calcanta +m Aulide a tagliar la prima fune. + +Eunpilo ebbe nome, e cosi il canta 112 + +1 alta mia tragedia m alcun loco : +ben lo sai tu che la sai tutta quanta. + +Quell altro, che ne' fianchi è cosi poco, 11 5 + +Indovini mo- Michele Scotto fu, che veramente + +delle magiche frode seppe il gioco. + +Vedi Guido Bonatti; vedi Asdente, 118 + +che avere inteso al cuoio ed allo spago +ora vorrebbe, ma tardi si pente. + +Vedi le triste che lasciaron l'ago, 121 + +la spola e il fuso, e fecersi indovine ; +fecer malie con erbe e con imago. + +Ma vienne omai, che già tiene il confine 124 + +d ambedue gli emisperi e tocca l'onda, +sotto Sibilla, Caino e le spine; + + +d + + +erni. + + +208 + + +INFERNO + + +e già lernotte fu la luna tonda : + +ben ten dèe ricordar, che non ti nocque +alcuna volta per la selva fonda. + + +127 + + +Si mi parlava, ed andavamo introcque. + + +130 + + +L' .A/1/10 col Soie e la Luna. +(Aosta, Duonio). + + +l.lUCll. + + +CANTO XXI. + + +Cerchio ot- +tavo, quin- +ta bolgia. + +Barattieri. + + +Cosi, di ponte in ponte, altro parlando +che la mia commedia cantar con cura, +venimmo, e tenevamo il colmo, quando + +ristemmo per veder l'altra fessura + +di Maiebolge e gli altri pianti vani ; +e vidila mirabilmente oscura. + + +Ai"zanà dei +Veneziani. + + +Quale nell arzanà de Viniziani +bolle 1 inverno la tenace pece +a rimpalmar li lor legni non sani, + +che navicar non ponno, e in quella vece +chi fa il suo legno nuovo, e chi ristoppa +le coste a quel che più viaggi fece. + + +10 + + +210 + + +INFERNO + + +chi ribatte da proda e chi da poppa, +altri fa remi, ed altri volge sarte, +chi terzeruolo ed artimon rintoppa; + + +13 + + +\.'Ar:iiiìà dvi Vcncziiini. +dalla veduta prospettica di Venezia attribuita a Jacopo de' Barlìari. + + +tal, non per foco, ma per divina arte +bollia là giuso una pegola spessa +che inviscava la ripa da ogni parte. + + +ir. + + +Io vedea lei, ma non vedeva in essa +ma che le bolle che il bollor levava, +e gonfiar tutta, e riseder compressa. + + +19 + + +CAN IO XXI, + + +Jll + + +Coslruzionc di una lunw, scolliira de) sec. xiv. +(Venezia, S. Marco). + + +Mentr io là giù fissamente mirava, + +lo duca mio dicendo : " Guarda, guarda ! " +mi trasse a sé del loco dov io stava. + + +•)•) + + +Allor mi volsi come 1 uom cui tarda +di veder quel che gli convien fuggire, +e CUI paura sùbita sgagliarda, + + +J.O + + +212 INFERNO + + +che per veder non indugia il partire; 2 + +a riguardar s' alcun se ne sciorina: +gite con lor, ch'ei non saranno rei. " + +" Tratti avanti, Alichino e Calcabrina, " iis + +cominciò egli a dire, " e tu, Cagnazzo, +e Barbariccia guidi la decina. + +Libicocco vegna oltre, e Draghignazzo, 121 + +Ciriatto sannuto, e Graffìacane, +e Farfarello, e Rubicante il pazzo. + +Cercate intorno le bollenti pane; 124 + +costor sien salvi msino ali altro scheggio, +che tutto intero va sopra le tane. " + +" O me! maestro, che è quel che io veggio? " 127 +diss io; " deh, senza scorta andiamci soli, +se tu sai ir, eh 10 per me non la cheggio. + + +218 INFERNO + + +Se tu se si accorto come suoli, l'^o + +non vedi tu eh ei digrignan li denti +e con le ciglia ne minaccian duoli ? " + +Ed egli a me: " Non vo' che tu paventi, 133 + +lasciali digrignar pure a lor senno, +ch'ei fanno ciò per li lessi dolenti. " + +Per l'argine sinistro volta dienno; i3t) + +ma prima avea ciascun la lingua stretta +coi denti, verso lor duca per cenno, + +ed egli avea del cui fatto trombetta. 139 + + +'l'orncunwntu. - (Am;o1ì l'iceno). + + +CANTO XXII. + + +Cerchio ot- Jq yidi già cavalier muover campo, + +tavo, quin- . . , , + +ta bolgia. ^ commciare stormo, e rar lor mostra, + +Barattieri. ^ talvolta partir per loro scampo ; + +corridor vidi per la terra vostra, +o Aretini, e vidi gir gualdane, +fedir torneamenti, e correr giostra, + +quando con trombe e quando con campane, +con tamburi e con cenni di castella, +e con cose nostrali e con istrane; + +né già con si diversa cennamella +cavalier vidi muover, né pedoni, +né nave a segno di terra o di stella. + + +Aiififlo + +che suoiu^ la ceniuiinella. + +(.Pistoia, Duomo). + + +220 + + +INFERNO + + +Fiera com- +pagnia. + + +Noi andavam con li dieci dimoni; +ahi fiera compagnia ! ma nella chiesa +coi santi ed in taverna coi ghiottoni. + + +13 + + +» f i t + + +Campane. - (Perugia, l'onU- Maggiore). + + +Pure alla pegola era la mia intesa, +per veder della bolgia ogni contegno +e della gente eh entro v era incesa. + + +16 + + +Come i delfini, quando fanno segno +ai marinar con 1 arco della schiena, +che s'argomentin di campar lor legno; + + +19 + + +cAN re; XXll, + + +221 + + +lalor cosi ad alloggiar la pena + +nioslrava alcun dei pcccalori il dosso, +e nascondeva in mcn che non balena. + + +E come all'orlo dell'acqua d un fosso +stan li ranocchi pur col muso fuori, +si che celano i piedi e l'altro grosso; + + +j..y + + +In hwcnia, atlrcsco dei Fralclli SaliinluMii. +(Urbino, S. Giovanni Battista). + + +Barb + + +aricela. + + +si stavan d ogni parte i peccatori: +ma come s appressava Barbariccia, +cosi si ritraean sotto i bollori. + + +28 + + +Io vidi, ed anco il cor me n accapriccia, +uno aspettar cosi, com egli incontra +che una rana rimane ed altra spiccia : + + +31 + + +222 + + +INFERNO + + +Graffiacane. e Graffiacan, che gli era più di centra, +gli arroncigliò le impegolate chiome, +e trasse! su, che mi parve una lontra. + +Io sapea già di tutti quanti il nome, +si li notai, quando furono eletti, +e poi che si chiamaro attesi come. + + +34 + + +37 + + +Rubicante. + + +Giatnpolo +di N avana. + + +Ciriatto. + + +" O Rubicante, fa che tu gli metti 4o + +gli unghioni addosso, si che tu lo scuoi, " +gridavan tutti insieme i maledetti. + +Ed io: " Maestro mio, fa, se tu puoi, 43 + +che tu sappi chi è lo sciagurato +venuto a man degli avversari suoi. " + +Lo duca mio gli s accostò allato, 46 + +domandollo ond ei fosse, e quei rispose : +" Io fui del regno di Navarra nato. + +Mia madre a servo d un signor mi pose, 49 + +che m avea generato d un ribaldo +distruggitor di sé e di sue cose. + +Poi fui famiglio del buon re Tebaldo : 52 + +quivi mi misi a far baratteria, +di che rendo ragione in questo caldo. " + +E Ciriatto, a cui di bocca uscia 55 + +d ogni parte una sauna come a porco, +gli fé' sentir come luna sdruscia. + + +CAN ro XXII + + +223 + + +1 la male ^allc era v(mìiiI() il sorco ; +ma Barhaiiccia il cIìiuso con le braccia, +e disse : " Siale in là, incnlr io lo inforco ; + + +n» + + +Libi + + +ICOCCO. + + +Diaghl- +gnazzo. + + +Fra Gomita. + + +e al maestro mio volse la faccia : + +" Domanda ", disse, " ancor se più desìi +saper da lui, prima eh altri il disfaccia. " + + +111 + + +Lo duca dunque: "Or di': degli altri rii +conosci tu alcun che sia latino +sotto la pece ?" E quegli : " Io mi partii + +poco è da un, che fu di là vicino; +cosi foss io ancor con lui coperto, +ch'io non temerei unghia, né uncino. " + +E Libicocco : " Troppo avem sofferto, " +disse, e presegli il braccio col ronciglio, +si che, stracciando, ne portò un lacerto. + +Draghignazzo anco i volle dar di piglio +giuso alle gambe ; onde il decurio loro +SI volse intorno intorno con mal piglio. + +Quand elli un poco rappaciati fòro, +a lui, che ancor mirava sua ferita, +domandò il duca mio senza dimoro : + +" Chi fu colui, da cui mala partita +di che facesti per venire a proda? " +Ed ei rispose : " Fu Frate Gomita, + + +CI + + +(•)7 + + +70 + + +73 + + +7G + + +79 + + +224 INFERNO + + +quel di Gallura, vasel d ogni froda, «2 + +eh ebbe i nimici di suo donno in mano, +e fé si lor, che ciascun se ne loda : + +denar si tolse, e lasciolli di piano, «5 + +si com ei dice ; e negli altri ufficT anche +barattier fu non picciol, ma sovrano. + +Michel Usa con esso donno Michel Zanche «8 + +Zanche. ri i i* r e r + +di Logodoro ; e a dir di oardigna + +le lingue lor non si sentono stanche. + +O me ! vedete 1 altro che digrigna : 9i + +io direi anco ; ma io temo eh elio +non s apparecchi a grattarmi la tigna. + + +it + + +Farfarello. E il gran proposto, vólto a Farfarello 94 + +che stralunava gli occhi per ferire, +disse : " Fatti in costà, malvagio uccello ! " + +" Se voi volete vedere o udire, " 97 + +ricominciò lo spaurato appresso, +" tòschi o lombardi, io ne farò venire ; + +ma stien le male branche un poco in cesso, loo +si ch'ei non teman delle lor vendette; +ed IO, sedendo in questo loco stesso, + +per un eh io son, ne farò venir sette, 103 + +quand io sufolerò, com è nostr uso +di fare allor che fuori alcun si mette. " + + +Demonii, dal «Trionfo della Morte». +(Pisa, Camposanto). + + +CANTO XXII + + +225 + + +'agnaz/o. Caj^iìa//<) a (olal inolio levò il imiso, + +crollaiKlo il capo, e disse: Odi inali/.ia +ch'egli Ila pensala per pillarsi giuso. " + + +Kit; + + +Arezzo, di Giotto. +(Assisi - Chiesa dì S. Francesco). + + +Ond ei, eh avea lacciuoli a gran divizia, +rispose : " Malizioso son io troppo +quand'io procuro a' miei maggior tristizia. " + + +109 + + +226 INFERNO + + +Alicliino. Alichin non si tenne, e, di rintoppo 112 + +agli altri, disse a lui: " Se tu ti cali, +10 non ti verrò dietro di galoppo, + +ma batterò sopra la pece lali; 115 + +lascisi il colle, e sia la ripa scudo +a veder se tu sol più di noi vali. " + +O tu che leggi, udirai nuovo ludo ! 