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1,001 | [
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"from": "human",
"value": "In caso di mancata assistenza in aeroporto o durante il volo, i passeggeri con disabilità o a mobilità ridotta a chi devono presentare reclamo? "
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"value": "I passeggeri con disabilità o a mobilità ridotta che non hanno ricevuto assistenza devono presentare reclamo alla società di gestione aeroportuale per la mancata assistenza a terra o alla compagnia aerea per problematiche relative alla prenotazione o acquisto del biglietto e per la mancata assistenza a bordo. \nIl reclamo potrà inoltre essere inviato all’Enac (Ente Nazionale per l’Aviazione Civile), utilizzando il modulo on-line disponibile sul portale dell’Ente. In alternativa i reclami possono essere inviati per posta alla struttura Carta dei Diritti Enac – viale Castro Pretorio 118, 00185 Roma, via fax al numero 06 44596493 o via e-mail all’indirizzo diritti.passeggeri.disabili@enac.gov.it , oppure agli Organismi degli Stati dell’Unione europea per i voli in partenza e in arrivo in quegli Stati. \n"
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1,002 | [
{
"from": "human",
"value": "La compagnia aerea può rifiutare l’imbarco o la prenotazione di un volo a un passeggero a causa della disabilità o della mobilità ridotta?"
},
{
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"value": "Una compagnia aerea, un suo agente o un operatore turistico non può rifiutare, per motivi di disabilità o di mobilità ridotta:\n"
}
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1,003 | [
{
"from": "human",
"value": "Le patenti di guida rilasciate dagli Stati membri della CE sono equiparate alle corrispondenti patenti di guida italiane?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "Per i titolari di una patente di guida rilasciata da uno Stato dell'Unione Europea è possibile guidare sul territorio italiano veicoli per i quali è valida la loro patente, senza obbligo di conversione dopo un anno dall'acquisizione della residenza in Italia.\nE' comunque consigliabile richiedere, in alternativa, il riconoscimento oppure la conversione.\nNella procedura di conversione la patente originale viene sostituita dalla patente italiana, mentre nell'operazione di riconoscimento il conducente rimane in possesso dell’abilitazione di guida originale alla quale viene applicato un tagliandino adesivo che la identifica nell'anagrafe nazionale degli abilitati alla guida.\nLe patenti comunitarie per cui non si provvede a nessuna delle operazioni suddette seguono comunque le normative italiane per quanto riguarda il rinnovo ed eventuali provvedimenti sanzionatori.\nPer approfondimenti: Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti\n"
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1,004 | [
{
"from": "human",
"value": "Cosa fare quando viene ritirata la patente di guida estera a conducenti che risiedono in Italia da più di un anno ?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "I titolari di patente di guida rilasciata da uno Stato estero (extracomunitario) non possono circolare oltre un anno dall'acquisizione della residenza in Italia con il suddetto titolo ai sensi dell'art 136 del Decreto Legislativo del 30 aprile 1992, n. 285 \"Nuovo Codice della Strada\". In tal caso la patente di guida extracomunitaria viene ritirata.\nI titolari devono chiedere pertanto la conversione della patente che consiste nel rilascio di una nuova patente italiana corrispondente a quella estera.\n\tLa patente ritirata, se convertibile, non verrà restituita al suo titolare, ma potrà essere inviata all’Ufficio Provinciale della Motorizzazione Civile per la sua conversione in una patente italiana.\nPer approfondimenti: Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti\n"
}
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1,005 | [
{
"from": "human",
"value": "Cosa devo fare se ho preso la residenza in Italia e sono in possesso di una patente di guida estera?\n\t "
},
{
"from": "gpt",
"value": "Per i titolari di una patente di guida non comunitaria è possibile guidare i veicoli (per cui la patente abilita alla guida) fino ad un anno dall’acquisizione della residenza.\n"
}
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1,006 | [
{
"from": "human",
"value": "Cosa fare in caso di ritiro della patente perché scaduta?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "Chiunque guidi con patente la cui validità sia scaduta è soggetto alla sanzione amministrativa accessoria del ritiro della patente, ai sensi dell'art.126 del Decreto Legislativo del 30 aprile 1992, n. 285 \"Nuovo Codice della Strada\".\n\tLa patente scaduta viene inviata dall'organo di polizia alla Prefettura UTG del luogo della commessa violazione e viene restituita dall'Ufficio Patenti della stessa dietro esibizione del certificato medico che conferma l’idoneità del soggetto a condurre veicoli.\nIl titolare (o altra persona munita di delega in carta semplice, sottoscritta dal titolare) pertanto dovrà recarsi in Prefettura UTG ed esibire una certificazione medica attestante l’idoneità alla guida.\n\tPotrà così nuovamente guidare con la patente che gli viene restituita, accompagnata dal certificato medico attestante l’idoneità, in attesa che gli pervenga il nuovo documento di guida rilasciato dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti: il documento scaduto, una volta ricevuto quello in corso di validità, dovrà essere distrutto (art. 126, comma 8, C.d.S.).\n\t \n"
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1,007 | [
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"from": "human",
"value": "Qual'è il valore limite legale del tasso alcolemico alla guida?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "La normativa attuale italiana stabilisce come valore limite legale il tasso di alcolemia, ovvero la concentrazione di alcol nell'aria alveolare espirata, 0,5 g/litro.\nGuidare un veicolo oltre questo limite - ossia in stato di ebbrezza - costituisce un reato, punito, oltre che con la perdita di 10 punti sulla patente, con le severe sanzioni previste dagli articoli 186 e 186 bis del Decreto Legislativo del 30 aprile 1992, n. 285, Nuovo Codice della Strada.\nLa patente di guida inoltre è sempre revocata quando:\n"
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1,008 | [
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"from": "human",
"value": "Cosa sono i punti bonus sulla patente di guida?"
},
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"value": "Ai conducenti che hanno mantenuto intatto il proprio punteggio viene automaticamente attribuito un bonus di 2 punti ogni due anni trascorsi senza infrazioni che fanno perdere punti.\nCon questo sistema si possono raggiungere al massimo 30 punti. I punti sulla patente sono attribuiti d'ufficio dalla direzione generale della Motorizzazione, con accredito automatico, ogni due anni.\nPer approfondimenti: Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti\n"
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1,009 | [
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"from": "human",
"value": "In base alle recenti modifiche del Codice della Strada, cosa cambia per le patenti di guida rispetto al cambio di residenza?"
},
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"value": "Dal 2 febbraio 2013 sulla nuova patente di guida è stata eliminata l'indicazione della residenza del titolare, per effetto della modifica dell'art. 116 , comma 13, del Decreto Legislativo del 30 aprile 1992, n. 285 \"Nuovo Codice della Strada\", introdotta dal Decreto Legislativo 16 gennaio 2013, n.2.\nTale dato continuerà ad essere registrato nell'archivio degli abilitati alla guida di cui all'art. 226 del D. Lgs. 285/1992 \"Nuovo Codice della Strada\", (archivio patenti) e costantemente aggiornato sulla base delle comunicazioni inviate dai Comuni all'Ufficio Centrale Operativo della Motorizzazione, a seguito della dichiarazione resa dal titolare di patente in occasione del cambio di residenza o di domicilio.\nPer le patenti rilasciate prima della data di entrata in vigore delle nuove norme, è eliminata la ristampa dei tagliandi adesivi di aggiornamento. Nulla cambia per i tagliandi da apporre sulla carta di circolazione dei veicoli.\nSi specifica che la patente di guida rilasciata in Italia, anche se sprovvista del dato sulla residenza, continua a mantenere, sul territorio nazionale, la natura di documento di identità personale.\nUna sintesi sulla nuova patente di guida è presente sul sito web Il portale dell'Automobilista.\n"
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1,010 | [
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"from": "human",
"value": "A chi viene attribuita la decurtazione punti della patente in caso di violazione del codice della strada?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "La patente a punti è il meccanismo introdotto in Italia a partire dal 1 luglio 2003 attraverso il quale, ad ogni conducente di un veicolo viene attribuito un punteggio (inizialmente 20 punti) che viene decurtato in caso di infrazioni. All'esaurimento dei punti disponibili per conservare la patente è necessario superare nuovamente l'esame di teoria e l'esame di guida.\nQualora il conducente non sia stato identificato, l'obbligato in solido a cui il verbale è notificato, è tenuto a comunicare, entro 60 giorni, all'ufficio o comando che ha accertato la violazione, i dati personali e della patente del conducente responsabile della violazione.\nSe il proprietario omette di fornire i dati identificativi scatterà per lui una sanzione pecuniaria. Sulla base di motivazioni documentate ed attendibili il proprietario dell'auto ha la possibilità di giustificare la sua impossibilità a conoscere, e dunque a comunicare, i dati del conducente.\n"
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1,011 | [
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"from": "human",
"value": "A chi mi devo rivolgere per conoscere il punteggio associato alla mia patente di guida?"
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{
"from": "gpt",
"value": "E' possibile conoscere il punteggio della propria patente chiamando il n. 848.782.782 al costo di una telefonata urbana: il servizio è attivo 24 ore al giorno 7 giorni su 7.\nAnalogo servizio, previa iscrizione, è offerto anche da Il portale dell'automobilista, sito web del Ministero dei Trasporti, nelle pagine dedicate al Cittadino.\n"
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1,012 | [
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"from": "human",
"value": "Un cittadino che ha appena conseguito la maggiore età e vuole prendere la patente di guida dove trova informazioni utili?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "Dal 19 gennaio 2013 è applicabile la nuova disciplina in materia di patenti di guida, le cui disposizioni sono introdotte dal Decreto Legislativo 18 aprile 2011, n. 59 Attuazione delle direttive 2006/126/CE e 2009/113/CE concernenti la patente di guida e dal Decreto legislativo recante Disposizioni modificative e correttive del D. Lgs. 59/2011 e del Decreto Legislativo 21 novembre 2005, n. 286, nonché attuazione della direttiva 2011/94/UE.\nPer approfondimenti: Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti - Direzione Generale del Nord Ovest\n"
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1,013 | [
{
"from": "human",
"value": "Vorrei sapere come posso fare per recuperare i punti persi sulla patente di guida?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "A meno che non siano stati esauriti del tutto, per recuperare è possibile frequentare corsi speciali presso autoscuole o altri centri autorizzati dal ministero dei Trasporti. Questi corsi consentono di recuperare 6 punti a chi ha la patente A o B, 9 punti a chi possiede la patente C, C+E, D, D+E o la patente B con il certificato di abilitazione professionale.\n\tInoltre, sempre nel caso in cui il punteggio non sia azzerato, è possibile ripristinare il punteggio iniziale se per due anni dall’ultima infrazione non si commettono violazioni che fanno perdere punti.\nSe si sono persi tutti i punti scatta l’obbligo di revisione della patente di guida. Il ministero invia al conducente una lettera con la quale lo invita a rifare, entro 30 giorni, gli esami previsti per il rilascio della propria patente. In questo periodo è ancora possibile circolare. Se però gli esami non vengono sostenuti o non vengono superati la patente è sospesa a tempo indeterminato. Dopo aver superato l’esame, sulla patente vengono riassegnati i 20 punti iniziali.\nPer approfondimenti: Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti\n"
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1,014 | [
{
"from": "human",
"value": "Cosa sono le Commissioni mediche locali per l' accertamento dei requisiti psico-fisici per la patente di guida?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "Le Commissioni mediche locali sono strutture costituite presso le unità sanitarie di ogni capoluogo di provincia e hanno il compito di accertare i requisiti psico-fisici in caso di revisione della patente di guida oppure in occasione del rinnovo, del conseguimento o dell'estensione ad altre categorie richiesto da persone con situazioni cliniche o di età che possano far sorgere dei dubbi circa l’idoneità e la sicurezza della guida.\nPer approfondimenti: Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti \n"
}
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1,015 | [
{
"from": "human",
"value": "Con quali modalita' vengono svolti gli esami per la patente per i soggetti affetti da dislessia?"