118 + +Ciascun dall altra costa gli occhi volse ; +quei pria, eh a ciò fare era più crudo. + +Demoni ]^q Navariese ben suo tempo colse, 121 + +delusi. + +fermò le piante a terra, e m un punto +saltò e dal proposto lor si sciolse. + +Di che ciascun di colpa fu compunto, 124 + +ma quei più, che cagion fu del difetto; +però si mosse, e gridò : " Tu se' giunto ! " + +Ma poco i valse, che 1 ale al sospetto 127 + +non poterò avanzar: quegli andò sotto, +e quei drizzò, volando suso, il petto; + +non altrimenti 1 anitra di botto, i3n + +quando il falcon s'appressa, giù s attuffa, +ed ei ritorna su crucciato e rotto. + +Calcabrina. Irato Calcabrina della buffa, 133 + +volando dietro gli tenne, invaghito +che quei campasse, per aver la zuffa. + + +cAN ro xxn. 227 + + +Zuffa de- +moniaca. + + +E come il baiallici fu disparito, ik- + +cosi volsr ^li ardali al suo compaiano, +e fu con lui sopra il fosso ghcrmilo. + +Ma l'altro fu bene sparvicr grifagno i;i'» + +ad artigliar ben lui, e ambedue +cadder nel mezzo del bollente stagno. + +Lo caldo sghermitor subito fue; i l'i + +ma però di levarsi era niente, +si aveano inviscate 1 ali sue. + +Barbariccia, con gli altri suoi dolente, 115 + +quattro ne fé' volar dall altra costa +con tutti i raffi, ed assai prestamente + +di qua, di là discesero alla posta : 1 1« + +porser gli uncini verso gì impaniati, +ch'eran già cotti dentro dalla crosta; + +e noi lasciammo lor cosi impacciati. 101 + + +('.oltilìiii, sil()i;i;ilia ilei 1 l".»,J. + + +CANTO XXIII. + + +Cerchio ot- Taciti, soli e senza compagnia, + +tavo, sesta , . ., ., 'ri j + +bolgia. ^ andavam 1 un dinanzi a 1 altro dopo, + +Ipocriti. come i frati minor vanno per via. + +Vòlto era in su la favola d Isopo 4 + +lo mio pensier per la presente rissa, +dovei parlò della rana e del topo; + +che più non si pareggia ' mo ' ed ' issa ' 7 + +che 1 un con l'altro fa, se ben s accoppia +principio e fine con la mente fissa. + + +E come 1 un pensier dall altro scoppia, +cosi nacque di quello un altro poi, +che la prima paura mi fé doppia. + + +10 + + +230 + + +INFERNO + + +Io pensava cosi : " Questi per noi + +sono scherniti, e con danno e con beffa +si fatta eh assai credo che lor noi. + + +13 + + +Lit fdi'old (ìiìld rana e del topo, silografia del 1486. + + +Timore +di Dante. + + +Se 1 ira sovra il mal voler s aggueffa, +ei ne verranno dietro più crudeli +che il cane a quella lepre eh egli acceffa. " + +Già mi sentia tutti arricciar li peli +della paura, e stava indietro intento, +quand' io dissi : " Maestro, se non celi + +te e me tostamente, i ho pavento + +di Malebranche ; noi gli avem già dietro ; +io gl'imagino si che già gli sento. " + +E quei: " S'io fossi di piombato vetro, +r imagine di fuor tua non trarrei +più tosto a me, che quella dentro impetro. + + +16 + + +19 + + +22 + + +25 + + +C'AN IO XXIII. 231 + + +Pur mo veniali 11 tuoi jjcnsicr Ira i iiikì 28 + +con simile^ allo r con siniilc faccia, +si clic d cnlranihi un sol consiglio fci. + +S egli è che si la desìi a cosla giaccia, ^i + +che noi possiam nell'allra bolgia scendere, +noi fuggiiem l' imaginala caccia. " + +Inseguimento Già non coHipiè di tal consiglio rendere, 34 + +dei diavoli. i » • i- • i. • r ì- ^ + +eh IO gli Vidi venir con I ali tese, +non molto lungi, per volerne prendere. + +Lo duca mio di sùbito mi prese, 37 + +come la madre eh al romore è desta +e vede presso a sé le fiamme accese, + + +to + + +che prende il figlio e fugge e non s arresta, +avendo più di lui che di sé cura, +tanto che solo una camicia vesta ; + + +e giù dal collo della ripa dura t3 + +supin si diede alla pendente roccia, +che r un dei lati ali altra bolgia tura. + +Non corse mai si tosto acqua per doccia 46 + +a volger rota di molin terragno, +quand ella più verso le pale approccia, + +come il maestro mio per quel vivagno, 49 + +portandosene me sopra il suo petto, +come suo figlio, non come compagno. + + +232 INFERNO + + +Appena fur gli pie suoi giunti al letto 52 + +del fondo giù, eh ei furono in sul colle +sopr esso noi ; ma non gli era sospetto ; + +che 1 alta provvidenza, che lor volle 55 + +porre ministri della fossa quinta, +poder di partirs'indi a tutti tolle. + +Ipocriti. Là giù trovammo una gente dipinta, 58 + +che giva intorno assai con lenti passi, +piangendo, e nel sembiante stanca e vinta. + +Elli avean cappe con cappucci bassi tu + +dinanzi agli occhi, fatte della taglia +che per li monaci in Cologna fassi. + +Di fuor dorate son si ch'egli abbaglia; 64 + +Le cappe di j^^^ dentro tutte piombo, e gravi tanto, + +piombo. 1 n 1 • 1 1- r + +Cile rederico le mettea di paglia. + +O in eterno faticoso manto! 67 + +Noi ci volgemmo ancor pure a man manca +con loro insieme, intenti al tristo pianto; + +ma per lo peso quella gente stanca 70 + +venia si pian che noi eravam nuovi +di compagnia ad ogni muover d anca. + +Per ch'io al duca mio: " Fa che tu trovi 7.3 + +alcun eh al fatto o al nome si conosca, +e gli occhi, si andando, intorno muovi. " + + +- <:.^' " + + +V / + + +■^. + + +1 + + +ì'^ + + +fi \- + + +V + + +5 -■'^a-n + + +C9 + +o + + +I + +Ih + +cq + + +5t. + + +C3 + + +CANIO XXIII. 233 + + +Rei un cUc inl('so la parola lósca, 7r» + +(li ìcUo a noi ^ndò : " rcnclc i |)i('(li, +VOI che correle si per I aura fosca : + +forse ch'avrai da me quel che tu chiedi. " 7'.» + +Onde il duca si volse, e disse : " Aspetta ; +e poi secondo il suo passo procedi. " + +Catalano dei Ristetti, e vidi due mostrar gran fretta «2 + +Malavolti e i ii» • i • r + +Loderingo dell animo, col viso, d esser meco; + +j^,? * "' ma tardavagli il carco e la via stretta. + +dalo. ° + + +h: + + +88 + + +Quando fur giunti, assai con 1 occhio bieco +mi rimiraron senza far parola ; +poi SI volsero in sé, e dicean seco : + +" Costui par vivo ali atto della gola; +e s ei son morti, per qual privilegio +vanno scoperti della grave stola? " + + +Poi disser me: " O Tòsco, ch'ai collegio 9i + +degl ipocriti tristi se' venuto, +dir chi tu sei non aver in dispregio. " + +Ed io a loro : " Io fui nato e cresciuto 9 1 + +sopra il bel fiume d'Arno alla gran villa, +e son col corpo eh' 1' ho sempre avuto. + +Ma voi chi siete, a cui tanto distilla, 97 + +quant' io veggio, dolor giù per le guance? +e che pena è in voi che si sfavilla? " + + +234 + + +INFERNO + + +Frale (uiiidrulc + + +(Bologna, Musco Civico). + + +Frati godenti. + + +E r un rispose a me : " Le cappe rance loo + +son di piombo, si grosse che li pesi +fan cosi cigolar le lor bilance. + +Frati godenti fummo, e bolognesi; 103 + +io Catalano e questi Loderingo +nomati, e da tua terra insieme presi, + + +CAN lo XXlll. + + +235 + + +come suole esser lollo un uoni solingo i'"> + +per conservar sua pace, e funinio lali, +eli' ancor si pare intorno dal Gai dingo. + + +Io cominciai: "O frali, i vostri mali..,.", +ma più non dissi; clié ali occhio mi corse, +un, crocifisso in terra con tre pali. + + +Ki'J + + +Hontaiw. (k'i l-Vali CiaiuleiUi + + +Caifas. + + +Quando mi vide, tutto si distorse, +soffiando nella barba co' sospiri ; +e il frate Catalan, eh a ciò s accorse, + +mi disse: " Quel confitto, che tu min, +consigliò 1 farisei, che convenia +porre un uom per lo popolo a martiri. + +Attraversato e nudo è nella via, + +come tu vedi, ed è mestier ch'ei senta +qualunque passa, com'ei pesa, pria. + + +112 + + +115 + + +118 + + +236 + + +INFERNO + + +Anna pontefice. Ed a tal modo il suocero SI stenta, vii + +in questa fossa, e gli altri del concilio, +che fu per li giudei mala sementa. " + +Allor vid io maravigliar Virgilio 12 1 + +sopra colui ch'era disteso in croce +tanto vilmente nell'eterno esilio. + + +Ciiifus.su coiisij;lia ai Giudei il supplizio di Gebù. +Dipinto di Duccio tii Bonliisegna. - (Siena, Opera del Duomo). + + +Poscia drizzò al frate cotal voce : 127 + +" Non VI dispiaccia, se vi lece, dirci +se alla man destra giace alcuna foce, + +onde noi ambedue possiamo uscirci I3u + +senza costringer degli angeli neri, +che vegnan d'esto fondo a dipartirci. " + + +CAN ro XXIll. 237 + + +Rispose adunque: " Più clic lu non speri, i:5:< + +,1 . ■ s'appressa un sasso, (.he dalla t'raii cerchia + +alla sellima ' ' " + +1>oIrìo. si muove, e varca tutti i vallon feri, + +salvo ella questo è rotto, e no I coperchia: i:»*- +montar {potrete su per la mina, +che giace in costa e nel fondo soperchia. " + +Lo duca stette un poco a testa china, i:ì!) + +poi disse: " Mal contava la bisogna +colui che 1 peccator di là uncina. " + +E il frate: " Io udi' già dire a Bologna ivi + +del diavol vizi assai, tra i quali udi' +eh egli è bugiardo e padre di menzogna. + + +Il + + +Appresso il duca a gran passi sen gi, 145 + +turbato un poco d ira nel sembiante ; +ond io dagl incarcati mi parti' + +dietro alle poste delle care piante. ii8 + + +\ ((/ (// Mdf/ni. + + +CANTO XXIV. + + +Cerchio ot- +tavo, setti- +ma bolgia. + +Ladri. + + +In quella parte del giovinetto anno, + +che il sole i crin sotto l'Acquano tempra +e già le notti al mezzo di sen vanno, + +quando la brma in su la terra assempra +1 imagine di sua sorella bianca, +ma poco dura alla sua penna tempra, + +lo villanello, a cui la roba manca, + +si leva e guarda, e vede la campagna +biancheggiar tutta, ond ei si batte 1 anca ; + +ritorna in casa, e qua e là si lagna, + +come il tapin che non sa che si faccia, +poi riede e la speranza ringavagna, + + +10 + + +240 + + +INFERNO + + +veggendo il mondo aver cangiata faccia +in poco d ora, e prende suo vincastro, +e fuor le pecorelle a pascer caccia; + + +13 + + +cosi mi fece sbigottir lo mastro, + +quand io gli vidi si turbar la fronte, +e cosi tosto al mal giunse lo impiastro ; + + +16 + + +Acquario. +(Padova, Sala della Ragiono). + + +che, come noi venimmo al guasto ponte, +lo duca a me si volse con quel piglio +dolce, eh io vidi prima a pie del monte. + + +19 + + +Salita al ci- +glione. + + +Le braccia aperse, dopo alcun consiglio +eletto seco, riguardando prima +ben la ruina, e diedemi di piglio. + + +22 + + +CANTO XXIV. 241 + + +E come quri dir adoprra rd estima, 25 + +che scinprc par clic iniian/.i si provvcggia, +cosi, levando me su ver la cima + +d un ronchion, avvisava un altra scheggia, 'i.s + +dicendo: "Sopra quella poi l'aggrappa; +ma tenta pria s'è tal ch'ella ti reggia. " + +Non era via da vestito di cappa, :ìi + +che noi a pena, ei lieve ed io sospinto, +potevam su montar di chiappa in chiappa. + +E se non fosse da quel precinto, :'>i + +più che dall altro, era la costa corta, +non so di lui, ma io sarei ben vinto ; + +ma perché Malebolge in ver la porta .'7 + +del bassissimo pozzo tutta pende, +lo sito di ciascuna valle porta + +che 1 una costa surge e l'altra scende: w + +noi pur venimmo alfine in su la punta +onde 1 ultima pietra si scoscende. + +Affanno. La lena m era del polmon si munta, 43 + +quand io fui su, ch'io non potea più oltre; +anzi mi assisi nella prima giunta. + +Omai convìen che tu cosi ti spoltre, " 4fi + +disse il maestro, " che, seggendo in piuma, +in fama non si vien, né sotto coltre; + + +242 INFERNO + + +senza la qual chi sua vita consuma, 19 + +cotal vestigio in terra di sé lascia, +qual fummo in aer ed in acqua la schiuma ; + +e però leva su, vinci l'ambascia 52 + +con 1 animo che vince ogni battaglia, +se col suo grave corpo non s accascia. + +Più lunga scala convien che si saglia; 55 + +non basta da costoro esser partito: + + +se tu m intendi, or fa si che ti vagli + + +la." + + +Leva mi allor, mostrandomi fornito 58 + +meglio di lena eh io non mi sentia ; +e dissi : " Va, eh io son forte ed ardito. + + +Il + + +Su per lo scoglio prendemmo la via, 61 + +eh era ronchioso, stretto e malagevole, +ed erto più assai che quel di pria. + +Voce Parlando andava per non parer fievole, 64 + +dalla settima , . l ir 1 r + +1 !„• onde una voce uscio daii altro rosso, + +bolgia. ' + +a parole formar disconvenevole. + +Non so che disse, ancor che sopra il dosso g7 + +fossi dell arco già che varca quivi ; +ma chi parlava ad ira parca mosso. + +Io ero volto in giù, ma gli occhi vivi 70 + +non potean ire al fondo per 1 oscuro ; +per eh' io : " Maestro, fa che tu arrivi + + +CAN IO XXIV. 243 + + +clall aldo ciurlilo, e disinoiiliaiu lo imiio; 7M + +che coni I odo CjiiiiK 1 e non inlciido, +cosi giù veggio e nicnlc affiglilo. " + +" Altra risposta " disse " non ti rendo, 76 + +se non lo far; che la dimanda onesta +SI dee seguir con 1 opera tacendo. " + +Noi discendemmo il ponte dalla testa, 79 + +dove si aggiunge con 1 ottava ripa, +e poi mi fu la bolgia manifesta ; + +Pena e vidivi entro terribile stipa 82 + +dei ladri. ^. . r . r + +di serpenti, e di si diversa mena, + +che la memoria il sangue ancor mi scipa. + +Più non si vanti Libia con sua rena; 85 + +che, se chelidri, iaculi e farèe +produce e ceneri con amfisibena, + +né tante pestilenzie né si ree 88 + +mostrò giammai con tutta l'Etiopia, +né con ciò che di sopra il mar Rosso èe. + +Tra questa cruda e tristissima copia 91 + +correvan genti nude e spaventate, +senza sperar pertugio o elitropia. + + +I serpenti. Con serpi le man dietro avean legate ; + +quelle fìccavan per le ren la coda +e il capo, ed eran dinanzi aggroppate. + + +94 + + +244 + + +INFERNO + + +Ed ecco ad un, eh era da nostra proda, +s avventò un serpente, che il trafisse +là dove il collo alle spalle s'annoda. + + +97 + + +Amfesibciia e farra, da silografia del 1 18G. + + +Trasforma- +zioni. + + +Né 0 si tosto mai né / si scrisse, loo + +com'ei s'accese ed arse, e cener tutto +convenne che cascando divenisse ; + +e poi che fu a terra si distrutto, 103 + +la polver si raccolse per sé stessa +e in quel medesmo ritornò di butto. + +Cosi per li gran savi si confessa, 106 + +che la fenice more e poi rinasce, +quando al cinqueccntesimo anno appressa ; + + +Pnrte del dossale d'argento di S. Jacopo. - (Pisloin. Duomo), + + +Parte del dossale d'ar.ncnlo di S. .Iacopo. - (Pistoia, Duomo). + + +CANTO XXIV. + + +245 + + +erba, né biada in sua vila non pasce, +ma sol d incenso, lagrime ed amomo, +e nardo e mura son 1 iillime fasce. + + +Il l'I + + +Fenice. +(Roma, .Miist'i Vaticani). + + +E qual è quei che cade, e non sa corno, +per forza di demon eh a terra il tira, +Oppilazione. o d'altra oppilazion che lega l'uomo, + +quando si leva, che intorno si mira +tutto smarrito dalla grande angoscia +eh egli ha sofferta, e guardando sospira; + +tal era il peccator levato poscia. + +O potenza di Dio, quanto se vera ! +che cotai colpi per vendetta croscia. + + +112 + + +115 + + +118 + + +246 + + +INFERNO + + +Lo duca il dimandò poi chi egli era ; 121 + +per eh ei rispose : " Io piovvi di Toscana, +poco tempo è, in questa gola fera. + +Vanni Pucci. Vita bestiai mi piacque, e non umana, 124 + +si come a mul eh io fui: son Vanni Pucci +bestia, e Pistoia mi fu degna tana. " + + +Piazza di Pistoia. + + +Ed io al duca: " Digli che non mucci, 128 + +e domanda che colpa qua giù il pmse; +eh' io il vidi uomo di sangue e di crucci. " + +E il peccator, che intese, non s infìnse, 130 + +ma drizzò verso me l'animo e il volto +e di trista vergogna si dipinse; + + +CAN IO XXIV. + + +247 + + +poi clissr: " Pili mi diiol cUv In in hai rollo i:n +nella nìis(MÌa dove lu mi vedi, +che quando fui drll' altra vita lollo. + + +Porla (h'ila cappella di S. Jacopo, già della Sacrrslia de' belli arredi. + +(Pistoia, Duoaio). + + +Io non posso negar quel che tu chiedi +in giù son messo tanto, perch io fui +ladro alla sacrestia de belli arredi ; + + +136 + + +248 + + +INFERNO + + +e falsamente già fu apposto altrui. + +Ma perché di tal \ista, tu non godi, +se mai sarai di fuor da lochi bui, + + +139 + + +Parte del dossale d'argento di S. Jacopo. +(Pistoia, Duomo). + + +Profezia. + + +'1 gli + + +:hi al + + +odi + + +apri gli orecchi al mio annunzio, e odi +Pistoia in pria di Negri si dimagra, +poi Fiorenza rinnova genti e modi. + + +142 + + +é + + +, ftr--iy»P^<»M<> + + +^ ^^-^ii*^ + + +fl-ATÌC^ Gle>1,tyni^:ìeV4^ + +e. + + +c**»r^ + + +a> '' vni.^i^r r^>ftrJb + + +*. + + +e- + + +:^: + + +. '-V + + +^v-rtvvo + + +il tu + + +V >^v'^ •■>*^-^"*^^ + + +\ + + +_^^gv*^^^ + + +ve + + +ta condanna di Vannj Facci, + + +CANTO XXIV. 249 + + +Traggo Mario vapor di Val di Magra i !'• + +clic di lorhidi nuvoli involulo, +e con lompesla impetuosa od agra + +sopra Campo Picen fia combattuto; l'i» + +ond ei repente spezzerà la nebbia, +si eh ogni Bianco ne sarà feruto. + +E detto l'ho, perché doler ti debbia. " i')i + + +Gaville, + + +CANTO XXV. + + +Bestemmia Al fine delle sue parole il ladro +r- le mani alzò con ambedue le fiche, + +rucci. ' + +gridando: " Togli, Dio, che a te le squadro. " + + +Le fiche, da un dipinto giottesco (Assisi, S. Francesco). + + +Da mdi in qua mi fur le serpi amiche, +perch una gli s avvolse allora al collo, +come dicesse : " Io non vo' che più diche. " + + +252 + + +INFERNO + + +Ed un altra alle braccia, e rilegollo +ribadendo sé stessa si dinanzi +che non potea con esse dare un crollo. + + +■CATEL^^^LINA-^ + +1 + + +'^^^^ + + +: Ir:^ + +C.alilina, dai libro di Giusto de' Mfiial>ii()i. +(.Uoma, GalliTia Cori»ini). + + +Invettive +contro +Pistoia. + + +Ahi, Pistoia, Pistoia, che non stanzi n» + +d incenerarti, si che piii non duri, +poi che m mal far lo seme tuo avanzi? + +Per tutti i cerchi dell inferno oscuri 13 + +non vidi spirto in Dio tanto superbo, +non quel che cadde a Tebe giti da muri. + + +CAN IO XXV. + + +253 + + +Qun si fiig}4Ì, cIk' non parlò piiì vorl)o; 10 + +ed io vidi un ((Milaiiro pun di ral)l)ia +venir chiamando: "Ove, ove l'acerbo?" + + +Maremma non cred io che tante n abbia, +quante bisce egli avea su per la groppa, +infin ove comincia nostra labbia. + +Sopra le spalle, dietro dalla coppa, +con l'ale aperte gli giacca un draco; +e quello affoca qualunque s intoppa. + + +19 + + +22 + + +Il Monte Aocntino, da slainpa de! 1581. + + +c + + +aco. + + +Lo mio maestro disse: " Questi è Caco, +che sotto il sasso di monte Aventino +di sangue fece spesse volte laco. + +Non va co suoi fratei per un cammino, +per lo furar frodolente eh ei fece +del grande armento, ch'egli ebbe a vicino; + + +J.Ì) + + +28 + + +254 + + +INFERNO + + +Ercole, ili LiioNaiuii Pisano. - (Pisa, Musco Civico). + + +onde cessar le sue opere biece + +sotto la mazza d Ercole, che forse +gliene die cento e non senti le diece. " + + +31 + + +CAN ro XXV. + + +255 + + +Ladri +fiorentini + + +Mentre che si parlava, ed ri trascorso, +e tre spirili veniier sotto noi, +de quai né io né il duca imo s accorse, + +se non quando gridar : " Chi siete voi > " +per elle nostra novella si ristette, +ed intendemmo pure ad essi poi. + +Io non gli conoscea ; ma ei seguette, +come suol seguitar per alcun caso, +che Tun nomare un altro convenette, + + +MI + + +■M + + +Cianfa +Donati. + + +dicendo : " Cianfa dove fia rimaso > " i"- + +Per ch'io, acciò che il duca stesse attento, +mi posi il dito su dal mento al naso. + +Se tu sei or, lettore, a creder lento kì + +CIÒ eh' io dirò, non sarà maraviglia, +che io, che il vidi, appena il mi consento. + +Com' io tenea levate in lor le ciglia, 49 + +ed un serpente con sei pie si lancia +dinanzi all'uno, e tutto a lui s'appiglia. + + +Trasforma- +zioni. + + +Coi pie di mezzo gli avvinse la pancia +e con gli anterior le braccia prese; +poi gli addentò e l una e l altra guancia. + + +.