},
{
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"value": "Sul tema e' intervenuta la Circolare Prot. Div6 98013/23.03.05 del 25/10/2007 con cui il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti dispone che i candidati al conseguimento delle patenti di guida delle categorie A e B affetti da dislessia potranno fruire dei files audio durante la prova di teoria, allegando alla documentazione di rito, oltre al certificato di uno dei sanitari di cui all'art. 119, comma 2, del Decreto Legislativo del 30 aprile 1992, n. 285 \"Nuovo Codice della Strada\" (o laddove ricorrano i presupposti, della commissione medica locale), un certificato di un medico neuropsichiatra in cui e' specificamente attestato che il candidato e' affetto da disturbo specifico di apprendimento della lettura (o dislessia) e/o scrittura (o disortografia).\n"
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1,016 | [
{
"from": "human",
"value": "Si può fare ricorso contro quanto deciso dalla Commissione medica locale per il rinnovo della patente?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti segnala che qualora il Cittadino voglia contestare l'esito della visita in Commissione medica locale, ha la possibilità di:\n"
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1,017 | [
{
"from": "human",
"value": "In materia di accertamento dei requisiti fisico-psichici per il conseguimento e/o la revisione della patente di guida i medici certificatori possono, una volta andati in pensione, continuare a svolgere tale attività?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "L'articolo 23 della Legge 29 luglio 2010, n. 120 modifica l’art. 119 del Decreto Legislativo del 30 aprile 1992, n. 285 \"Nuovo Codice della Strada\", e stabilisce che gli accertamenti all'idoneità alla guida possono essere svolti dai medici in quiescenza anche dopo aver cessato di appartenere alle amministrazioni e ai corpi ivi indicati, purche' abbiano svolto l'attivita' di accertamento negli ultimi dieci anni o abbiano fatto parte delle commissioni mediche locali - di cui al comma 4 - per almeno cinque anni.\n"
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1,018 | [
{
"from": "human",
"value": "In quali circostanze avviene la revoca della patente di guida?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "Il decreto di revoca della patente è adottato dal Prefetto quale sanzione accessoria alla violazione di alcune norme del Decreto Legislativo del 30 aprile 1992, n. 285 \"Nuovo Codice della Strada\", per: \n"
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1,019 | [
{
"from": "human",
"value": "In quali circostanze avviene la sospensione della patente di guida?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "Il decreto di sospensione della patente è adottato dal Prefetto quale sanzione accessoria alla violazione di alcune norme del Decreto Legislativo del 30 aprile 1992, n. 285 \"Nuovo Codice della Strada\", per:\n"
}
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1,020 | [
{
"from": "human",
"value": "Cosa fare se, a seguito di incidente stradale, la motorizzazione civile emette provvedimento di revisione della patente?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "La revisione della patente di guida (artt. 126 bis, 128 del Decreto Legislativo del 30 aprile 1992, n. 285 \"Nuovo Codice della Strada\") puo' essere disposta dal Dipartimento dei Trasporti Terrestri (Motorizzazione civile) o dal Prefetto qualora sorgano dubbi riguardo al possesso dei requisiti psico-fisici (per esempio in caso di guida in condizioni alterate dall'uso di sostanze stupefacenti) o dell'idoneita' tecnica alla guida previsti dalla legge. Con la Legge del 29 luglio 2010, n.120 dal 13 agosto 2010, la revisione puo', inoltre, essere disposta anche dietro segnalazione degli ospedali nei casi di coma di durata superiore a 48 ore, con esame di idoneita' alla guida da parte della ASL.\n\tDalla stessa data la revisione e' anche disposta per i conducenti coinvolti in incidenti che abbiano determinato lesioni gravi alle persone e a carico dei quali sia contestata una violazione per la quale sia prevista la sospensione della patente. Per i minorenni la revisione scatta sempre quando e' contestata una violazione che comporta la sospensione della patente.\n\tIl Dipartimento dei Trasporti Terrestri o il prefetto inviano una comunicazione al titolare della patente contenente l'invito a provvedere, entro un termine da essi stabilito, a sottoporsi a visita medica presso la commissione medica locale (accessibile presso le ASL) ad un esame di idoneita'. All'accertamento della perdita dei requisiti psico-fisici o dell'idoneita' tecnica puo' seguire la sospensione o la revoca della patente.\nLa revisione e' disposta dal Dipartimento dei Trasporti Terrestri anche quando si esaurisce il punteggio attribuito alla patente (20 punti). Se il titolare non si sottopone agli esami di idoneita' previsti dal codice entro trenta giorni dalla notifica del provvedimento, la patente di guida viene ritirata dalla polizia stradale e sospesa a tempo indeterminato, con atto definitivo.Se il conducente intimato non si sottopone alla revisione la patente e' sospesa fin dal giorno successivo allo scadere del termine dato, senza necessita' di ulteriori avvisi o provvedimenti. La sospensione dura finche' non vengono effettuati gli accertamenti ordinati dal Dipartimento dei Trasporti Terrestri o dal Prefetto.\n\tIl provvedimento con cui viene disposta la revisione è impugnabile davanti al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti entro 30 giorni dalla data del suo ricevimento. E' ammesso anche il ricorso al TAR entro 60 giorni dalla data di notifica del provvedimento.\nPer approdondimenti: Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti - Direzione Generale del Nord Ovest\n"
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1,021 | [
{
"from": "human",
"value": "Cosa fare per rinnovare la patente?"
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"value": "La patente di guida deve essere rinnovata a scadenze diverse a seconda della categoria di patente posseduta e dell’età del conducente, come da tabella riassuntiva della durata di validità delle patenti redatta dal Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti. Eccetto i casi per i quali è richiesta la visita in Commissione medica locale, occorre effettuare una visita medica presso una delle autorità sanitarie previste dall’art. 119 Decreto Legislativo del 30 aprile 1992, n. 285 \"Nuovo Codice della Strada\": Medico di Asl che abbia la sezione medico-legale; Ispettore medico delle Ferrovie dello Stato; Medico militare; Medico della Polizia di Stato; Medico del ruolo dei medici del Ministero della Salute; Medico del Corpo nazionale dei vigili del fuoco; Ispettore medico del Ministero del Lavoro.\nDal 9 gennaio 2014 è operativa la nuova procedura di rinnovo della patente di guida con la stampa di un nuovo documento conforme al modello comunitario, in sostituzione del vecchio \"bollino\" del rinnovo da applicare alla patente di guida. Il 3 marzo 2014, è stata emessa con Prot. 4920 dalla Direzione Generale per la Motorizzazione una circolare in materia della nuova procedura di comunicazione del rinnovo di validità della patente\".\nLa nuova modalità prevede che il medico che certifica l’idoneità al rinnovo proceda alla trasmissione telematica della comunicazione dei contenuti del certificato medico, della foto e della firma del titolare della patente stessa al CED della Motorizzazione attraverso il Portale dell'Automobilista; contestualmente, in caso di esito positivo dell’istruttoria elettronica, il medico stampa e consegna all'interessato una ricevuta valida fino al ricevimento del duplicato della patente di guida rinnovato nella validità, e comunque non oltre 60 giorni dalla data del rilascio.\nA seguire, infatti, la Motorizzazione darà corso alla stampa della nuova patente che verrà recapitata al titolare nei 7 giorni successivi alla visita medica con posta assicurata. Nel caso di mancato ricevimento della stessa entro 15 giorni dalla visita medica, il cittadino potrà contattare, al numero verde 800 979416, il servizio che fornirà tutte le informazioni riguardanti la spedizione. Il servizio è disponibile h 24 e 7 giorni su 7 con risponditore automatico, e dalle 8:30 alle 14:00 e dalle 14:30 alle 17:30 dal lunedì al venerdì per parlare con un operatore. Qualora il primo tentativo di recapito non dovesse andare a buon fine per assenza del ricevente, nei successivi 10 giorni verrà effettuato un secondo tentativo di recapito che potrà essere concordato tra il cittadino e il recapitante attraverso un contatto telefonico.\nAi fini del rinnovo l’automobilista deve esibire un’attestazione di versamento sul c.c.p n. 4028 attualmente di euro 16,00 a titolo imposta di bollo sul duplicato della patente; nonché un’attestazione di versamento a titolo di diritto di sul c.c.p. n. 9001, attualmente di euro 9,00.\n\tPer le visite effettuate sul territorio della Regione Siciliana, deve essere esibita soltanto l’attestazione dei diritti motorizzazione mentre, per assolvimento dell’imposta di bollo, si applica la disciplina già in uso su tale territorio. Rimane inoltre a carico del cittadino anche l'onere del recapito a posta assicurata da saldare al momento del recapito.\nPer informazioni: MIT\n"
}
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1,022 | [
{
"from": "human",
"value": "Ad un ex cittadino residente all'estero iscritto all'AIRE, che ha rinnovato la patente italiana presso il Consolato e a cui è stato rilasciato un foglio di rinnovo senza lo sticker che viene rilasciato in Italia, può circolare liberamente nel territorio italiano oppure può esser soggetto ad eventuali contravvenzioni o al ritiro della patente di guida?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "Il foglio di rinnovo della patente di guida rilasciato dal Consolato italiano all'estero è valido a tutti gli effetti in Italia e il cittadino può circolare liberamente fino a quando avrà la residenza all'estero, al pari di un qualsiasi cittadino italiano lavorante e residente all'estero che si trovi in Italia in vacanza e voglia circolare con un veicolo. \nUna volta riacquisita la residenza o la dimora in Italia, la patente di guida dovrà essere confermata dal competente ufficio centrale del Dipartimento per i trasporti, la navigazione ed i sistemi informativi e statistici.\n \nPer approfondimenti: MAE\n"
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1,023 | [
{
"from": "human",
"value": "Quale è la procedura per rinnovare la patente di categoria speciale?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "La patente speciale è una patente di guida che attesta l'idoneità del conducente affetto da minorazione a condurre un'autovettura modificata secondo le proprie esigenze.\nPer le patenti speciali è prevista una durata della validità di cinque anni, anche se spesso - viste le specifiche situazioni o specifica patologie invalidanti - viene indicata una validità inferiore.\nPer il rinnovo della patente di categoria speciale è necessario presentare alla Commissione Medica Locale, almeno 90 giorni prima della scadenza della patente, un certificato medico, redatto su apposito modulo e copia della patente in possesso, richiedendo un appuntamento per la visita di idoneità. \nPer approfondimenti: ACI.\n"
}
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1,024 | [
{
"from": "human",