^)2 + + +Gli diretani alle cosce distese, 55 + +e miseli la coda tra ambedue, +e dietro per le ren su la ritese. + + +256 INFERNO + + +Ellera abbarbicata mai non fue r)8 + +ad arbor si, come l'orribil fiera +per 1 altrui membra avviticchiò le sue; + +poi s appiccar, come di calda cera 6i + +fossero stati, e mischiar lor colore ; +né l'un né l'altro già parca quel ch'era, + +come procede innanzi dall'ardore r)i + +per lo papiro suso un color bruno, +che non è nero ancora, e il bianco more. + +Agnello Gli altri due riguardavano, e ciascuno fi7 + +Biunelleschi. . , » r\ ai + +gridava : O me, Agnèl, come ti muti ! +vedi che già non sei né due né uno. " + +Già eran li due capi un divenuti, 70 + +quando n apparver due figure miste +in una faccia, ov'eran due perduti. + +Pèrsi le braccia due di quattro liste ; 73 + +le cosce con le gambe, e il ventre e il casso +divenner membra che non fùr mai viste. + +Ogni primaio aspetto ivi era casso : 76 + +due e nessun 1 imagine perversa +parca, e tal sen già con lento passo. + +Come il ramarro, sotto la gran fersa 79 + +de di canicular cangiando siepe, +folgore par, se la via attraversa ; + + +CANTO XXV. + + +257 + + +Francesco + +Guercio +Cavalcanti. + + +Ruoso +degli Abati + + +Trasforma- +zioni. + + +si panava, vonrnclo verso 1 epe + +degli alili (lii(\ un scipenlcllo accoso, +livido e iì(M() come gran di pepe. + +E quella parie, onde prima è preso +nostro alimento, all'un di lor trafisse; +poi cadde giuso innanzi lui disteso. + +Lo trafitto il mirò, ma nulla disse ; +anzi coi pie fermati sbadigliava, +pur come sonno o febbre l assalisse. + +Egli il serpente, e quei lui riguardava; +l'un per la piaga, e l'altro per la bocca +fumavan forte, e il fummo si scontrava. + +Taccia Lucano omai, là dov ei tocca +del misero Sabello e di Nassidio, +ed attenda ad udir quel eh or si scocca. + +Taccia di Cadmo e d' Aretusa Ovidio ; + +che, se quello in serpente e quella in fonte +converte poetando, io non l' invidio ; + +che due nature mai a fronte a fronte +non trasmutò, si eh ambedue le forme +a cambiar lor materia fosser pronte. + +Insieme si risposero a tai norme, + +che il serpente la coda in forca fésse, +e il feruto ristrinse insieme 1 orme. + + +Hli + + +«.') + + +.SS + + +01 + + +•Jl + + +97 + + +100 + + +103 + + +258 INFERNO + + +Le gambe con le cosce seco stesse kk. + +s'appiccar si che in poco la giuntura +non facea segno alcun che si paresse. + +Togliea la coda fessa la figura, i<'^> + +che SI perdeva là, e la sua pelle +si facea molle, e quella di là dura. + +Io vidi entrar le braccia per l'ascelle, 112 + +e 1 due pie della fiera, ch'eran corti, +tanto allungar quanto accorciavan quelle. + +Poscia li pie di retro, insieme attorti, ii"> + +diventaron lo membro che l' uom cela, +e il misero del suo n'avea due pòrti. + +Mentre che il fummo l'uno e l'altro vela 11 8 + +di color nuovo, e genera il pel suso +per luna parte, e dall'altra il dipela, + +l'un si levò, e l'altro cadde giuso, 121 + +non torcendo però le lucerne empie, +sotto le quai ciascun cambiava muso. + +Quel ch'era dritto il trasse ver le tempie, 124 + +e di troppa materia, che in là venne, +uscir gli orecchi delle gote scempie ; + +ciò che non corse in dietro e si ritenne 127 + +di quel soverchio, fé' naso alla faccia, +e le labbra ingrossò quanto convenne. + + +CAN IO XXV. + + +259 + + +Quel ( lì(^ giacca il iiiiiso innari/.i caccia, +e gli orecchi nliia per la lesta, +come face le corna la lumaccia ; + + +lidi + + +e la lingua, che avea unita e presta +prima a parlar, si fende, e la forcuta +nell'altro si richiude, e il fummo resta. + + +1 Mi + + +IMevo di GaviUc. + + +L'anima, ch'era fiera divenuta, 130 + +si fugge sufolando per la valle, +e l'altro dietro a lui parlando sputa. + +Poscia gli volse le novelle spalle, 139 + +e disse all'altro: " l' vo' che Buoso corra, +com' ho fatt' io, carpon per questo calle. " + +Cosi vid io la settima zavorra 142 + +mutare e trasmutare; e qui mi scusi +la novità, se fior la penna abbona. + + +260 INFERNO + + +Ed avvenga che gli occhi miei confusi iió + +fossero alquanto e 1 animo smagato, +non poter quei fuggirsi tanto chiusi + +Puccio eh IO non scorgessi ben Puccio Sciancato; 148 + +Sciancato. i -ili' + +ed era quei crie sol, de tre compagni +che venner prima, non era mutato; + +Francesco + +Cavalcanti. l'altro era quel che tu, Gaville, piagni. i5i + + +Gaeta. + + +CANTO XXVI. + + +Cerchio ottavo, Qq^Jj^ Fiorenza, poi che sei si grande + +ottava bolgia. + +Consiglieri fro- cHc per mare e per terra batti l'ali + +dolenti. 1 • r -i • i i + +e per lo interno li tuo nome si spande! + + +Tra li ladron trovai cinque cotali + +Invettiva con- . . ,. . , . , + +tro Firenze. ^^^^ Cittadini, Onde mi vien vergogna, +e tu in grande onranza non ne sali. + +Ma, se presso al mattin il ver si sogna, +tu sentirai di qua da picciol tempo +di quel che Prato, non ch'altri, t'agogna. + + +E se già fosse, non saria per tempo; +cosi foss ei da che pure esser dèe ! +che più mi graverà, com' più m'attempo. + + +10 + + +262 + + +INFERNO + + +Noi CI partimmo, e su per le scalee, + +che n avean fatte i borni a scender pria, +rimontò il duca mio, e trasse mée ; + + +13 + + +Prato, da un allresco di Agnolo Caddi. +(Prato, Duomo). + + +e proseguendo la solinga via + +tra le scheggie e tra rocchi dello scoglio, +lo pie senza la man non si spedia. + + +16 + + +CANTO XXVI + + +263 + + +.(■ ll)iii':i (li l'idlo. + + +Allor mi dolsi, ed ora mi ridoglio, 19 + +quand io drizzo la mente a ciò eh io vidi ; +e più lo ingegno affreno eh io non soglio. + + +perché non corra, che virtù no 1 guidi, +si che, se stella buona o miglior cosa +m ha dato il ben, eh io stesso no 1 m'invidi. + + +22 + + +Castello (li Pnilo. + + +264 + + +INFERNO + + +Quante il villan, eh al poggio si riposa, 20 + +nel tempo che colui che il mondo schiara +la faccia sua a noi tien meno ascosa, + + +come la mosca cede alla zanzara, +vede lucciole giù per la vallea, +forse colà dove vendemmia ed ara; + + +28 + + +Eliseo e gli orsi, iiiinialiua di Leonardo da Besozzo. + + +di tante fiamme tutta risplendea + +1 ottava bolgia, si com'io m accorsi, +tosto che fui là ve il fondo parca. + + +31 + + +El + + +iseo. + + +E qua! colui che si vengiò con gli orsi +vide il carro d Elia al dipartire, +quando 1 cavalli al cielo erti levorsi. + + +34 + + +CANTO XXVI. + + +2U'ì + + +die noi \)oWi\ si con ^Ii ocelli seguire +clic vedesse aluo che la (lannna sola, +si come nuvoletta, in su salire; + + +Il cuna d'Elia. +(F^oma, Particolare della porta della chiesa di Santa Sabina). + + +tal si movea ciascuna per la gola + +del fosso, che nessuna mostra il furto, +ed ogni fiamma un peccatore invola. + + +40 + + +266 + + +INFERNO + + +Io stava sopra il ponte a veder surto 43 + +si che s IO rìon avessi un ronchion preso, +caduto sarei giù senza esser urto ; + + +Diomede ed Ulisse, dal libro di Giusto de' Menabuoi. +(Roma, Galloria Corsini). » + + +e il duca, che mi vide tanto atteso, + +disse : " Dentro da' fochi son gli spirti ; +ciascun si fascia di quel eh egli è inceso. + + +46 + + +" Maestro mio, " rispos' io, " per udirti +son IO più certo; ma già m era avviso +che cosi fosse, e già voleva dirti : + + +49 + + +CANTO XXVI. 267 + + +Ulisse Chi c in (jiu'l fuoco, clic vK^n si diviso r/i + +e Diomede. i- i ] Il • + +eli sopra, clic i)ar smi^or della pira, + +dov' Etcòcic col fralcl fu miso ? " + + +Risposemi : " Là entro si marlira •'">•'> + +Ulisse e Diomede, e cosi insieme +alla vendetta vanno come ali ira ; + +e dentro dalla lor fiamma si geme 58 + +|-»"^"^ l'agnato del cavai, che fé la porta + +ond'usci de' Romani il gentil seme. + +Piangevisi entro l'arte, per che morta tii + +Deidamia ancor si duol d Achille, +e del Palladio pena vi si porta. " + +" S ei posson dentro di quelle faville 64 + +parlar, " diss' io, " maestro, assai ten priego, +e ripriego, che il priego vaglia mille, + +che non mi facci dell attender niego, 67 + +fin che la fiamma cornuta qua vegna: +vedi che del desio ver lei mi piego. " + + +70 + + +Ed egli a me: " La tua preghiera è degna +di molta lode, ed io però l'accetto; +ma fa che la tua lingua si sostegna. + + +Lascia parlare a me, ch'io ho concetto 73 + +ciò che tu voi; eh ei sarebbero schivi, +perché fur greci, forse del tuo detto. " + + +268 INFERNO + + +Poi che la fiamma fu venuta quivi, 76 + +dove parve al mio duca tempo e loco, +in questa forma lui parlare audivi : + +" O voi, che siete due dentro ad un foco, 7i) +s io meritai di voi mentre ch'io vissi, +s IO meritai di voi assai o poco, + +quando nel mondo gli alti versi scrissi, «2 + +non vi movete; ma l'un di voi dica +dove per lui perduto a morir gissi. " + +Lo maggior corno della fiamma antica 80 + +cominciò a crollarsi mormorando, +pur come quella cui vento affatica. + +Indi, la cima qua e là menando, 88 + +come fesse la lingua che parlasse, +gittò voce di fuori e disse: " Quando + +Viaggio mi diparti da Circe, che sottrasse ui + +me più d un anno là presso a Gaeta, +prima che si Enea la nominasse, + +né dolcezza di figlio, né la pietà 94 + +del vecchio padre, né il debito amore, +lo qual dovea Penelope far lieta, + +vincer poter dentro da me 1 ardore 97 + +eh' i' ebbi a divenir nel mondo esperto +e degh vizi umani e del valore; + + +di Ul + + +isse. + + +!- + +U + + +ti. + + +CAN IO XXVI, + + +269 + + +ma misi me \)vy I allo mare aporto iihi + +sol con un legno e con quella compagna +picciola, dalla c]ual non fui diserto. + +L un lito e I altro vidi mfin la Spagna, 1<>:J + +fin nei Morrocco, e I isola de Sardi, +e I altre die quel mare intorno bagna. + + +• «•.L + + +:Ji^ + + +Hi^-_ + + +Siuiglia, da stampa del Meusnier. + + +Orazione +di Ulisse. + + +Io e i compagni eravam vecchi e tardi, +quando venimmo a quella foce stretta, +dov Ercole segnò li suoi riguardi, + +acciò che 1 uom più oltre non si metta; +dalla man destra mi lasciai Sibilla, +dall'altra già m avea lasciata Setta. + +' O frati ' dissi ' che per cento milia +perigli siete giunti ali occidente, +a questa tanto picciola vigilia + + +lOtì + + +109 + + +112 + + +270 + + +INFERNO + + +de vostri sensi, eh è del rimanente, iió + +non vogliate negar 1 esperienza, +di retro al sol, del mondo senza gente. + +Considerate la vostra semenza: uh + +fatti non foste a viver come bruti, + + +ma per seguir + + +virtud + + +e e conoscenza. + + +Setta ora Ceuta. + + +Li miei compagni fec io si acuti, 121 + +con questa orazion picciola, al cammino, +che a pena poscia h avrei ritenuti; + +e, volta nostra poppa nel mattino, 124 + +de remi facemmo ale al folle volo, +sempre acquistando del lato mancino. + +Tutte le stelle già dell altro polo 127 + +vedea la notte, e il nostro tanto basso, +che non surgeva fuor del marin suolo. + + +CAN IO XXVI. 271 + + +Cinqiir volle' racceso o lantr casso i.'jn + +lo liiiiic era eli soHo dalla lima, +j)oi eli eiilrali cravam nell allo passo, + +quando m apparve una montagna hruna \'^'^ + +per la distanza, e parvenu alta tanto, +quanto veduta non n avea alcuna + +Morte Noi ci allegrammo, e tosto tornò in pianto; i {'> + +che della nuova terra un turbo nacque +e percosse del legno il primo canto. + +Tre volte il fé girar con tutte 1 acque, i;v.) + +alla quarta levar la poppa in suso, +e la prora ire in giù, com altrui piacque, + +infin che il mar fu sopra noi richiuso. " 142 + + +« Il {?iogo di che Tcvcr si disserra t. + + +Ccsriiii. ila un (li|iinl() csislciilc nel Diiomkp ili (|ii('lla cilli'i. + + +CANTO XXVII. + + +Cerchio ottavo, +ottava bolgia. + +Consiglieri fro- +dolenti. + + +Già era dritta in su la fiamma e queta, +per non dir più, e già da noi sen già +con la licenza del dolce poeta, + +quando un altra, che dietro a lei venia, +ne fece volger gli occhi alla sua cima +per un confuso suon che fuor n uscia. + +Come il bue cicilian, che mugghiò prima +col pianto di colui (e ciò fu dritto) +che 1 avea temperato con sua lima, + +mugghiava con la voce dell'afflitto, +si che, con tutto eh ei fosse di rame, +pure e pareva dal dolor trafitto; + + +10 + + +274 + + +NFERNO + + +cosi, per non aver via né foranae 13 + +dal principio nel foco, in suo linguaggio +SI convertivan le parole grame. + +Ma poscia eh ebber còlto lor viaggio io + +su per la punta, dandole quel guizzo +che dato avea la lingua in lor passaggio. + + +Il toro di bronzo infocato. +(Pomposa, .S. otaria). + + +Guido da +Monte- +feltro. + + +Siiiillo (li (.iiiiilo +(la Montfft'Uro. + + +udimmo dire: " O tu, a cui io drizzo 19 + +la voce, e che parlavi mo lombardo, +dicendo: 'Issa ten va, più non t aizzo ' ; + +perch io sia giunto forse alquanto tardo, 22 + +non t incresca restare a parlar meco : +vedi che non incresce a me, ed ardo. + +Se tu pur mo m questo mondo cieco 25 + +caduto sei di quella dolce terra +latina, ond 10 mia colpa tutta reco. + + +c'AN ro XXVll + + +275 + + +(Inumi s(^ I Romagnoli lian pucr o guerra ; 2x + +dì u) fui (!(" molili là mira Urbino +e il giogo eli clic 1 I cvcr si disserra. " + +Io era in giuso ancora allento e chino, :n + +quando il mio duca mi tentò di costa, +dicendo: " Parla tu, questi è latino. " + + +La rocca d' Urbino. + + +Ed io, eh avea già pronta la risposta, + + +idu + + +senza indugio a panare incominciai: +" O anima, che se là giù nascosta, + + +34 + + +Romagna. + + +R + + +avenna. + + +Romagna tua non è, e non fu mai, +senza guerra ne' cor de' suoi tiranni; +ma palese nessuna or vi lasciai. + +Ravenna sta, come stata è molti anni : +I aquila da Polenta la si cova, +si che Cervia ricopre co' suoi vanni. + + +37 + + +40 + + +276 + + +INFERNO + + +^à. + + +HH + + +,'•'!■ " .>!;:r~3w^* + + +HttiÉii + + +Le forili del Tevere. + + +Forlì. + + +La terra, che fé già la lunga prova +e di Franceschi sanguinoso mucchio, +sotto le branche verdi si ritrova. + + +43 + + +R + + +imim. + + +Il Mastin vecchio e il nuovo da Verrucchio +che fecer di Montagna il mal governo, +là dove soglion fan de denti succhio. + + +46 + + +CANTO XXVII. + + +277 + + +AquiLi (la Pok'iila. — (Verona, S. ICiifcmia). + + +Faenza +e Imola. + + +c + + +esena. + + +Le città di Lamone e di Santerno 19 + +conduce il leoncel dal nido bianco, +che muta parte dalla state al verno; + +e quella, cui il Savio bagna il fianco, 52 + +cosi Cornelia sie' tra il piano e il monte, +tra tirannia si vive e stato franco. + + +Toire ili Cervia, da acquerello di Luigi Ricci. + + +278 + + +INFERNO + + +Ora chi sei ti priego che ne conte: +non esser duro più ch'altri sia stato, +se il nome tuo nel mondo tegna fronte. ' + +Poscia che il foco alquanto ebbe rugghiato +al modo suo, l'aguta punta mosse +di qua, di là, e poi die cotal fiato : + + +oo + + +58 + + +Slcnima ik'^li Ordulalli. - (l-'oiii, S. Biuf^io). + + +" S' IO credessi che mia risposta fosse +a persona che mai tornasse al mondo, +questa fiamma starla senza più scosse ; + + +GÌ + + +ma per ciò che giammai di questo fondo +non tornò vivo alcun, s i odo il vero, +senza tema d infamia ti rispondo. + + +G4 + + +CAN IO XXVII. + + +279 + + +SÌ|J!Ì1I() di Mdliilcsld (l;i NCiiiccliio. + +Io fui uom d'arme, e poi fui cordigliero, 67 + +credendomi, si cinto, fare ammenda ; +e certo il creder mio veniva intero, + +Bonifazio Vili, sc non fosse il gran prete, a cui mal prenda, 7o + +che mi rimise nelle prime colpe; +e come e quare voglio che m intenda. + + +Siu,ill() (li Miiliitcsiino. + + +Mentre eh io forma fui d ossa e di polpe, +che la madre mi die, 1 opere mie +non furon leonine, ma di volpe. + + +280 + + +INFERNO + + +F 1 + +ieh^ + +■ + +Il 3i^-^^K^ + +•\ + +iiì^:^^^;^ + +^::' 1 + +k + +^^'T^ + +1 + +"1 + +^Ks. + +■ VUiiAJW^i. 1 + +Venicchio. + + +Gli accorgimenti e le coperte vie +IO seppi tutte, e si menai lor arte +eh al fine della terra il suono uscie. + + +76 + + +Quand IO mi vidi giunto in quella parte +di mia etade, ove ciascun dovrebbe +calar le vele e raccoglier le sarte, + + +79 + + +h^^ + + +mss + + +Il ponte di F(irn: + + +o + +c + +CD +Oi + + +O + +c +cs + + +CANTO X.Wll + + +281 + + +ciò clìr pria mi placcava, allor ni iiKichhc, «'2 + +V pciiliilo e conf(\sso mi rendei, +ahi, mis(M lasso! e i^iovato sareMx». + +Bonifacio Vili. Lo principe de nuovi farisei, «'> + +avendo guerra presso a Lalerano, +e non con Saracin né con Giudei, + +che ciascun suo nimico era cristiano, «« + +e nessuno era stato a vincer Acri, +né mercatante in terra di Soldano ; + + +Imold. (la (liililUo (lei sco. XVI. - (Imola, O.m iviiii/a). + + +né sommo ufficio né ordini sacri + +guardò in sé, né in me quel capestro +che solca far li suoi cinti più macri. + +Silvestro 1. Ma come Costantin chiese Silvestro + +d entro Siratti a guarir della lebbre, +cosi mi chiese questi per maestro + +a guarir della sua superba febbre : +domandommi consiglio, ed io tacetti, +perché le sue parole parver ebbre. + + +91 + + +94 + + +97 + + +282 + + +INFERNO + + +.\ ni. + + +E poi mi disse : ' Tuo cor non sospetti ; +finor t assolvo, e tu m insegna fare +si come Penestrino in terra getti. + +Lo ciel poss 10 serrare e disserrare, +come tu sai ; però son due le chiavi, +che il mio antecessor non ebbe care. ' + + +Kin + + +103 + + +lUideri del casU'llo tli Siisin + +(f un suo (•om|)agno, e la hocca ^li aperse +gridando : Questi è desso, e non favella ; + +questi, scacciato, il dubitar sommerso '■•V + +in Cesare, affermando cIk^ il fornito +sempre con danno l'attender sofferse. " + + +^^ + + +Mdioicd. + + +O quanto mi pareva sbigottito loo + +con la lingua tagliata nella strozza, +Curio. Curio, eh a dire fu cosi ardito ! + +Ed un, ch'avea luna e l'altra man mozza, 103 +levando 1 moncherin per 1 aura fosca, +si che il sangue facea la faccia sozza, + +Mosca. gridò: " Ricorderà' ti anche del Mosca, lOfi + +che dissi, lasso ! ' Capo ha cosa fatta, ' +che fu il mal seme per la gente tósca : " + + +296 + + +INFERNO + + +ed IO V aggiunsi : " E morte di tua schiatta ; " +per eh egh, accumulando duol con duolo, +sen gio come persona trista e matta. + + +109 + + +Ma io rimasi a riguardar lo stuolo, +e vidi cosa eh io avrei paura, +senza più prova, di contarla solo; + + +112 + + +Jtiinini. scolliira di Ai*ostino d'Antonio di Duccio. +(Riiiiinì, Tempio ■Malatestiano). + + +se non che coscienza mi assicura, + +la buona compagnia che 1 uom francheggia +sotto 1 osbergo del sentirsi pura. + + +115 + + +Io vidi certo, ed ancor par eh io 1 veggia, ii8 + +un busto senza capo andar, si come +andavan gli altri della trista greggia ; + + +C3 + + +•a + +3 + + +CANTO XW'III. 297 + + +Beltiam +del Bornio. + + +c il ra|)() lioiuo [cuvix per le ( liiornc, l"-' + +prsol con iiiaiio a guisa di lanterna, +e quei mirava noi, v clicca : O ine ! + + +Il + + +Di se faceva a sé stc^sso lucerna, l'-^i + +ed eran due in uno, ed uno in due: +com' esser può, quei sa che si governa. + + +Quando diritto al pie del ponte fue, +levò il braccio alto con tutta la testa +per appressarne le parole sue, + + +I monti (li Fucurii. + + +12' + + +che furo: " Or vedi la pena molesta i3o + +tu che, spirando, vai veggendo i morti; +vedi s alcuna è grande come questa. + +E perché tu di me novella porti, 133 + +sappi eh io son Bertram dal Bornio, quelh +che diedi al re Giovanni i mai conforti. + + +298 + + +INFERNO + + +Io feci il padre e il figlio in sé ribelli +Achitòfel non fé più d Ansalone +e di David co' malvagi pungelli. + + +136 + + +Perch'io partii cosi giunte persone, +partito porto il mio cerebro, lasso ! +dal suo principio, eh è in questo troncone + + +139 + + +cosi s osserva in me lo contrapasso. + + +142 + + +I.dnlrrnc pendale trccciitcsclie. + + +Siciui, (la una luvolcUa di (iiovaniii Cini. - (Siciui, Arcliivio di Sialo). + + +CANTO XXIX. + + +Cerchio ottavo, +nona bolgia. + +Seminatori +di discordie. + + +La molta gente e le diverse piaghe +avean le luci mie si inebriate, +che dello stare a piangere eran vaghe; + +ma Virgilio mi disse : " Che pur guate ? 