"value": "Quali sono le nuove disposizioni per il rinnovo della patente per coloro che hanno compiuto 80 anni di età?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "Con le disposizioni contenute nel cosiddetto decreto Semplifica Italia, decreto legge del 9 febbraio 2012, n. 5, Disposizioni urgenti in materia di semplificazione e di sviluppo, sono introdotte modifiche al Decreto Legislativo del 30 aprile 1992, n. 285, Nuovo Codice della Strada.\nIn particolare l'art. 11 del suddetto decreto, in vigore dal 10 febbraio 2012, ha infatti eliminato l'obbligo di visita medica presso una Commissione medica locale, ripristinando, per i patentati più anziani, le modalità di rinnovo del documento di guida valide prima delle modifiche introdotte dalla Legge del 29 luglio 2010, n.120 ed applicate dal 15 settembre 2010, mentre resta confermata la scadenza biennale del rinnovo. Pertanto, i conducenti ultra ottantenni, per confermare la validità della patente di guida oppure del \"patentino\" per ciclomotori, dovranno effettuare, ogni due anni, l'accertamento dei requisiti psico fisici presso i consulenti sanitari abilitati previsti dall'articolo 119 del D. Lgs. 285/1992, Nuovo Codice della Strada, come, ad esempio, i medici delle sezioni di medicina legale delle Asl, gli ispettori medici delle Ferrovie dello Stato o i medici militari.\nCio' viene confermato anche dalla circolare n. 7852 del 20 marzo 2012 del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti in cui e' specificato che dal 10 febbraio 2012 non sussiste piu' stretta correlazione tra il compimento dell'ottantesimo anno di eta' del conducente ed il rinnovo di validita' previa visita specialistica presso una commisione medica locale, al cui competenza ricorre - cosi' come per i conducenti di qualsiasi eta' - solo nelle ipotesi di cui akll'articolo 119 comma 4... \nPer approfondimenti: Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti\n"
}
] |
1,025 | [
{
"from": "human",
"value": "A seguito di istanza per rinunciare alla patente di guida, cosa fare per riaverla? Bisogna conseguirla nuovamente?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "In caso di volontaria rinuncia alla titolarità della patente di guida interviene la revoca. Poiché la revoca è un provvedimento definitivo è necessario conseguire nuovamente la patente di guida. \nPer tale fattispecie si fa riferimento alla circolare n. 72/96 Prot. n. 1503/4630 del 23 maggio 1996 del Ministero dei Trasporti.\n \n"
}
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1,026 | [
{
"from": "human",
"value": "A seguito della denuncia agli organi di polizia dello smarrimento della patente di guida, quest'ultima è stata ritrovata subito dopo, cosa fare?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "Ai sensi dell'art. 2 del Decreto del Presidente della Repubblica del 9 marzo 2000, n. 104 il titolare che, successivamente alla denuncia agli organi di polizia, rientrasse in possesso della patente di guida deve provvedere alla sua distruzione, poichè la patente identificata nella denuncia non è più valida.\nPer informazioni: Polizia di Stato\n"
}
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1,027 | [
{
"from": "human",
"value": "Cosa fare quando avviene la sospensione della patente di guida per lesioni personali colpose a seguito di un incidente stradale?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "La patente di guida è sottoposta a sospensione quando, da una violazione delle norme del Codice della Strada, a seguito di incidente stradale, derivino lesioni alle persone (art. 223 - Ritiro della patente di guida in conseguenza di ipotesi di reato del Decreto Legislativo del 30 aprile 1992, n. 285 \"Nuovo Codice della Strada\").\n\tIl Prefetto del luogo della commessa violazione, ricevuti gli atti, dispone, ove sussistano fondati elementi\n\tdi un'evidente responsabilita', la sospensione provvisoria della validita' della patente di guida.\nAvverso il provvedimento di sospensione della patente e' ammessa opposizione.\n"
}
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1,028 | [
{
"from": "human",
"value": "Cosa fare quando è stata sospesa la patente di guida per violazione alle norme di comportamento?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "La violazione di alcune norme del Codice della Strada (C.d.S.) comporta, come sanzione accessoria, la sospensione del documento di guida.\n"
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1,029 | [
{
"from": "human",
"value": "Quali sono le infrazioni alla guida che \"costano\" in termini di perdita di punti?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "ll punteggio di ciascun conducente subisce riduzioni ad ogni comunicazione relativa alle violazioni che prevedono decurtazione di punteggio (tabella di penalità) e questo è indicato nel verbale di contestazione. Quando la decurtazione viene annotata nell'archivio nazionale degli abilitati alla guida, l'utente riceve al proprio domicilio una comunicazione.\nIl meccanismo della decurtazione dei punti è previsto per i seguenti titoli di guida:\n"
}
] |
1,030 | [
{
"from": "human",
"value": "Cosa bisogna fare per conseguire la patente nautica?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "L'età minima prevista dalla legge per comandare (da soli) un'unità da diporto è la seguente:\n"
}
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1,031 | [
{
"from": "human",
"value": "A chi rivolgersi per registrare il cambio di residenza sulla patente nautica?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "Nel sito web delle Capitanerie di porto e' disponibile il modulo da compilare e presentare, direttamente o con raccomandata, all'ufficio che ha provveduto al rilascio della patente nautica.\nL'ufficio, previa annotazione della variazione nel registro delle patenti, provvede ad aggiornare a vista il documento, ovvero ad inviare un talloncino adesivo da applicare sul medesimo documento.\n"
}
] |
1,032 | [
{
"from": "human",
"value": "Cosa cambia per le patenti dopo il 18 gennaio 2013?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "Dal 19 gennaio 2013 è applicabile la nuova disciplina in materia di patenti di guida, le cui disposizioni sono introdotte dal Decreto Legislativo 18 aprile 2011, n. 59 Attuazione delle direttive 2006/126/CE e 2009/113/CE concernenti la patente di guida e dal Decreto legislativo recante Disposizioni modificative e correttive del D. Lgs. 59/2011 e del Decreto Legislativo 21 novembre 2005, n. 286, nonché attuazione della direttiva 2011/94/UE.\nTali disposizioni introducono una nuova disciplina relativa ai requisiti anagrafici per la guida dei veicoli ed alle categorie di patenti (nuovi art. 115 e 116 del Decreto Legislativo del 30 aprile 1992, n. 285 \"Nuovo Codice della Strada\").\nL'art. 25 comma 1 del D. Lgs. 59/2011 fa salvi i diritti acquisiti dai titolari di patenti, nonché di Certificato di idoneità alla guida CIGC, rilasciati entro il 18 gennaio 2013.\nUna sintesi sulla disciplina applicabile relativa alle nuove 15 categorie di patenti e' illustrata in una sezione dedicata sul sito web Il portale dell'Automobilista e su ACI\n"
}
] |
1,033 | [
{
"from": "human",
"value": "Cos'è il patto di stabilità interno e dove è possibile trovare informazioni a proposito?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "Il Patto di Stabilità Interno (PSI) nasce dall'esigenza di convergenza delle economie degli Stati membri della UE verso specifici parametri, comuni a tutti, e condivisi a livello europeo in seno al Patto di stabilità e crescita e specificamente nel trattato di Maastricht.\n\tL'indebitamento netto della Pubblica Amministrazione costituisce il parametro principale da controllare, ai fini del rispetto dei criteri di convergenza e la causa di formazione dello stock di debito.\n\tL'indebitamento netto è definito come il saldo fra entrate e spese finali, al netto delle operazioni finanziarie (riscossione e concessioni crediti, partecipazioni e conferimenti, anticipazioni), desunte dal conto economico della P.A., preparato dall'ISTAT.\n\tUn obiettivo primario delle regole fiscali che costituiscono il Patto di stabilità interno è proprio il controllo dell'indebitamento netto degli enti territoriali (regioni e enti locali).\n\tNel corso degli anni, ciascuno dei Paesi membri della UE ha implementato internamente il Patto di Stabilità e Crescita seguendo criteri e regole proprie, in accordo con la normativa interna inerente la gestione delle relazioni fiscali fra i vari livelli di governo.\n\tDal 1999 ad oggi l'Italia ha formulato il proprio Patto di stabilità interno esprimendo gli obiettivi programmatici per gli enti territoriali ed i corrispondenti risultati ogni anno in modi differenti, alternando principalmente diverse configurazioni di saldi finanziari a misure sulla spesa per poi tornare agli stessi saldi.\n\tLa definizione delle regole del patto di stabilità interno avviene durante la predisposizione ed approvazione della manovra di finanza pubblica; momento in cui si analizzano le previsioni sull'andamento della finanza pubblica e si decide l'entità delle misure correttive da porre in atto per l'anno successivo e la tipologia delle stesse.\n\tPer approfondimenti: Ragioneria Generale dello Stato - Ministero dell'Economia e delle Finanze - Patto di Stabilità Interno\n"
}
] |
1,034 | [
{
"from": "human",
"value": "Come può una PA dotarsi di una casella di Posta Elettronica Certificata?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "La PA, così come il cittadino, può dotarsi di una propria casella di PEC in due modalità differenti.\n\tLa prima acquistandola sul mercato da gestori privati, accreditati presso l’Agenzia per l’Italia Digitale e inseriti in un apposito elenco consultabile on-line sul sito della stessa Agenzia. La PEC acquistata sul mercato consente di dialogare con qualsiasi soggetto dotato di analogo strumento sia esso cittadino, impresa o altre PA.\nLa seconda modalità, a titolo gratuito, è rappresentata dall'adesione al progetto postacertificat@ previsto dal DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 6 maggio 2009. La PEC gratuita del progetto postacertificat@ è finalizzata a stabilire, all’interno di un circuito chiuso e non interoperabile con l’esterno, un canale per il dialogo diretto e privilegiato tra cittadini e PA.\nLa normativa sulla PEC è consultabile sul sito dell'Agenzia per l’Italia Digitale\n"
}
] |
1,035 | [
{
"from": "human",
"value": " Quali sono le amministrazioni pubbliche sulle quali ricade l’obbligo di istituire la PEC?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "L’obbligo di istituire la PEC ricade sulle amministrazioni individuate dall’art. 2, comma 2, del Codice dell'amministrazione digitale, DECRETO LEGISLATIVO 7 marzo 2005, n. 82.\nAlla luce di questa norma devono istituire e pubblicare (sul proprio sito istituzionle e sull'Indice degli indirizzi della pubblica amministrazione e dei gestori di pubblici servizi) tutte le Amministrazioni dello Stato di cui all’articolo 1, comma 2, del DECRETO LEGISLATIVO 30 marzo 2001, n. 165, ivi compresi gli istituti e scuole di ogni ordine e grado e le istituzioni educative, le aziende ed amministrazioni dello Stato ad ordinamento autonomo, le Regioni, le Province, i Comuni, le Comunità montane e loro consorzi e associazioni, le istituzioni universitarie, gli Istituti autonomi case popolari, le Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura e loro associazioni, tutti gli enti pubblici non economici nazionali, regionali e locali, le amministrazioni, le aziende e gli enti del Servizio sanitario nazionale, l'Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (ARAN) e le Agenzie di cui al DECRETO LEGISLATIVO 30 luglio 1999, n. 300, nonché alle società, interamente partecipate da enti pubblici o con prevalente capitale pubblico inserite nel conto economico consolidato della pubblica amministrazione, come individuate dall’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) ai sensi dell’articolo 1, comma 5, della LEGGE 30 dicembre 2004, n. 311.\n"
}
] |
1,036 | [
{
"from": "human",
"value": "Cosa comporta l'accettazione delle condizioni contrattuali del servizio di PEC gratuita del progetto PostaCertificat@?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "Secondo quanto recita l'art. 3 comma 4 del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 6 maggio 2009, il cittadino accetta di essere contattato da qualsiasi amministrazione pubblica direttamente mediante questo canale e in qualsiasi momento. Allo stesso modo ogni cittadino potrà accedere ad un indirizzario contenente le PEC delle PPAA e contattarle velocemente.\n"
}
] |
1,037 | [
{
"from": "human",
"value": "E’ possibile annullare una richiesta di attivazione di PEC gratuita?"