4 + +perché la vista tua pur si soffolge +là giù tra l'ombre triste smozzicate? + +Tu non hai fatto si all'altre bolge; 7 + +pensa, se tu annoverar le credi, +che miglia ventidue la valle volge, + +e già la luna è sotto i nostri piedi: io + +lo tempo è poco omai che n'è concesso, +ed altro è da veder, che tu non vedi. " + + +300 + + +INFERNO + + +II s- ^- ----: " + + +e tu avessi rispos io appresso + +" atteso alla cagion per eh io guardava, + +forse m'avresti ancor lo star dimesso. " + + +13 + + +Parte sen già, ed io retro gli andava, +lo duca, già facendo la risposta, +e soggiungendo : " Dentro a quella cava, + + +16 + + +Alta forte. + + +dov io teneva or gli occhi si a posta, 19 + +credo che uno spirto del mio sangue pianga +la colpa che là giù cotanto costa. " + + +Allor disse il maestro: " Non si franga +lo tuo pensier da qui innanzi sopr elio; +attendi ad altro, ed ei là si rimanga; + + +22 + + +eh IO vidi lui a pie del ponticello +mostrarti, e minacciar forte col dito. +Gerì del Bello. ed udil nominar Geri del Bello. + + +25 + + +CANIO XXIX. MJI + + +Tu eri alloi si del l litio impedito 2h + +sopra colui clic già teline Altafoite, +che non guardasti in là, si fu partito. " + +" O duca mio, la violenta morte :5i + +che non gli è vendicata ancor, " diss io, + + +li + + +per alcun che dell onta sia consorte, + + +fece lui disdegnoso; ond ei sen gio :ìi + +senza parlarmi, si com io estimo: +ed in CIÒ m ha e fatto a sé più pio. " + +Cosi parlammo infìno al loco primo 37 + +che dello scoglio 1 altra valle mostra, +se più lume vi fosse, tutto ad imo. + +Decima bolgia. Quando noi fummo in su 1 ultima chiostra H' + +di Malebolge, si che i suoi conversi +potean parere alla veduta nostra, + +lamenti saettaron me diversi, i3 + +che di pietà ferrati avean gli strali ; +ond io gli orecchi con le man copersi. + +Qual dolor fora, se degli spedali 4G + +di Val di Chiana tra il luglio e il settembre, +e di Maremma e di Sardigna i mali + +fossero in una fossa tutti insembre; 49 + +tal era quivi, e tal puzzo n'usciva, +qual suole uscir dalle marcite membre. + + +302 INFERNO + + +Noi discendemmo su 1 ultima riva 52 + +del lungo scoglio, pur da man sinistra, +ed allor fu la mia vista più viva + +giù ver lo fondo, dove la ministra 55 + +dell'alto Sire, infallibil giustizia, +Alchimisti. punisce 1 falsator che qui registra. + +Non credo che a veder maggior tristizia 58 + +fosse in Egina il popol tutto infermo, +quando fu 1 aer si pien di malizia + +che gh animali infìno al picciol vermo 6i + +cascaron tutti, e poi le genti antiche, +secondo che i poeti hanno per fermo, + +si ristorar di seme di formiche ; 64 + +eh era a veder per quella oscura valle +languir gli spirti per diverse biche. + +Qual sopra il ventre, e qual sopra le spalle 67 +l'un dell'altro giacca, e qual carpone +si trasmutava per lo tristo calle. + +Passo passo andavam senza sermone, 70 + +guardando ed ascoltando gli ammalati, +che non potean levar le lor persone. + +Io vidi due sedere a sé poggiati, 73 + +come a scaldar si poggia tegghia a tegghia, +dal capo al pie di schianze maculati : + + +CAN IO XXIX. 303 + + +e lìon vidi i^iainmai mciiaro slrcj^^liia 7t) + +da ragazzo asj)cllalo dal signorso, +nò da colui clic mal volcnlicr vcggliia, + +come ciascun menava spesso il morso 7'.) + +dell unghie sopra sé per la gran rabbia +del pizzicor, che non ha più soccorso ; + +e si traevan giù 1 unghie la scabbia, «2 + +come coltel di scardova le scaglie +o d altro pesce che più larghe 1 abbia. + +" O tu che con le dita ti dismaglie, «5 + +cominciò il duca mio a un di loro, +e che fai d esse talvolta tanaglie, + +dinne s alcun latino è tra costoro ss + +che son qumc entro, se 1 unghia ti basti +eternalmente a cotesto lavoro. " + +" Latin sem noi, che tu vedi si guasti 9i + +qui ambedue, " rispose 1 un piangendo ; +ma tu chi se', che di noi domandasti? " + +E il duca disse: " Io son un clie discendo 94 +con questo vivo giù di balzo in balzo, +e di mostrar lo inferno a lui intendo. " + +Allor si ruppe lo comun rincalzo ; 97 + +e tremando ciascuno a me si volse +con 1 altri che l'udiron di rimbalzo. + + +304 + + +INFERNO + + +Lo buon maestro a me tutto s accolse, loo + +dicendo : " Di a lor ciò che tu vuoli ; " +ed IO incominciai, poscia eh ei volse : + +" Se la vostra memoria non s' imboli io3 + +nel primo mondo dall umane menti, +ma 5 ella viva sotto molti soli, + + +Arezzo, da un aflrcsco di Rciiozzo. — (Monlclalco, S. Fi-anc('>-co). + +ditemi chi voi siete e di che genti ; +la vostra sconcia e fastidiosa pena +di palesarvi a me non vi spaventi. " + + +106 + + +Giiffolino. " Io fui d'Arezzo, ed Albero da Siena " +rispose r un " mi fé' mettere al foco ; +ma quel per eh io mori' qui non mi mena. + + +109 + + +e +o + + +3 + +&4 + + +N + +o + + +te +o + +S + + +CANTO XXIX + + +3()'i + + +Ver e (lì IO dissi a lui, parlando a j^ioco, W'J. + +' Io 1111 saprei levar per I aere a volo; +e quei, che avea vaghezza e senno poco, + + +volle eh' io gli mostrassi I arie, e solo +perch'io no 1 feci Dedalo, mi fece +ardere a tal, che l'avea per figliuolo. + + +li: + + +Casa (U'ila Hii(/at3 + +e mastro Adamo gli percosse il volto +col braccio suo che non parve men duro, + +dicendo a lui : " Ancor che mi sia tolto 1 + +Sinone. disse Sinone, " e son qui per un fallo, + +e tu per più che alcun altro demonio. " + + +CANIO \XX. + + +315 + + +l.a iiioLilii' (li l'iilit'ari'c o (''iusi'|)|)i'. +(UaNciiiia - Oalla l'atlcdia di .Massimiano). + + +" Ricorditi, spergiuro, del cavallo, " +rispose quel eh aveva enfiata 1 epa ; +e sieti reo che tutto il mondo sallo. " + +" A te sia rea la sete onde ti crepa " + +disse il greco " la lingua, e 1 acqua marcia +che il ventre innanzi gli occhi si t assiepa. " + +Allora il monetier: " Cosi si squarcia +la bocca tua per mal dir come suole ; +che s i' ho sete ed umor mi rinfarcia, + +tu hai 1 arsura e il capo che ti duole, +e per leccar lo specchio di Narcisso, +non vorresti a invitar molte parole. " + + +118 + + +121 + + +124 + + +127 + + +316 INFERNO + + +eia. + + +Ad ascoltarli er io del tutto fisso, I3H + + +Pina (li S. Pietro n Roma. + + +si che la ripa, ch'era perizoma 6i + +dal mezzo in giù, ne mostrava ben tanto +di sopra che di giungere alla chioma + + +322 + + +INFERNO + + +tre Frison s averian dato mal vanto ; +però eh io ne vedea trenta gran palmi +dal loco in giù, dov uomo affibbia il manto. + + +64 + + +" Rafel mai amech izabi almi, " +cominciò a gridar la fiera bocca, +cui non SI convenian più dolci salmi. + + +67 + + +Facciata di .S'. Pùiro con visla della pina sullo il ciborio. +(Disegno di Doni. Tnssolll). + + +E il duca mio ver lui : " Anima sciocca, +tienti col corno, e con quel ti disfoga, +quand ira o altra passion ti tocca : + + +70 + + +cercati al collo, e troverai la soga +che il tien legato, o anima confusa, +e vedi lui che il gran petto ti doga. " + + +73 + + +CAN TO XXXI. + + +i2i + + +Hasaiiinilo ili colonna, ronianico ([e due ligure laleraJi lianuo il [ìerizonia). + +(Bologna, Museo (avico). + + +Poi disse a me : " Egli stesso s accusa ; 76 + +questi è Nembrotto, per lo cui mal coto +pure un linguaggio nel mondo non s usa. + + +Lasciamlo stare, e non parliamo a vóto; 79 + +che cosi è a lui ciascun linguaggio, +come il suo ad altrui, eh' a nullo è noto. " + + +324 INFERNO + + +Facemmo adunque più lungo viaggio 82 + +volti a sinistra ; ed al trar d un balestro +Fialte. trovammo 1 altro assai più fiero e maggio. + +A cinger lui, qual che fosse il maestro, 85 + +non so IO dir; ma ei tenea succinto +dinanzi l altro, e dietro il braccio destro + +d una catena, che il teneva avvinto 88 + +dal collo in giù, si che in su lo scoperto +SI ravvolgea infino al giro quinto. + +" Questo superbo voli esser esperto 91 + +di sua potenza contra il sommo Giove, " +disse il mio duca, " ond egli ha cotal merto. + +Fialte ha nome ; e fece le gran prove, 94 + +quando i giganti fér paura a dèi : +le braccia eh ei menò, giammai non muove. " + + +Ed IO a lui: " S esser puote, io vorrei 97 + +che dello smisurato Briareo +esperienza avesser gli occhi miei. " + +Ond'ei rispose: " Tu vedrai Anteo lou + +presso di qui, che parla ed è disciolto, +che ne porrà nel fondo d ogni reo. + +Quel che tu vuoi veder più là è molto, io;5 + +ed è legato e fatto come questo, +salvo che più feroce par nel volto. " + + +« + +Si + +3 + + +*':*"wst + + +e: +«> +y + +e +1^ + + +CANIO XXXI + + +325 + + +Anteo. + + +Non fu iKMiuiolo j^ià lauto nihcslo, I'K' + +clic scolcssc una Ione* cosi forlc, +come Fialte a scolcrsi fu presto. + +Allor temetti più che mai la morte, l'i' + +e non v era mestier più che la ciotta, +s io non avessi viste le ritorte. + +Noi procedemmo più avanti allotta, Hi + +e venimmo ad Anteo, che ben cinqu alle, +senza la testa, uscia fuor della grotta. + +" O tu, che nella fortunata valle, ii") + +che fece Scipion di gloria reda +quand'Annibal co' suoi diede le spalle, + +recasti già mille leon per preda, ii8 + +e che, se fossi stato ali alta guerra +de tuoi fratelh, ancor par eh e si creda + +che avrebber vinto i figli della Terra; 121 + +mettine giù, e non ten vegna schifo, +dove Cocito la freddura serra. + +Non ci far ire a Tizio né a Tifo; 121 + +questi può dar di quel che qui si brama; +però ti china, e non torcer lo grifo. + +Ancor ti può nel mondo render fama, 127 + +eh ei vive, e lunga vita ancor aspetta, +se innanzi tempo grazia a sé no 1 chiama. " + + +326 INFERNO + + +Cosi disse il maestro; e quegli in fretta liiu + +la man distese e prese il duca mio, +ond Ercole senti già grande stretta. + + +Virgilio, quando prender si sentio, i:ì:ì + +disse a me : " Fatti m qua, si eh io ti prenda ; ' +poi fece si che un fascio er egh ed io. + +Qual pare a riguardar la Carisenda 136 + +sotto il chinato, quando un nuvol vada +sopr essa si eh ella in contrario penda; + +tal parve