},
{
"from": "gpt",
"value": " \nL'utente che ha effettuato la richiesta di attivazione del servizio PostaCertificat@ ma non si è ancora recato ad un Ufficio Postale abilitato per completarla, può annullare la propria richiesta di attivazione, direttamente dalla home page privata del portale, selezionando il link \"Stato Registrazione\" presente nel box di benvenuto. Con l'annullamento viene disattivata la User ID necessaria per l'accesso al portale e il codice fiscale utilizzato in precedenza potrà essere utilizzato per una nuova registrazione.\nNel caso in cui, invece, il cittadino abbia già attivato la casella PEC presso gli Uffici postali abilitati è necessario seguire una diversa procedura indicata nella sezione Recesso dal servizio.\n"
}
] |
1,038 | [
{
"from": "human",
"value": "Un cittadino italiano all’estero può attivare una casella PEC gratuita del progetto Postacertificat@?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "Il servizio è offerto a titolo gratuito e si rivolge a tutti i cittadini italiani maggiorenni che ne facciano richiesta, anche se residenti all’estero. I residenti all’estero possono farne richiesta completando la procedura di registrazione on line ed affidando la fase successiva ad una persona munita di apposita delega con firma del delegante autenticata ai sensi e per gli effetti di cui all’art. 2703 del Codice Civile. Secondo le previsioni di questa norma l’autenticazione consiste nell’attestazione da parte del pubblico ufficiale che la sottoscrizione è stata apposta in sua presenza. In questo caso il cittadino può recarsi presso la struttura consolare italiana in cui il richiedente è residente. Maggiori dettagli sono disponibili nella guida utente del Progetto Postacertificat@.\n"
}
] |
1,039 | [
{
"from": "human",
"value": "Posso cambiare la mia password e fare altre personalizzazioni una volta ottenuta la PEC gratuita?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "Al primo accesso al servizio potranno essere completate le eventuali procedure di configurazione dei servizi, eventuali personalizzazioni (come anche il cambio password) e l’esecuzione di specifiche procedure di attivazione dei servizi accessori dove previste (es. notifiche multicanale, firma digitale, ecc.). Maggiori informazioni sono contenute nella sezione della guida utente \"Come modificare i propri dati\". \n"
}
] |
1,040 | [
{
"from": "human",
"value": "Cosa succede se, in fase di richiesta di attivazione di una PECgratuita postacertificat@, si presenta un caso di omonimia?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "Per ogni casella attivata vengono indicate le seguenti coordinate del richiedente: nome.cognome@postacertificata.gov.it; in caso di omonimia vengono attribuiti codici numerici che ne distinguono la titolarità.\nPer approfondimenti: PostaCertificat@\n"
}
] |
1,041 | [
{
"from": "human",
"value": "Come si effettua la registrazione on-line per richiedere la PEC gratuita del Progetto Postacertificat@?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "Per richiedere l’attivazione del servizio PostaCertificat@ occorre collegarsi al sito www.postacertificata.gov.it, cliccare su “RICHIEDILA ORA” (al centro della homepage) e compilare il form on-line seguendo i passi operativi indicati dalla procedura interattiva guidata che consente di inserire la richiesta in maniera semplice e veloce.\nIl sistema richiede l'inserimento dei dati anagrafici, la verifica della correttezza dei dati inseriti, la selezione dei servizi opzionali e/o accessori, la scelta della password e l'accettazione delle condizioni contrattuali del servizio. \n"
}
] |
1,042 | [
{
"from": "human",
"value": "Un cittadino che attiva la PEC gratuita del progetto PostaCertificat@ può inviare una PEC ad un soggetto privato?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "No. La PEC gratutita postacertificat@ rientra nell'ambito del progetto di \"Comunicazione elettronica certificata tra PA e cittadino\" (CEC-PAC) previsto dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 6 maggio 2009. L’ambito di utilizzo della PEC gratuita è pertanto circoscritto ai rapporti tra il cittadino e le amministrazioni pubbliche iscritte nell'Indice degli indirizzi della pubblica amministrazione e dei gestori di pubblici servizi. Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito dell'Agenzia per l'Italia Digitale.\n"
}
] |
1,043 | [
{
"from": "human",
"value": "Non posso recarmi personalmente all'Ufficio postale per il perfezionamento della richiesta della PEC gratuita Postacertificat@. Posso delegare un’altra persona?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "Si, la richiesta di attivazione del servizio della PEC gratuita presso gli Uffici postali abilitati può essere fatta personalmente dall’interessato, o da persona munita di apposita delega con firma del delegante, autenticata (dal notaio o da altro pubblico ufficiale a ciò autorizzato) ai sensi e per gli effetti di cui all’art. 2703 del Codice Civile. Maggiori informazioni sono disponibili nella sezione della guida utente \"come attivare la casella di Postacertificat@\" sul sito Postacertificat@.\n"
}
] |
1,044 | [
{
"from": "human",
"value": "Un cittadino può attivare la PEC gratuita del Progetto Postacertificat@ presso tutti gli Uffici postali?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "No. Non tutti gli uffici postali italiani sono abilitati al servizio di attivazione delle caselle di PEC. Quelli abilitati sono circa 6100. Nella home page del sito PostaCertificat@ è possibile effettuare una ricerca degli uffici postali, inserendo il CAP nel box in alto a destra.\n"
}
] |
1,045 | [
{
"from": "human",
"value": "Terminata la procedura di registrazione on-line cosa devo fare per completare la richiesta della pec gratuita Postacertificat@? Quali documenti occorre presentare?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "Una volta effettuata la registrazione sul portale PostaCertificat@ il cittadino deve recarsi presso uno degli Uffici postali abilitati per l’identificazione personale. L'utente potrà recarsi presso tali uffici a partire dalle 24 ore successive e comunque entro 3 mesi dalla registrazione. Gli addetti postali richiederanno un documento di riconoscimento in corso di validità e il codice fiscale e verificheranno la correttezza dei dati immessi, forniranno comunicazioni delle condizioni d'uso, firma del contratto e dell’informativa per la definitiva registrazione al sistema. Ulteriori informazioni sono disponibili nella guida utente alla sezione dedicata in cui sono specificati anche i documenti considerati validi ai fini del riconoscimento.\n"
}
] |
1,046 | [
{
"from": "human",
"value": "Sono un cittadino, ho concluso la procedura di richiesta per la PEC Postacertificat@, entro quanto tempo sarà attiva la casella di posta?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "La casella di postacertificat@ viene attivata nelle 24 ore successive alla fase di perfezionamento della richiesta presso gli uffici postali abilitati.\nMaggiori informazioni, su tempistiche e procedure sono disponibili sul portale del Progetto Postacertificat@.\n \n \n"
}
] |
1,047 | [
{
"from": "human",
"value": "In che modo il cittadino può attivare la PEC gratuita del Progetto Postacertificat@?\n\n\t "
},
{
"from": "gpt",
"value": "Il cittadino può attivare il proprio account gratuito di postacertificat@ seguendo le modalità di richiesta che prevedono due momenti fondamentali: la registrazione sul sito dedicato www.postacertificata.gov.it ed il successivo perfezionamento della richiesta presso gli Uffici postali abilitati. Nella home page del sito è possibile effettuare una ricerca degli Uffici postali nell'apposito box indicando il CAP.\n"
}
] |
1,048 | [
{
"from": "human",
"value": "Se un cittadino sbaglia l'inserimento dei dati durante la fase di registrazione on-line per richiedere la PEC gratuita Postacertificat@ può modificarli?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "Si. Dopo la conferma dei dati immessi, il cittadino potrà richiedere la modifica dei propri dati secondo la procedura ‘Modifica Dati’. E’ importante prestare la massima attenzione nella compilazione dei dati, in quanto, non essendo poi modificabili dall’operatore dell’Ufficio Postale, eventuali errori di compilazione compromettono l’attivazione del servizio da parte degli Uffici Postali abilitati.\nUlteriori informazioni sono disponibili nella guida utente del sito PostaCertificat@.\n \n"
}
] |
1,049 | [
{
"from": "human",
"value": "Il cittadino come può modificare i suoi dati una volta attivata la propria casella di Postacertificat@?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "Il Cittadino potrà procedere alla modifica dei propri dati direttamente dalla sua home page privata cliccando su \"I Tuoi Dati\". Sarà visualizzato il box contenente tutti i dati inseriti in fase di registrazione e saranno editabili i dati che ciascun utente desidera aggiornare. Mediante la \"Conferma\" delle modifiche apportate, verranno aggiornati i dati della propria scheda.\n"
}
] |
1,050 | [
{
"from": "human",
"value": "Il cittadino che ha attivato la PEC Postacertificat@ può chiedere la revoca della sua casella in qualsiasi momento?\n "
},
{
"from": "gpt",
"value": "Per recedere dal servizio, il Cittadino, dopo aver effettuato il Login sul portale Postacertificat@, dovrà cliccare sull'apposita funzione \"Recesso PostaCertificat@\". Il cittadino visualizzerà una schermata informativa e dovrà confermare la volontà di recedere dal servizio. È necessario che, prima di recedere dal Servizio, il cittadino provveda opportunamente al salvataggio dei messaggi di PostaCertificat@ e dei documenti presenti nel Fascicolo che non saranno più disponibili sul Portale a seguito del recesso. Le istruzioni specifiche sul salvataggio dei dati sono illustrate nella sezione dedicata al Fascicolo della Guida utente.\nUna volta effettuata la richiesta, viene avviata quindi una procedura che nel più breve tempo possibile provvede alla:\n"
}
] |
1,051 | [
{
"from": "human",
"value": "Tutti i servizi offerti dal progetto Postacertificat@ sono gratuiti?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "No. L’offerta di postacertificat@ si compone di servizi base gratuiti e servizi avanzati a pagamento.\n\tI Servizi Base (gratuiti) sono:\n"
}
] |
1,052 | [
{
"from": "human",
"value": "Cosa fare se un cittadino ha smarrito la documentazione cartacea relativa alla procedura di attivazione della PEC gratuita?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "Nella Guida Utente, sezione Come attivare la Casella Postacertificat@, punto h) è previsto che \"tutta la documentazione firmata dal Cittadino e la copia dei documenti presentati [...] viene mantenuta per un mese presso gli uffici postali abilitati\".\nPer approfondimenti: Postacertificat@\n"
}
] |
1,053 | [
{
"from": "human",
"value": "In fase di richiesta di attivazione della postacertificat@, nel caso di verifiche negative da parte del concessionario affidatario, cosa può fare un’amministrazione?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "Nel caso in cui la verifica della richiesta di adesione di una PA sulla completezza e sull'accuratezza dei dati inseriti e della documentazione dia esito negativo, l'operatore del Centro Servizi Amministrativi provvederà a contattare l'Amministratore del servizio PostaCertificat@ della PA al fine di sanare le anomalie riscontrate.\nL’amministrazione, quando riceve la comunicazione da parte del Centro Servizi Amministrativi, può rispondere mediante lo stesso canale con cui è stata contattata. Nel caso in cui, invece, sia l’Amministrazione a voler avere notizie in merito alla sua pratica può contattare il Centro Servizi Amministrativi del concessionario, così come indicato nella guida utente, inviando un fax al n. 0698688002, o inviando una mail all’indirizzo postacertificata_pa@posteitaliane.it.\n"
}
] |
1,054 | [
{
"from": "human",
"value": "Come può un libero professionista attivare una casella PEC?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "Un libero professionista può attivare una PEC seguendo le stesse procedure esistenti per un'azienda, solitamente però l'ordine a cui appartiene provvede a dotare i propri iscritti di questo strumento. I professionisti, quindi, dovrebbero, in primis, contattare l’ordine di appartenenza per verificare se esistono iniziative in questo senso. In alternativa sul sito istituzionale dell'Agenzia per l'Italia Digitale è disponibile l’elenco pubblico dei gestori autorizzati a fornire il servizio PEC, comprensivo di data di iscrizione all'elenco gestori, ragione sociale, sede e sito di riferimento. Mediante le informazioni rese disponibili dai gestori sui diversi siti sarà possibile confrontare caratteristiche, condizioni offerte e relative modalità di attivazione.\n"
}
] |
1,055 | [
{
"from": "human",
"value": "Gli iscritti negli albi dei praticanti delle professioni regolamentate (es. praticanti avvocati non abilitati) sono obbligati ad attivare la PEC?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "Il settimo comma dell’art. 16 del DECRETO-LEGGE 29 novembre 2008, n. 185, convertito con modificazioni dalla LEGGE 28 gennaio 2009, n. 2 stabilisce che “i professionisti iscritti in albi ed elenchi istituiti con legge dello Stato comunicano ai rispettivi ordini o collegi il proprio indirizzo di posta elettronica certificata […]”. Gli iscritti in questi albi non sono ancora abilitati all’esercizio della professione e non possono, quindi, essere considerati professionisti.\n\t \n"
}
] |
1,056 | [
{
"from": "human",
"value": "Un professionista può scegliere un gestore diverso da quello proposto dall’ordine?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "Sì, purché si tratti di un gestore tra quelli indicati nell'Elenco Pubblico dei Gestori PEC pubblicato dall'Agenzia per l'Italia Digitale.\n"
}
] |
1,057 | [
{
"from": "human",
"value": "Come può un’impresa attivare una casella PEC?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "La legge, art. 16, comma 6, del DECRETO-LEGGE 29 novembre 2008, n. 185 (come convertito con modificazioni dalla LEGGE 28 gennaio 2009, n. 2), obbliga le imprese ad istituire una PEC e comunicarla alla Camera di commercio competente. L’indirizzo PEC comunicato rappresenta il canale privilegiato di comunicazione tra l’impresa e la PA e costituisce, quindi, uno strumento di carattere professionale. Conseguentemente le imprese non possono utilizzare la posta gratuita del circuito postacertificat@ (destinata al dialogo cittadino-PA) ma devono acquistare la propria casella PEC da uno dei gestori accreditati presso l’Agenzia per l’Italia Digitale (AGID) ed inseriti nell’elenco pubblico dei gestori autorizzati a fornire il servizio PEC.\n"
}
] |
1,058 | [
{
"from": "human",
"value": "Esiste un obbligo di attivazione della PEC per le imprese?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "Si. Attualmente le imprese (individuali o in forma societaria) iscritte al Registro delle imprese, o all’Albo delle imprese artigiane, hanno l’obbligo di istituire una PEC e comunicarla all’ufficio competente. La previsione di quest’obbligo ha seguito un diverso percorso normativo per le società e le imprese individuali.\nRiguardo alle imprese costituite in forma societaria, l’obbligo di attivazione della PEC (e della successiva comunicazione al registro delle imprese) è stato istituito dall’art. 16, comma 6, del DECRETO-LEGGE 29 novembre 2008, n. 185 (come convertito con modificazioni dalla LEGGE 28 gennaio 2009, n. 2). Sul punto la Circolare del 3 Novembre 2011, n. 3645/C del Ministero dello Sviluppo Economico ha chiarito che l’obbligo di comunicazione ricade su: società di capitali e di persone, società semplici, società cooperative, società in liquidazione, società estere che hanno in Italia una o più sedi secondarie.\nPer le imprese individuali iscritte al Registro delle imprese, o all’Albo delle imprese artigiane l’obbligo di indicare un proprio indirizzo PEC è stato previsto dall’art. 5 del Decreto Legge 19 Ottobre 2012, n. 179 convertito, con modificazioni, dalla Legge 17 dicembre 2012, n. 221 (il c.d. Decreto Crescita 2.0) che ha esteso anche alle imprese individuali che si iscrivono al Registro delle imprese, o all’Albo delle imprese artigiane, l’obbligo di indicare un proprio indirizzo PEC. In particolare, le imprese che si iscrivono al registro delle imprese successivamente alla data di entrata in vigore della legge di conversione (19/12/2012) devono indicare l’indirizzo PEC nella domanda di iscrizione. La stessa norma ha previsto che le imprese individuali già iscritte al registro delle imprese alla data del 19 dicembre 2012 e non soggette a procedura concorsuale dopositassero, presso l’ufficio del registro delle imprese competente, il proprio indirizzo di posta elettronica certificata entro il 30 giugno 2013.\n"
}
] |
1,059 | [
{
"from": "human",
"value": "Quali sono i costi di un servizio PEC offerto dai gestori che operano sul mercato?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "I costi possono variare in base ai gestori e ai servizi aggiuntivi offerti. In ogni caso si tratta di somme contenute nell’ordine di poche decine di euro all'anno. Sul portale dell'Agenzia per l'Italia Digitale è disponibile l'elenco pubblico del gestori con relativi link alle loro home page dove è possibile conoscere e confrontare le diverse proposte.\nPer ulteriori informazioni relative alla disciplina delle modalità di utilizzo della Posta Elettronica Certificata non solo nei rapporti con la PA, ma anche tra privati cittadini consulta il DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 11 febbraio 2005, n. 68 .\n\t \n"
}
] |
1,060 | [
{
"from": "human",
"value": "Nel caso di perdita accidentale delle ricevute di consegna del messaggio inviato tramite PEC è possibile richiedere un duplicato al gestore?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "No, ma è comunque possibile recuperare traccia delle transazioni avvenute. Il gestore, infatti, è obbligato a conservare su supporto ottico, per un periodo minimo di 30 mesi, i log dei messaggi, ossia il registro informatico delle operazioni relative alle trasmissioni effettuate mediante posta elettronica certificata ove sono tracciati tutti gli eventi legati al singolo invio (codice identificativo del messaggio originale, mittente, destinatario, data e ora dell'invio, oggetto del messaggio, ecc.). Il gestore, quindi, non conserva i messaggi ma solo le informazioni relative allo scambio di mail. Rivolgendosi al gestore entro questo periodo (o entro il periodo più lungo eventualmente previsto dai singoli contratti) si può richiedere l’estrazione delle informazione contenute nei log, cosi come si evince dall’art. 11 del DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 11 febbraio 2005, n. 68.\n\tSul portale dell'Agenzia per l'Italia Digitale è disponibile l’elenco pubblico dei gestori di posta elettronica certificata\n"
}
] |
1,061 | [
{
"from": "human",
"value": "La PEC può essere utilizzata in tutti i casi in cui le norme richiedono l'invio per mezzo di raccomandata o esistono eccezioni?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "L’equiparazione tra la posta elettronica certificata e la notifica a mezzo posta è espressamente prevista dall’art. 48, comma 2, del Codice dell'amministrazione digitale DECRETO LEGISLATIVO 7 marzo 2005, n. 82, salvo che la legge disponga diversamente.\nLa normativa sulla PEC è consultabile sul sito dell'Agenzia per l'Italia Digitale\n \n \n"
}
] |
1,062 | [
{
"from": "human",
"value": "Occorre firmare un documento inviato ad un'amministrazione pubblica tramite la PEC?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "L'articolo 65 del Codice dell'amministrazione digitale, DECRETO LEGISLATIVO 7 marzo 2005, n. 82, nella sua nuova versione, riconosce la validità di tutte le istanze e dichiarazioni individuate dal DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 28 dicembre 2000, n. 445, art. 38 commi 1 e 3, inviate a mezzo PEC, quando la richiesta sia trasmessa dall’autore mediante la propria casella di postacertificat@ gratuita per il cittadino, o tramite le c.d. PEC-ID previste dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 27 settembre 2012. L’utilizzo di questi strumenti, effettuato richiedendo la ricevuta completa, sostituisce la firma elettronica avanzata nei confronti della pubblica amministrazione (art. 61 del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 22 febbraio 2013).\n"
}
] |
1,063 | [
{
"from": "human",
"value": "Esiste un elenco pubblico delle caselle di posta elettronica certificata?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "Il Decreto Legge 18 Ottobre 2012, n. 179 (noto come il Decreto Crescita 2.0), convertito, con modificazioni, dalla Legge 17 dicembre 2012, n. 221, ha ridefinito l’insieme degli indici contenenti gli indirizzi di posta certificata. Il riassetto è stato ottenuto sia determinando, in alcuni casi, una nuova configurazione degli elenchi esistenti, sia attraverso l’istituzione di nuovi indici.\n\tLa normativa vigente contempla diversi di indici degli indirizzi PEC riferiti a specifiche categorie di soggetti:\n"
}
] |
1,064 | [
{
"from": "human",
"value": "Quali sono i vantaggi della PEC rispetto all'uso di una raccomandata A/R?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "Sul piano della prova dell'invio e dell'avvenuta (o mancata) ricezione dei documenti i due strumenti si equivalgono. Conseguentemente non vi è alcuna differenza sul piano dell'opponibilità ai terzi. Emergono, invece, delle differenze marcate sotto il profilo della praticità d'uso. In particolare la PEC presenta vantaggi sotto i seguenti profili:\n"
}
] |
1,065 | [
{
"from": "human",
"value": "Quale è la normativa di riferimento per la Posta Elettronica Certificata?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "La Posta Elettronica Certificata è oggetto di diversi atti normativi, sia di tipo legislativo che regolamentare.\n\tDi seguito si riporta un elenco delle principali normative e relativi approfondimenti sul tema:\n"
}
] |
1,066 | [
{
"from": "human",
"value": "La PEC certifica la lettura del messaggio da parte del destinatario?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "No, la certificazione, analogamente alla ricevuta di ritorno per le raccomandate ordinarie, riguarda l'invio e la consegna nella casella di PEC del destinatario del messaggio inviato. Anche in questo caso, infatti, si fa ricorso alla presunzione di conoscenza di cui all'art. 1335 del Codice Civile il quale stabilisce che “La proposta, l'accettazione, la loro revoca e ogni altra dichiarazione diretta a una determinata persona si reputano conosciute nel momento in cui giungono all'indirizzo del destinatario, se questi non prova di essere stato, senza sua colpa, nell'impossibilità di averne notizia”.\n\t \n"