Anteo a me, che stava a bada 139 + +di vederlo chinare, e fu tal ora +eh' io avrei volut ir per altra strada : + +ma lievemente al fondo, che divora 112 + +Lucifero con Giuda, ci sposò; +né si chinato li fece dimora, + +e come albero in nave si levò. 145 + + +storia (li ('.nino, scoKiiia del scc. xil. - (Modiiia, Di d). + + +CANTO XXXII. + + +Cerchio nono, S' io avessi le rime aspre e chiocce, + +giro primo. . i i i • i + +come SI converrebbe al tristo buco, +sovra il qual pontan tutte 1 altre rocce, + + +io premerei di mio concetto il suco + +più pienamente; ma perch io non 1 abbo, +non senza tema a dicer mi conduco; + + +che non è impresa da pigliare a gabbo +descriver fondo a tutto 1 universo, +né da lingua che chiami mamma e babbo. + +Ma quelle donne aiutino il mio verso, +eh aiutaro Anfion a chiuder Tebe, +si che dal fatto il dir non sia diverso. + + +10 + + +328 + + +INFERNO + + +O sovra tutte mal creata plebe, + +che stai nel loco, onde parlare è duro, +me foste state qui pecore o zebe ! + + +i:^ + + +Calna. +Traditori + + +Come noi fummo giù nel pozzo scuro +sotto 1 pie del gigante, assai più bassi, +ed io mirava ancora ali alto muro, + + +ir, + + +Cross Cilocliiier nei 'rauci'ii {'l'amlintìiccli n 'Idiiniiicili). + + +dicere udimmi: " Guarda come passi; +fa si che tu non calchi con le piante +le teste de' fratei miseri lassi; " + + +in + + +perch IO mi volsi e vidimi davante + +e sotto 1 piedi un lago, che per gelo +avea di vetro e non d acqua sembiante. + + +22 + + +CANIO XXXll. + + +329 + + +Non f<'((^ al corso suo si grosso velo +di voiiu) la Danoia ni Osicilic, +ne Tanai là sollo il freddo ciclo, + + +•if) + + +La vetta df! IMsaiiiiio nella l'iiiri +con esso un colpo per la man d Artù ; +non Focaccia ; non questi, che m ingombra + + +col capo si ch'io non veggio oltre più, +e fu nomato Sàssol Mascheroni : +se tòsco se , ben sa omai chi fu. + +E perché non mi metti in più sermoni, +sappi eh io fui il Camicion de Pazzi, +ed aspetto Carlin che mi scagioni. " + + +64 + + +67 + + +332 + + +NFERNO + + +Poscia vid 10 mille visi, cagnazzi + +fatti per freddo; onde mi vien riprezzo, +e verrà sempre, de' gelati guazzi. + + +70 + + +(A'ibaia (k'I IJistMi/.io, caslt'llo dei;!! Albrrli dì .Maii.^oiia. + + +Antenora. +Giro se- +condo. + + +E mentre che andavamo in ver lo mezzo, +al quale ogni gravezza si rauna, +ed IO tremava nell'eterno rezzo. + + +73 + + +CAN IO XXXII, + + +Mi + + +Colli' (li Maiiiiouii, di'^li Albrili. + + +se voler fu o destino o fortuna, + +non so; ma, passeggiando tra le teste, +forte percossi il pie nel viso ad una. + +Piangendo mi sgridò : " Perché mi peste ? +Se tu non vieni a crescer la vendetta +di Montaperti, perché mi moleste ? " + + +7(1 + + +79 + + +Vcinio, castello (1cl;Iì Albciii. + + +334 + + +INFERNO + + +Ed io: " Maestro mio, or qui m'aspetta, +si eh io ésca d un dubbio per costui ; +poi mi farai, quantunque vorrai, fretta. " + + +82 + + +Bocca +degli Abati. + + +Lo duca stette; ed io dissi a colui +che bestemmiava duramente ancora : +" Qual se' tu, che cosi rampogni altrui ? " + + +8,"» + + +" Or tu chi se', che vai per l'Antenora +percotendo, " rispose, " altrui le gote + + +SI + + +i che, se fossi vivo, troppo fora ? " + + +88 + + +La CoiU' di /(■ Arti) con LdiicHnllo e CutkuHo, +Miniatura del mcdId xiv. + + +Vivo son io, e caro esser ti puote, " +fu mia risposta, " se domandi fama, +ch'io metta il nome tuo tra 1 altre note. " + + +91 + + +Ed egli a me : " Del contrario ho io brama ; '' t +levati quinci, e non mi dar più lagna, +che mal sai lusingar per questa lama. " + + +CAN ro XXXII + + +335 + + +Allor lo presi prr la culicagna, + +e dissi: " E converrà che lu li nomi, +o che ca{)(^l qui su non li rimaglia. " + +Ond egli a me: " Perché tu mi dischiomi, +né ti dirò eh io sia, né mostrerolti, +se mille fiate in sul capo mi tomi. " + + +•»7 + + +KlO + + +Uc Arlù. (l;i un musaico pnviiiiontiilo del soc. xii. +(Olranlo, Duomo). + + +Io avea già i capelli in mano avvolti, 103 + +e tratti glie n avea più d una ciocca, +latrando lui con gli occhi in giù raccolti ; + +quando un altro gridò: " Che hai tu. Bocca? 106 +Non ti basta sonar con le mascelle, +se tu non latri ? qual diavol ti tocca " ? + + +336 + + +INFERNO + + +" Ornai, " diss' io, " non vo' che tu favelle, +malvagio traditor, che alla tua onta +io porterò di te vere novelle. " + + +109 + + +" Va via, " rispose, " e ciò che tu vuoi, conta; +ma non tacer, se tu di qua entr'eschi, +di quei eh ebbe or cosi la lingua pronta. + + +112 + + +•■ ■u * - . V ■ + + +ìJtimJÀ + + +Manhipriti. + + +Buoso +da Duera. + + +Ei piange qui 1 argento de Franceschi : +' Io vidi ' potrai dir ' quel da Duera +là dove 1 peccatori stanno freschi. ' + + +11.') + + +Se fossi domandato altri chi v era, +tu hai da lato quel di Beccheria, +di cui segò Fiorenza la gorgiera. + + +118 + + +o + + +CAN ro XXXII + + +337 + + +Gianni cl(^ Soldanicr credo die sia + +*''!'/ '' più là con Gancllonc v 1 cbaidcllo, + +e altri tra- ' + +ditori. eh apri Faenza quando si dorniia. " + + +121 + + +Non eravam partiti già da elio, + +eh io vidi due ghiacciati in una buca +si che 1 un capo ali altro era cappello; + + +121 + + +l'iifnzci. dalla stampa di Francesco Bertelli. + + +e come il pan per fame si manduca, +cosi il sopran li denti ali altro pose +là ve il cervel si giunge con la nuca. + + +12-; + + +Non altrimenti Tideo si róse + +le tempie a Menahppo per disdegno, +che quei faceva il teschio e 1 altre cose. + + +130 + + +338 + + +INFERNO + + +" O tu che mostri per si bestiai segno 133 + +odio sopra colui che tu ti mangi, +dimmi il perché, " diss' io, " per tal convegno + + +che, se tu a ragion di lui ti piangi, + +sappiendo chi voi siete e la sua pecca, +nel mondo suso ancor io te ne cangi. + + +136 + + +se quella, con eh io parlo, non si secca. " 130 + + +I. '(//(■/;>. [{uggirli e il conte Ugolino, da un afìresco del scc. xiv. +((;;iin]M)chi('si' presso Alhenga - Chiesa di S. (iior^io). + + +Pisa e il iiìoiitc (li S. (iiiilidiKi. + + +JL L » « 1 i + + +-»2_jfliJkj»a*ia + + +CANTO XXXIII. + + +Cerchio no- +no, giro se- +condo. + +Antenoi a. + + +La bocca sollevò dal fiero pasto +quel peccator, forbendola a' capelli +del capo ch'egli avea di retro guasto. + +Poi cominciò : " Tu vuoi eh' io rinnovelli +disperato dolor che il cor mi preme, +già pur pensando, pria ch'io ne favelli. + +Ma se le mie parole esser dén seme, +che frutti infamia al traditor ch'io rodo, +parlare e lagrimar vedrai insieme. + +Io non so chi tu se , né per che modo +venuto se' qua giù; ma fiorentino +mi sembri veramente, quand io t'odo. + + +10 + + +Torre del conte Ugolino a Donoratico. + + +Torre dei Gualandi, detta della « Fame ». + + +CAN IO XXXIII + + +341 + + +Breve perlugio denlro dalla niiida, + +la qual per me lia il lilol della faine +e in che convien ancor eh altri si chiuda, + + +II + + +mal sonno. + + +m avea mostrato per lo suo forame + +più lune già, quand'io feci il mal sonno, +che del futuro mi squarciò il velame. + + +2r) + + +Sepolcro dei Della Gherardesca. +(Pisa, Caiiiiiosanto). + + +Questi pareva a me maestro e donno, +cacciando il lupo e i lupicini al monte, +per che i Pisan veder Lucca non ponno. + + +28 + + +con cagne magre, studiose e conte : " + +Gualandi con Sismondi e con Lanfranchi +s avea messi dinanzi dalla fronte. + + +31 + + +342 INFERNO + + +In picciol corso mi pareano stanchi 34 + +lo padre e i figli, e con 1 acute scane +mi parca lor veder fender li fianchi. + +Quando fui desto innanzi la dimane, 37 + +pianger senti fra il sonno i miei figliuoli, +eh eran con meco, e domandar del pane. + +Ben se crudel, se tu già non ti duoli, 40 + +pensando ciò eh al mio cor s annunziava ; +e se non piangi, di che pianger suoli? + +Già eran desti, e 1 ora s appressava 43 + +che il cibo ne soleva essere addotto, +e per suo sogno ciascun dubitava ; + +La porla del ed io Sentii chiavar 1 uscio di sotto 46 + +carcere in~ t\j *i*i i** i* + +chiodata ^" orribile torre : ond io guardai + +nel viso a' miei figliuoi senza far motto. + +Io non piangeva, si dentro impietrai; 49 + +piangevan elli, ed Anselmuccio mio +disse : ' Tu guardi si, padre, che hai ? ' + +Però non lagrimai, né rispos io 52 + +tutto quel giorno né la notte appresso, +infin che 1 altro sol nel mondo uscio. + +Come un poco di raggio si fu messo 55 + +nel doloroso carcere, ed io scòrsi +per quattro visi il mio aspetto stesso. + + +C'AN IO XXXIII. 343 + + +contro Pisa. + + +del bel paese là dove il ' si ' suona, +poi che i vicini a te punir son lenti, + + +.^K + + +anilx) le mani \)cr dolor mi morsi; + +vd Ci, pensando e lì io il fessi per voglia +di manicar, di subito Icvòrsi, + +e disser: ' Padre, assai ci fia men doglia, <'i + +se tu mangi di noi: tu ne vestisti +queste misere carni, e tu le spoglia. ' + +Morte dei fi- Qucta mi allor per non farli più tristi ; '> i + +eli d' Ugo- 1 1/ r 1 • • + +f. quel di e I altro stemmo tutti muti : + +lino. ^ + +ahi, dura terra, perché non t apristi ? + +Poscia che fummo al quarto di venuti, <>7 + +Gaddo mi si gittò disteso a piedi, +dicendo : ' Padre mio, che non m' aiuti ? ' + +Quivi mori ; e come tu me vedi, 7o + +vid io cascar li tre ad uno ad uno +tra il quinto di e il sesto: ond io mi diedi + +già cieco a brancolar sopra ciascuno, 73 + +Morte e due di li chiamai poi che fur morti ; + +d'Ugolino. . •' L l J 1 r' 1 J* • II + +poscia, più che il dolor, potè il digiuno. + +Quand'ebbe detto ciò, con gli occhi torti 76 + +riprese il teschio misero coi denti, +che furo ali osso, come d un can, forti. + +Invettiva Ahi Pisa, vituperio delle genti 79 + + +344 + + +INFERNO + + +('.