}
] |
1,067 | [
{
"from": "human",
"value": "Entro quale termine i professionisti devono attivare una casella di posta certificata?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "Il termine ultimo per l’attivazione è stato fissato al 29/11/2009. Recita, infatti, il settimo comma dell'art. 16, del DECRETO-LEGGE 29 novembre 2008, n. 185, convertito con modificazioni dalla LEGGE 28 gennaio 2009, n. 2 \"I professionisti iscritti in albi ed elenchi istituiti con legge dello Stato comunicano ai rispettivi ordini o collegi il proprio indirizzo di posta elettronica certificata o analogo indirizzo di posta elettronica di cui al comma 6 entro un anno dalla data di entrata in vigore del presente decreto. Gli ordini e i collegi pubblicano in un elenco riservato, consultabile in via telematica esclusivamente dalle pubbliche amministrazioni, i dati identificativi degli iscritti con il relativo indirizzo di posta elettronica certificata.”\n"
}
] |
1,068 | [
{
"from": "human",
"value": "Il destinatario di un messaggio PEC può negare di averlo ricevuto?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "No, infatti la ricevuta del gestore certifica l'avvenuta consegna del messaggio, nonché la data e l'ora della consegna stessa. Ove il messaggio sia stato effettivamente consegnato, quindi, il destinatario non può negare l’avvenuta ricezione. Per ulteriori informazioni consultare il Decreto Ministeriale n. 2 del 2005 pubblicato nella G.U. del 15 novembre 2005, n. 266 contenente le “Regole tecniche per la formazione, la trasmissione e la validazione, anche temporale, della posta elettronica certificata\" e il relativo allegato tecnico in cui sono riportati i requisiti tecnico-funzionali che devono essere rispettati dalle piattaforme utilizzate per erogare il servizio.\n\tUlteriori informazioni sulla PEC sono disponibili sul sito dell'Agenzia per l'Italia Digitale.\n\t \n"
}
] |
1,069 | [
{
"from": "human",
"value": "Si può scegliere il pediatra?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "Ogni bambino ha diritto, per legge e fin dal momento della nascita, all'assistenza sanitaria pediatrica fino al quattordicesimo anno di età e gratuitamente. Per i genitori la scelta del pediatra è libera ed in particolari casi l'assistenza può essere protratta fino ai 16 anni.\nIl pediatra svolge il suo compito in collaborazione con la famiglia ed in primo luogo attraverso visite mediche di controllo periodiche.\n"
}
] |
1,070 | [
{
"from": "human",
"value": "Come richiedere all'Inps Gestione Dipendenti Pubblici la pensione di reversibilità del coniuge?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "Il coniuge superstite deve presentare dal 1 agosto 2013 all'Inps Gestione Dipendenti Pubblici - Pensione ai superstiti una domanda online, completa di tutta la documentazione richiesta. E’ possibile l’autocertificazione, con l’esclusione delle certificazioni rilasciate dagli organismi sanitari. Al coniuge superstite spetta una quota percentuale pari al 60% dell'importo del trattamento pagato al momento della morte. Se il coniuge lavora la suddetta quota sarà ulteriormente ridotta a secondo del relativo reddito, come stabilito dalla Legge 8 agosto 1995, n. 335 (tabella F).\n"
}
] |
1,071 | [
{
"from": "human",
"value": "La pensione di reversibilità o indiretta è sempre riconosciuta al coniuge superstite nella misura del 60%?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "In alcuni casi la quota riconosciuta al coniuge superstite non risposato può subire delle decurtazioni.\nIn particolare la situazione delineata può verificarsi in concomitanza di decessi intervenuti dal 1° dicembre 2011 nei casi in cui il matrimonio con il dante causa sia stato contratto ad un’età del medesimo superiore a 70 anni, la differenza di età tra i coniugi sia superiore a 20 anni ed il matrimonio sia stato contratto per un periodo di tempo inferiore ai dieci anni (art. 18, comma 5 del Decreto Legge 6 luglio 2011, n. 98, Circolare Inps n. 84 del 14-06-2012).\nIn presenza di tali ipotesi la quota del 60% spettante al coniuge superstite, rispetto alla disciplina generale, dovrà essere ridotta del 10% in ragione di ogni anno mancante a 10 anni. Nei casi di frazione di anno la predetta riduzione percentuale è proporzionalmente rideterminata.\nLa decurtazione della pensione ai superstiti non opera comunque in presenza di figli minori, studenti o inabili che alla data del decesso dell'assicurato o del pensionato facciano parte del nucleo familiare e siano stati a suo carico.\nI destinatari della normativa richiamata sono il coniuge, il coniuge separato legalmente, l'ex coniuge divorziato titolare dell’assegno divorzile. Occorre fare attenzione ai seguenti aspetti:\n\t- il coniuge diventa automaticamente titolare del diritto di pensione;\n\t- il coniuge legalmente separato avrà diritto alla pensione solo nel caso in cui risulti titolare di assegno di mantenimento stabilito dal Tribunale;\n\t- l'ex coniuge divorziato superstite titolare dell’assegno divorzile ha diritto alla pensione se la data di inizio del rapporto assicurativo dell’assicurato o del pensionato, sia anteriore alla data della sentenza che pronuncia lo scioglimento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio e risultino perfezionati, in caso di decesso di assicurato, i requisiti di assicurazione e contribuzione stabiliti dalla legge.\nNel caso di più coniugi divorziati superstiti, in possesso dei requisiti necessari, sarà il Tribunale a stabilire le quote loro spettanti.\nAnalogamente nel caso di concorso di più coniugi divorziati con il coniuge superstite sarà ancora il Tribunale a provvedere alla ripartizione della pensione.\n"
}
] |
1,072 | [
{
"from": "human",
"value": "Cosa si intende per pensione anticipata?\n\t "
},
{
"from": "gpt",
"value": "L'articolo 24 comma 3 del Decreto Legge 6 dicembre 2011, n. 201 Disposizioni urgenti per la crescita, l'equita' e il consolidamento dei conti pubblici, cosiddetto Decreto Salva Italia, ha abolito la pensione di anzianità. Questo tipo di pensione si poteva ottenere prima di aver compiuto l'età necessaria per la pensione di vecchiaia, in quanto era subordinato solo al raggiungimento di un certo periodo minimo di anzianità contributiva.\nLa rifoma ha cancellato la possibilità di andare in pensione con le quote ed ha introdotto la pensione anticipata. Si potrà andare in pensione prima della vecchiaia solo in presenza di precisi requisiti anagrafici e contributivi. Inoltre l'anzianità contributiva è soggetta a crescere man mano, in base alla speranza di vita (tabelle di riferimento: lavoratori privati, lavoratori pubblici); sono previste penalizzazioni per chi sceglie il pensionamento anticipato prima dei 62 anni.\n\t \n"
}
] |
1,073 | [
{
"from": "human",
"value": "Cosa è cambiato con la manovra Monti per i lavoratori cosidetti precoci del 1952?\n\t "
},
{
"from": "gpt",
"value": "In base all'art. 24 comma 15 bis del Decreto Legge 6 dicembre 2011, n. 201 Disposizioni urgenti per la crescita, l'equita' e il consolidamento dei conti pubblici, cosiddetto Decreto Salva Italia, i lavoratori dipendenti del settore privato che maturano una anzianità contributiva di almeno 35 anni entro il 31 dicembre 2012 (i quali avrebbero maturato, prima dell'entrata in vigore del decreto i requisiti per la pensione entro il 31/12/2012, quota 96), possono conseguire il trattamento della pensione anticipata al compimento di un'età anagrafica non inferiore a 64 anni.\nLe lavoratrici dipendenti del settore privato possono conseguire il trattamento di vecchiaia anche con un'età non inferiore a 64 anni qualora maturino entro il 31/12/2012 un'anzianità contributiva di almeno 20 anni e alla medesima data conseguano un'età di almeno 60 anni.\n"
}
] |
1,074 | [
{
"from": "human",
"value": "Quali sono i requisiti per accedere alla pensione anticipata?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "I soggetti che maturano i requisiti per l'accesso al pensionamento a partire dal 1° gennaio 2012, possono accedere alla pensione anticipata a condizione che risulti maturata un'anzianità contributiva di 42 anni e 1 mese per gli uomini e 41 anni e 1 mese per le donne. Tali requisiti sono aumentati di un mese per l'anno 2013 e di un ulteriore mese a decorrere dal 2014, fermi restando gli incrementi della speranza di vita a decorrere dal 1° gennaio 2013.\nI requisiti prescritti a partire dal 1° gennaio 2012 per il diritto alla pensione anticipata, sia in un sistema di calcolo misto (contributivo pro-rata) sia contributivo, sono riportati nella tabella seguente.\n Anzianità contributiva\n\tAnno Uomini Donne\n\t \n\t2012 42 anni e 1 mese 41 anni e 1 mese\n\t2013 42 anni e 5 mesi 41 anni e 5 mesi\n\t2014 42 anni e 6 mesi 41 anni e 6 mesi\nSulla quota retributiva del trattamento pensionistico relativa alle anzianità contributive maturate antecedentemente al 1° gennaio 2012 è applicata una riduzione pari a 1 punto percentuale per ogni anno di anticipo nell'accesso al pensionamento rispetto all'età di 62 anni; tale riduzione è elevata a 2 punti percentuali per ogni anno ulteriore di anticipo rispetto a due anni (ovvero rispetto ai 60 anni di età). Nel caso in cui l'età al pensionamento non sia intera la riduzione percentuale è proporzionale al numero dei mesi.\nPer maggiori informazioni consultare il sito INPS\n"
}
] |
1,075 | [
{
"from": "human",
"value": "Cosa accade in caso di revoca della pensione di inabilità?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "Nel caso di revoca delle pensione di inabilità liquidata tenendo conto di tutta la contribuzione disponibile nelle gestioni interessate (art. 1, comma 240 della Legge 24 dicembre 2012, n. 228) la contribuzione che ha dato luogo alla pensione revocata, accreditata nelle singole gestioni, sarà utile ai fini del riconoscimento delle prestazioni pensionistiche previste dalle singole gestioni medesime.\n\tIn caso di cessazione del diritto alla pensione di inabilità conseguente al recupero della capacità di lavoro, è attribuito il riconoscimento della contribuzione figurativa per tutto il periodo durante il quale l'interessato ha usufruito della pensione stessa, come stabilito dall'articolo 4, comma 4, della Legge 12 giugno 1984, n. 222. La contribuzione figurativa accreditata in relazione al periodo di godimento della pensione di inabilità revocata dovrà essere accreditata nella forma pensionistica nella quale il lavoratore era iscritto al momento del verificarsi dello stato inabilitante (Circolare Inps n. 140 del 2013).\nIl riconoscimento della contribuzione figurativa è ammesso solo nel caso in cui la cessazione del diritto sia determinata dal venir meno dello stato di inabilità: resta conseguentemente escluso nel caso in cui la cessazione del diritto sia dovuta ad altra causa (Circolare Inps n. 262 del 1984).\n"
}
] |
1,076 | [
{
"from": "human",
"value": "Come viene calcolato l’importo della pensione di inabilità?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "La misura del trattamento pensionistico di inabilità si compone di due quote:\n\t- una quota riferita all’anzianità contributiva maturata dall’assicurato fino alla data di decorrenza della pensione di inabilità;\n\t- una quota costituita dalla maggiorazione convenzionale dell’importo riferito all’anzianità contributiva maturata (articolo 2, comma 3 della Legge 12 giugno 1984, n. 222) tenendo conto di tutta la contribuzione disponibile nelle gestioni assicurative (Circolare Inps n. 140 del 2013).\nIn ogni caso non può essere computata un'anzianità contributiva complessiva superiore a 40 anni.\nPer i dipendenti delle amministrazioni pubbliche iscritti alla Gestione Dipendenti Pubblici l’importo del trattamento di pensione di inabilità non può superare l’ottanta per cento della base pensionabile né l’ammontare del trattamento privilegiato spettante, ove applicabile tale tipologia di pensione, in caso di inabilità riconosciuta dipendente da causa di servizio (articolo 9, comma 4 del Decreto Ministeriale 8 maggio 1997, n. 187).\n"
}
] |
1,077 | [
{
"from": "human",
"value": "Dove va presentata la domanda per il riconoscimento della pensione di inabilità?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "La domanda di pensione di inabilità va presentata dal lavoratore all’ente gestore della forma assicurativa a cui risulta accreditata l’ultima contribuzione a suo favore; in alternativa, qualora il lavoratore risulti iscritto a più gestioni, può scegliere la gestione presso cui presentarla facendo in questo caso attenzione ad evidenziare nella stessa domanda le altri gestioni presso le quali è stato iscritto (art. 1, comma 240 della Legge 24 dicembre 2012, n. 228).\nSarà cura dell’ente che riceve la domanda contattare le altre gestioni per verificare la sussistenza dei requisiti amministrativi.\nNel caso in cui la domanda sia presentata in attività di servizio al proprio datore di lavoro da parte del dipendente di amministrazioni pubbliche iscritto alla Gestione dei Dipendenti Pubblici, essa dovrà riportare gli eventuali periodi di contribuzione versata o accreditata presso altre forme assicurative (art. 1, comma 240 della Legge 24 dicembre 2012, n. 228). \nL’Amministrazione Pubblica che riceve l’istanza di pensione, al fine di verificare i requisiti prescritti per l’avvio dell’accertamento sanitario dello stato di inabilità è tenuta a chiedere alla competente Sede Inps - Gestione Dipendenti Pubblici la certificazione degli eventuali ulteriori periodi contributivi (Circolare Inps n. 140 del 2013).\n"
}
] |
1,078 | [
{
"from": "human",
"value": "Cosa succede nel caso in cui il richiedente la pensione di inabilità sia iscritto a più forme di assicurazione obbligatoria?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "A partire dal 1° gennaio 2013 i richiedenti la pensione di inabilità che risultino iscritti a due o più forme assicurative e i dipendenti delle amministrazioni pubbliche iscritti alla Gestione dei Dipendenti Pubblici con cessazione dal servizio intervenuta in data successiva al 1° gennaio 2013 fruiscono della liquidazione della pensione di inabilità (articolo 2 della Legge 12 giugno 1984, n. 222) con riferimento a tutta la contribuzione disponibile nelle gestioni interessate (art. 1 comma 240 della Legge 24 dicembre 2012, n. 228).\nPer contribuzione disponibile si intende quella non utilizzata per la liquidazione di un trattamento pensionistico. Viceversa non sono disponibili i contributi utilizzabili per la liquidazione di supplementi di pensione.\nLe disposizioni dell'art. 1 comma 240 della Legge 24 dicembre 2012, n. 228 non si applicano nei confronti dei soggetti che, pur titolari di assegno ordinario di invalidità, hanno avuto il riconoscimento dello stato di inabilità entro il 31 dicembre 2012 mentre è prevista l'ipotesi in cui l’interessato, già titolare di assegno ordinario di invalidità, chieda il riconoscimento della pensione di inabilità a decorrere dal 1° gennaio 2013 (Circolare Inps n. 140 del 2013).\n"
}
] |
1,079 | [
{
"from": "human",
"value": "Un orfano maggiorenne, in caso di passaggio da una facoltà universitaria all'altra, ha titolo a mantenere la quota di pensione di reversibilità ?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "In questo caso l'Inps Gestione Dipendenti Pubblici, prevede che la pensione spetta anche agli studenti universitari che, dopo aver ultimato o interrotto un corso di studi, ottengano l'iscrizione ad altra facoltà ovvero ad altro corso di laurea della stessa facoltà. Questa nota operativa appare in linea con quanto previsto dalla circolare INPS n. 219 del 1991 che riconosce allo studente che cambia facoltà il diritto alla propria quota di pensione entro il limite della durata legale del corso frequentato.\n"
}
] |
1,080 | [
{
"from": "human",
"value": "Una persona maggiorenne, di stato civile libero e disoccupata può percepire la pensione di reversibilità di cui era titolare il genitore, ora defunto?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "La pensione ai superstiti spetta ai figli maggiorenni solo se studenti e comunque non oltre i 26 anni di età e che non svolgano attività lavorativa oppure inabili al lavoro di qualunque età, a carico del genitore al momento della morte.\n \n \n"
}
] |
1,081 | [
{
"from": "human",
"value": "Se si convive stabilmente e per molti anni con un/a compagno/a, in caso di decesso di uno dei due, il convivente superstite ha diritto alla reversibilità della pensione o alla pensione indiretta del defunto?\n\t "
},
{
"from": "gpt",
"value": "Giuridicamente non ci sono i presupposti per vedere riconosciuto il diritto alla pensione di reversibilità o a quella indiretta in caso di convivenza more uxorio. Infatti, come ribadito dalla decisione della Corte Costituzionale n. 86 del 2009, in caso di morte di un lavoratore o pensionato, il convivente more uxorio non avrà diritto alla pensione di reversibilità o a quella indiretta. In materia pensionistica é stato così riconfermato che \"la mancata inclusione del convivente more uxorio tra i soggetti beneficiari del trattamento pensionistico di reversibilità trova una sua non irragionevole giustificazione nella circostanza che il suddetto trattamento si collega geneticamente ad un preesistente rapporto giuridico che, nel caso considerato, manca\" (Inps: La pensione ai superstiti ; Inps Gestione Dipendenti Pubblici: La pensione ai superstiti).\n \n"
}
] |
1,082 | [
{
"from": "human",
"value": "Perchè un dipendente pubblico che ha una pensione di reversibilità non ha mai ricevuto la tredicesima di questa pensione?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "Il dipendente pubblico dello Stato effettivamente non percepisce la tredicesima della pensione di reversibilità. Infatti l'Inps Gestione Dipendenti Pubblici prende come riferimento normativo l'art. 97 del Decreto del Presidente della Repubblica 29 dicembre 1973, n. 1092 sulla sospensione della tredicesima mensilità, nel quale si afferma \"Al titolare di pensione o di assegno rinnovabile che presta opera retribuita alle dipendenze dello Stato, di amministrazioni pubbliche o di enti pubblici, anche se svolgano attività lucrativa, non competono la tredicesima mensilità e l'assegno di caroviveri per il periodo in cui ha prestato detta opera retribuita.\" La Corte costituzionale, con sentenza 18-27 maggio 1992, n. 232 (Gazz. Uff. 3 giugno 1992, n. 23 - Serie Speciale) ha dichiarato l'illegittimità dell'art. 97, primo comma, nella parte in cui non determina la misura della retribuzione, oltre la quale non compete la tredicesima mensilità. \n \n"
}
] |
1,083 | [
{
"from": "human",
"value": "Il figlio superstite maggiorenne inabile al 100% e titolare di indennità di accompagnamento che svolge attività lavorativa part-time ha diritto alla pensione di reversibilità?\n "
},
{
"from": "gpt",
"value": "La pensione indiretta o di reversibilità spetta ai figli ed equiparati che alla data del decesso del pensionato o dell’iscritto sono a carico del genitore e rientrano in una di queste condizioni:\n\t- minorenni;\n\t- studenti di scuola media superiore o professionale fino al 21esimo anno d’età, che non prestano lavoro retribuito; studenti maggiorenni iscritti a università (o istituti equiparati) per tutta la durata legale degli studi, e comunque non oltre il 26esimo anno d’età, che non prestano lavoro retribuito;\n\t- maggiorenni inabili a carico del pensionato o iscritto defunti.\nSecondo la normativa in vigore, l’inabilità corrisponde a un’assoluta impossibilità a svolgere una qualsiasi attività che produca reddito, e deve essere certificata dalle Asl, dalle Commissioni mediche di verifica o dagli Ospedali militari con une delle seguenti diciture: \"Il soggetto è assolutamente e permanentemente inabile a qualsiasi attività lavorativa\" oppure \"Il soggetto è permanentemente inabile a proficuo lavoro\".\n\t Chi può essere considerato \"a carico\"\n\tIl superstite viene considerato a carico del defunto in due casi:\n\t- se convivente, quando il suo reddito è pari o inferiore al minimo Inps per l’anno in corso maggiorato del 30%; a partire dal primo novembre 2000 tale limite è aumentato dell’importo dell’indennità di accompagnamento per i figli inabili che si trovano nelle condizioni previste dall’articolo 5 della Legge 12 giugno 1984, n. 222;\n\t- se non convivente, a seguito di un accertamento: l’ufficio verifica se il superstite era autosufficiente o meno dal punto di vista economico, e se il defunto concorreva in maniera rilevante e continuativa al suo mantenimento.\n"
}
] |
1,084 | [
{
"from": "human",
"value": "Una persona invalida all'80%, maggiorenne, potrà richiedere la reversibilità della pensione del genitore convivente?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "La risposta è negativa, un figlio maggiorenne può ottenere la pensione di reversibilità solo nel caso in cui sia stato dichiarato \"inabile a proficuo lavoro\" e nel caso specifico l'invalidità dell'80% (come anche quella del 100%) non comporta automaticamente una totale impossibilità a svolgere qualsiasi attività lavorativa.\n"
}
] |
1,085 | [
{
"from": "human",
"value": "Come viene ripartita la pensione di reversibilità tra coniuge superstite e coniuge divorziato, titolare di assegno divorzile? "
},
{
"from": "gpt",
"value": "La circolare INPS n. 132 del 27 giugno 2001 fornisce chiarimenti in ordine ai criteri per l’accertamento del diritto, ripartizione ed erogazione della quota di pensione a favore del coniuge superstite e del coniuge divorziato; di concorso di più coniugi divorziati con il coniuge superstite; e di concorso del coniuge divorziato con il coniuge superstite e con figli del pensionato o dell’assicurato.\nPer approfondimenti:\nINPS - Pensione ai superstiti\n"
}
] |
1,086 | [
{
"from": "human",