(ijìiiirti (isolii). + + +muovansi la Caprara e la Gorgona, + +e facciali siepe ad Arno in su la foce, +si eh egli anneghi in te ogni persona ; + + +82 + + +che, se il conte Ugolino aveva voce +d aver tradita te delle castella, +non dovei tu i fìgliuoi porre a tal croce + + +85 + + +Gorgona (isola). + + +a +o +o + +15 + + +e +o + + +CAN IO XXXIIl. 345 + + +iiìiì(H(Mili {i\cvi\ I dà novella, «h + +novella 1 cb(\ UgiKcionc e il Irrigata, +e gli alili due che il canto suso appella. + +Giro terzo. Noi passamm oltre là Ve la gelata !>i + +oomea. ruvidamente un'altra gente fascia, + +non volta in giù, ma tutta riversata. + + +Foce del Calambrone o Aruu iwichin. + + +Lo pianto stesso li pianger non lascia, 04 + +e il duol, che trova in su gli occhi rintoppo, +si volve in entro a far crescer 1 ambascia ; + +che le lacrime prime fanno groppo, 07 + +e si, come visiere di cristallo, +riempion sotto il ciglio tutto il coppo. + +Ed avvegna che si, come d un callo, 100 + +per la freddura ciascun sentimento +cessato avesse del mio viso stallo, + + +346 + + +NFERNO + + +Avanzi (li una torre dfl l'orbi l'isano ]ircssn Livorno. + + +già mi parea sentire alquanto vento; ins + +per eh' io : " Maestro mio, questo chi move ? +non è qua giù ogni vapore spento? " + + +Ond egli a me: " Avaccio sarai dove +di CIÒ ti farà 1 occhio la risposta, +veggendo la cagion che il fiato piove. " + +E un de tristi della fredda crosta +gridò a noi: " O anime crudeli +tanto che data v è 1 ultima posta. + + +106 + + +109 + + +Torre del Porlo Pisano jircsso Livorno. + + +CAN ro XXXIII + + +i47 + + +Frate +Alberigo. + + +lcval(Miii tlal VISO i duri veli, i ili + +si eh u) sfottili il dolor che il cor m impregna, +un poco, pria clu^ il pianto si raggeli. " + +Per eh io a lui: " Se vuoi eh io li sovvegna, ii') +dimmi ehi sei; e, s io non li disbrigo, +al fondo della ghiaccia ir mi convegna. " + + +Rispose adunque: " Io son frate Alberigo, +io son quel delle frutta del mal orto, +che qui riprendo dattero per figo. " + + +US + + +Il Porlo Pisano, scollura del 12!>0. - ((u-nova. Musco del Palazzo Bianco). + +" O, " diss'io lui, "or se' tu ancor morto?" lii +Ed egli a me: " Come il mio corpo stea +nel mondo su nulla scienza porto. + + +Cotal vantaggio ha questa Tolomea, +che spesse volte 1 anima ci cade +innanzi eh Atropòs mossa le dea. + +E perché tu più volentier mi rade +le invetriate lagrime dal volto, +sappi che tosto che 1 anima trade, + + +124 + + +127 + + +348 + + +INFERNO + + +Branca +d' Olia. + + +come fec io, il corpo suo 1 è tolto i3o + +da un demonio, che poscia il governa +mentre che il tempo suo tutto sia volto. + +Ella ruma in si fatta cisterna ; 133 + +e forse pare ancor lo corpo suso +dell'ombra che di qua dietro mi verna. + +Tu il del saper, se tu vien pur mo giuso : 136 + +egli è ser Branca d Oria, e son più anni +poscia passati eh ei fu si racchiuso. " + +" Io credo, " diss' io lui, " che tu m' inganni ; 139 +che Branca d Oria non mori unquanche, +e mangia e bee e dorme e veste panni. " + +" Nel fosso su, " diss' ei, " di Malebranche, 142 + +là dove bolle la tenace pece, +non era giunto ancora Michel Zanche, + +che questi lasciò il diavolo in sua vece 145 + +nel corpo suo, e d un suo prossimano +che il tradimento insieme con lui fece. + +Ma distendi oramai in qua la mano, 148 + +aprimi gli occhi; " ed io non glieh apersi, +e cortesia fu in lui esser villano. + + +Invettiva +contro +Genova. + + +Ahi, Genovesi, uomini diversi + +d ogni costume, e pien d ogni magagna, +perché non siete voi del mondo spersi? + + +151 + + +CAN IO XXXlll. + + +349 + + +Che col peggiore spirto di Romagna +trovai di voi un tal, clie per sua opra +in anima il Cocito già si bagna + + +i.'»i + + +ed in corpo par vivo ancor di sopra. + + +.')7 + + +l'"aro Ira dui' navi, bassoiilirvo aulico. - d'isa, Cainpaiiilcì. + + +Injrnut. mosnicu del scc. xil. - ( 'rnifcllii, DiKunni. + + +CANTO XXXIV. + + +Cerchio +nono. + + +" X)exilla regis prodeunt inferni +verso di noi; però dinanzi mira, " +disse il maestro mio, " se tu il discerni. " + + +Giro quarto. +Giudecca. + + +Come quando una grossa nebbia spira +o quando 1 emisperio nostro annotta, +par da lungi un molin che il vento gira; + +veder mi parve un tal dificio allotta ; +poi per lo vento mi ristrinsi retro +al duca mio, che non v era altra grotta. + +Già era, e con paura il metto in metro, +là dove r ombre eran tutte coperte +e trasparean come festuca in vetro. + + +10 + + +352 + + +INFERNO + + +Altre sono a giacere, altre starino erte, +Traditori dei quella col capo e quella con le piante; + +benefattori. , ., , , . ,. . + +altra, com arco, il volto a piedi inverte. + + +13 + + +Antico miiliiui a ihiìIo. a Bruijtjia. + + +Quando noi fummo fatti tanto avante +eh al mio maestro piacque di mostrarmi +Lucifero. la creatura eh ebbe il bel sembiante. + + +16 + + +Lucifero, affresco del sec. xiv. - (Pisa, Camposanto). + + +CAN ro XXXIV. + + +353 + + +(linan/i mi si tolse, e io restarmi, 19 + +" Ecco Dite, " dicendo, " ed ecco il loco, +ove convien che di fortezza l' armi. " + +Com io divenni allor gelato e fioco, 22 + +no I domandar, lettor, eh io non lo scrivo, +però eh ogni parlar sarebbe poco. + +Io non morii, e non rimasi vivo; 25 + +pensa oramai per te, s hai fior d ingegno, +qual io divenni, d' uno e d altro privo. + +Lo imperador del doloroso regno 28 + +da mezzo il petto uscia fuor della ghiaccia ; +e più con un gigante io mi convegno + + +che i giganti non fan con le sue braccia : 3i + +vedi oramai quant esser dèe quel tutto +eh a cosi fatte parti si confacela. + +S ei fu si bel com'egli è ora brutto 34 + +e contra il suo Fattore alzò le ciglia, +ben dèe da lui procedere ogni lutto. + +0 quanto parve a me gran meraviglia, 37 +quando vidi tre facce alla sua testa ! + +l una dinanzi, e quella era vermiglia ; + +1 altre eran due, che s aggiungieno a questa 40 + +sopr esso il mezzo di ciascuna spalla, +e si giungieno al loco della cresta: + + +354 + + +INFERNO + + +e la destra parca tra bianca e gialla; +la sinistra a vedere era tal, quali +vcngon di là onde il Nilo s'avvalla. + + +43 + + +Sotto ciascuna uscivan due grandi ali, +quanto si convenia a tanto uccello ; +vele di mar non vid'io mai cotali. + + +46 + + +Lucifero, scoUura del sec. xi. - (Toscanclla, S. Pietro). + + +Non avean penne, ma di vipistrello +era lor modo ; e quelle svolazzava, +si che tre venti si movean da elio. + + +49 + + +Cocito. + + +Quindi Cocito tutto s'aggelava: + +con sei occhi piangeva, e per tre menti +gocciava il pianto e sanguinosa bava. + +Da ogni bocca dirompea coi denti +un peccatore, a guisa di maciulla, +si che tre ne facea cosi dolenti. + + +52 + + +55 + + +CAN lU \X\1V. + + +355 + + +A quel dinanzi li inoidcrc^ era nulla + +verso il graffiar, che talvolta la scliiena +runanca della pelle Uilla hrulla. + + +58 + + +((/(«/(( Sidriotln liacia (lesù, aflresco dì (jiollo. +(Padova, Cappella di'uli Scrovcgni). + + +Giudc + + +Quali anima là su clie ha maggior pena, " +disse il maestro, " è Giuda Scariotto, +che il capo ha dentro, e fuor le gambe mena. + + +61 + + +Bruto. + + +Degli altri due e hanno il capo di sotto, +quei che pende dal nero ceffo è Bruto ; +vedi come si storce e non fa motto : + + +64 + + +356 + + +INFERNO + + +C + + +assio. + + +e 1 altro è Cassio, che par si membruto. +Ma la notte risurge: ed oramai +è da partir, che tutto avem veduto. " + + +67 + + +f* + + +x" + + +tl^ + + +4 + + +iJik&r, + + +Bruto, dal libio di ('liiislo de' Meiiabuoi. +(Uoniii, Galleria Corsini). + + +Com'a lui piacque, il collo gli avvinghiai; +ed ei prese di tempo e loco poste, +e, quando 1 ale furo aperte assai, + +appigliò sé alle vellute coste ; + +di vello in vello giù discese poscia +tra il folto pelo e le gelate croste. + + +70 + + +73 + + +CAN lU XXXIV. 357 + + +Quando noi luinmo là dove la coscia 7r> + +SI volge appunto in sul grosso dell anche, +lo duca, con fatica e con angoscia, + +volse la testa ov egli avea le zanche, 7'.» + +ed aggrappossi al pel com uom che sale, +si che in inferno io credea tornar anche. + +" Attienti ben, che per si fatte scale, " sii + +disse il maestro ansando com uom lasso, +" conviensi dipartir da tanto male. " + +Poi usci fuor per lo fóro d un sasso, 85 + +e pose me in su 1 orlo a sedere ; +appresso pòrse a me 1 accorto passo. + +Io levai gli occhi, e credetti vedere 88 + +Lucifero. Lucifero com io 1 avea lasciato; + +e vidih le gambe in su tenere; + +e s io divenni allora travagliato, 9i + +la gente grossa il pensi, che non vede +qual è quel punto eh io avea passato. + +" Levati su, " disse il maestro, " in piede : oi + +la via è lunga, e il cammino è malvagio, +e già il sole a mezza terza riede. " + +Non era camminata di palagio 97 + +là v eravam, ma naturai burella, +eh avea mal suolo e di lume disagio. + + +358 INFERNO + + +" Prima eh io dell abisso mi divella, i(»(i + +maestro mio, " diss io quando fui dritto, +" a trarmi d erro un poco mi favella. + +Ove la ghiaccia? e questi com è fìtto 103 + +si sottosopra ? e come in si poc ora +da sera a mane ha fatto il sol tragitto ? " + +Ed egli a me : " Tu imagini ancora 100 + +d'esser di là dal centro, ov io m appresi +al pel del vermo reo, che il mondo fora. + +Di là fosti cotanto, quant' io scesi ; ii»9 + +quando mi volsi, tu passasti il punto +al qual si traggon d' ogni parte i pesi : + +e se' or sotto 1 emisperio giunto, 112 + +eh' è contrapposto a quel che la gran secca +coperchia, e sotto il cui colmo consunto + +Gesù Cristo, fu l' Uom che nacque e visse senza pecca; ii5 + +tu hai i piedi in su picciola spera, +che 1 altra faccia fa della Giudecca. + +Qui è da man, quando di là è sera: ii ' * ^'■ + + +*''< + + +*r/5 + + +x^* + + +t + + +j^^al + +'M + +•-^1 ;( & + + +km: f^m + + +fMJ + + +t + + +I + +