"value": "Come cambiano, dal 2012, i requisiti per ottenere la pensione di vecchiaia?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "In base all'articolo 24 commi da 6 a 11 del Decreto Legge 6 dicembre 2011, n. 201 Disposizioni urgenti per la crescita, l'equita' e il consolidamento dei conti pubblici, cosiddetto Decreto Salva Italia, dal primo gennaio 2012 si può andare in pensione di vecchiaia a 66 anni se uomini e dipendenti pubbliche avendo almeno 20 anni di contributi a condizione che l'importo della pensione sia pari almeno a 1,5 volte l'assegno minimo (rivalutato negli anni successivi sulla base del PIL).\nLe dipendenti del settore privato andranno in pensione a 62 anni. Il requisito passerà a 63 anni e sei mesi dal primo gennaio 2014 fino ad arrivare a 66 anni nel 2018.\nLe lavoratrici autonome andranno in pensione a 63 anni e mezzo dal 2012 fino ad arrivare a 66 nel 2018.\nSi prescinde dal requisito dell'importo minimo se si hanno almeno 70 anni (e un minimo di cinque anni di contributi).\nL'età minima di accesso alla pensione di vecchiaia, compresi gli adeguamenti alla speranza di vita, sale a 67 anni dal 2021 per tutte le categorie di lavoratori e lavoratrici.\n"
}
] |
1,087 | [
{
"from": "human",
"value": "Qual è il requisito anagrafico per l’accesso alla pensione di vecchiaia per non vedenti e invalidi in misura non inferiore all’80%?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "Per l’accesso alla pensione di vecchiaia per non vedenti e invalidi in misura non inferiore all’80% nulla è stato modificato in materia di età anagrafica e disciplina delle decorrenze (Circolare Inps n. 35 del 2012) per i lavoratori iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria gestita dall'Inps.\nRestano valide per i non vedenti le disposizioni contenute all’interno dell’art. 1, comma 6, del Decreto Legislativo 30 dicembre 1992, n. 503 e il disposto della Circolare Inps n. 65 del 1995: per i lavoratori non vedenti che siano tali dalla nascita o da data anteriore all'inizio dell'assicurazione o che comunque possano far valere almeno dieci anni di assicurazione e di contribuzione dopo l'insorgenza dello stato di cecità resta ferma l'età ridotta di 55 anni, per gli uomini, e di 50 anni, per le donne, per le pensioni dell'Assicurazione Generale Obbligatoria dei lavoratori dipendenti; l'età ridotta di 60 anni, per gli uomini, e di 55 anni, per le donne, per le pensioni delle gestioni dei lavoratori autonomi; per i lavoratori non vedenti che non si trovino nelle condizioni sopra indicate, i requisiti di età richiesti sono: 60 anni per gli uomini e 55 anni per le donne, per le pensioni dell'assicurazione generale obbligatoria dei lavoratori dipendenti; 65 anni per gli uomini e 60 anni per le donne, per le pensioni delle gestioni dei lavoratori autonomi.\nPer gli invalidi in misura non inferiore all'80% i limiti di età per il diritto alla pensione di vecchiaia nell'assicurazione generale obbligatoria dei lavoratori dipendenti restano confermati in 60 anni, per gli uomini, e 55 anni, per le donne (art. 1 comma 8 del Decreto Legislativo 30 dicembre 1992, n. 503; Circolare Inps n. 65 del 1995).\nIl pensionamento anticipato ai sensi del comma 8 dell'art. 1 del Decreto Legislativo 30 dicembre 1992, n. 503 non è applicabile ai lavoratori iscritti alla gestione dipendenti pubblici. Per tali lavoratori è comunque prevista la possibilità di avvalersi - dietro presentazione di apposita istanza, proposta in attività di servizio e corredata dal verbale che riconosce al dipendente l'invalidità - dei benefici previsti all'art. 80 comma 3 della Legge 23 dicembre 2000, n. 388: due mesi di contribuzione figurativa utile ai soli fini del diritto alla pensione e dell'anzianita' contributiva, beneficio riconosciuto fino al limite massimo di cinque anni di contribuzione figurativa.\n"
}
] |
1,088 | [
{
"from": "human",
"value": "La pensione estera può essere conteggiata per il calcolo dell'importo-soglia, utile per poter andare in pensione anticipata o in pensione di vecchiaia?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "Sì, l'ammontare della pensione maturata all'estero rientra nel calcolo dell'importo-soglia. Lo chiarisce l'Inps nella sua Circolare del 12 luglio 2012, n. 95.\nIn base al dettato del comma 7, dell'articolo 24 della Legge 22 dicembre 2011, n. 214 (legge di conversione del Decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201), i lavoratori che dal 1° gennaio 1996 abbiano iniziato a versare contributi, possono andare in pensione dal 1° gennaio 2012, avendone i requisiti contributivi e anagrafici, a patto che l'importo minimo della loro pensione per il 2012 non sia inferiore al cosiddetto “importo soglia” (cioè 1,5 volte l'assegno sociale in caso di pensione di vecchiaia e 2,8 volte l'assegno sociale in caso di pensione anticipata).\nIl Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha chiarito che per il calcolo dell'importo-soglia bisogna considerare anche il pro-rata estero, per non penalizzare i lavoratori che fanno uso del diritto alla libera circolazione.\n"
}
] |
1,089 | [
{
"from": "human",
"value": "Un titolare di pensione Inpdap, che da cinque anni lavora come collaboratore a progetto e per tale motivo versa contributivi presso la gestione separata INPS può ottenere benefici ai fini pensionistici dal versamento di tali contributi?.\n\t "
},
{
"from": "gpt",
"value": "In tal caso è possibile fare domanda di pensione supplementare. Questa è una pensione che va ad aggiungersi alla pensione principale e si può ottenere quando i contributi versati all'Inps non sono sufficienti per avere una pensione autonoma. La pensione supplementare spetta indipendentemente dal numero di contributi versati.\n\tE' calcolata come una normale pensione Inps, ma non può beneficiare di alcuna integrazione al minimo.\n\tSpetta anche ai familiari superstiti. La pensione supplementare spetta anche agli iscritti alla gestione separata, nel caso in cui non raggiungano i requisiti per il diritto ad una pensione autonoma o se l'ammontare della prestazione risulti inferiore all'importo dell'assegno sociale maggiorato del 20%.\n\tIl trattamento è liquidato al compimento dell'età pensionabile necessaria per la pensione di vecchiaia nel fondo dove si liquida la pensione supplementare, a coloro che, oltre a vantare una posizione assicurativa nella gestione separata, siano titolari di una pensione a carico:\n"
}
] |
1,090 | [
{
"from": "human",
"value": "Per la pensione di vecchiaia, si applicherà ancora il meccanismo cosiddetto delle \"finestre mobili\"?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "In base all'articolo 24 del Decreto Legge 6 dicembre 2011, n. 201 Disposizioni urgenti per la crescita, l'equita' e il consolidamento dei conti pubblici, cosiddetto Decreto Salva Italia, ai lavoratori che maturano i requisiti per la pensione di vecchiaia (ordinaria e anticipata) dal primo gennaio 2012 non si applica più il meccanismo delle \"finestre mobili\", in base al quale i lavoratori dipendenti potevano percepire la pensione 12 mesi dopo aver maturato i requisiti di pensionamento (18 mesi per gli autonomi). Dal 2012, pertanto, la pensione decorrerà dal mese successivo a quello di presentazione della domanda all'ente previdenziale.\n"
}
] |
1,091 | [
{
"from": "human",
"value": "Come cambia, per le donne, il requisito anagrafico per ottenere la pensione di vecchiaia?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "In base all'articolo 24 commi da 6 a 11 del Decreto Legge 6 dicembre 2011, n. 201 Disposizioni urgenti per la crescita, l'equita' e il consolidamento dei conti pubblici, cosiddetto Decreto Salva Italia, dal primo gennaio 2012 le donne del settore pubblico andranno in pensione di vecchiaia a 66 anni.\nLe dipendenti del settore privato andranno in pensione a 62 anni.\nIl requisito passerà a 63 anni e sei mesi dal primo gennaio 2014 fino ad arrivare a 66 anni nel 2018.\n\tLe lavoratrici autonome andranno in pensione a 63 anni e mezzo dal 2012 fino ad arrivare a 66 nel 2018.\n"
}
] |
1,092 | [
{
"from": "human",
"value": "Per chi è previsto il contributo di solidarietà?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "L'art. 24 comma 31-bis della Legge del 22 dicembre 2011, n.214, di conversione del Decreto Legge 6 dicembre 2011, n. 201 Disposizioni urgenti per la crescita, l'equita' e il consolidamento dei conti pubblici, cosiddetto Decreto Salva Italia, ha apportato, in materia di contributo di solidarietà (denominato \"Contributo di Perequazione\") una modifica all'articolo 18 comma 22 bis del Decreto Legge del 6 luglio 2011, n. 98 Disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria.\nIn particolare tale disposizione prevede che il contributo opera, a decorrere da agosto 2011, nella misura del 15% sui trattamenti pensionistici di importo superiore ai 200mila euro.\nPertanto dalla rata di gennaio 2012 la trattenuta viene effettuata sulle pensioni nelle seguenti percentuali:\n- 5% per la quota eccedente 90mila euro e fino a 150mila euro;\n\t- 10% per la quota eccedente i 150mila euro e fino 200mila euro;\n\t- 15% per la quota eccedente i 200mila euro.\nTale contributo è previsto fino al 31 dicembre 2014.\n"
}
] |
1,093 | [
{
"from": "human",
"value": "Un pensionato, come fa a richiedere la verifica reddituale?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "Questa attività di verifica dei redditi, chiamata operazione RED, viene svolta dall’Inps Gestione ex Inpdap ogni anno per i pensionati titolari delle seguenti prestazioni:\n"
}
] |
1,094 | [
{
"from": "human",
"value": "Che cosa si intende per periodo di comporto?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "È il periodo durante il quale vige il divieto di licenziamento del lavoratore assente per malattia o infortunio. Sono i contratti collettivi a stabilirne la natura e la durata.\n\tAd esempio nell'art. 21 del CCNL 06/07/1995 del Comparto Regioni Autonomie Locali, il dipendente non in prova, assente per malattia, ha diritto alla conservazione del posto per un periodo di diciotto mesi. Superato tale periodo al lavoratore che ne faccia richiesta può essere concesso di assentarsi per un ulteriore periodo di 18 mesi in casi particolarmente gravi.\n"
}
] |
1,095 | [
{
"from": "human",
"value": "Se in una controversia viene nominato un perito dal giudice, il relativo compenso a carico di quale delle parti in causa deve esser posto?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "In base a quanto disposto dal Decreto del Presidente della Repubblica del 30 maggio 2002, n. 115 agli articoli 49 e seguenti, la liquidazione dei compensi al perito, al consulente tecnico, all'interprete e al traduttore è fatta con decreto motivato del giudice o del pubblico ministero che lo ha nominato.\nNei procedimenti civili il decreto di liquidazione costituisce titolo provvisoriamente esecutivo, a mezzo del quale è possibile richiedere legittimamente il pagamento alla parte a carico della quale è posto il pagamento. Normalmente il pagamento è anticipato con un acconto che viene posto a carico di entrambe le parti in via solidale, talvolta a carico della parte che ha richiesto la consulenza tecnica, mentre in via definitiva il compenso, comprensivo anche dell'importo anticipato, sarà posto a carico della parte soccombente, ossia quella che non sia risultata vittoriosa.\n \n"
}
] |
1,096 | [
{
"from": "human",
"value": "Il datore di lavoro, pubblico o privato, può negare al lavoratore che ne faccia richiesta, i permessi lavorativi previsti dalla Legge 104 del1992?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "Si, il datore di lavoro, pubblico o privato, può negare la concessione dei permessi lavorativi 104 nel caso in cui non ricorrano tutti i requisiti previsti dalla normativa. \nRicevuta l'istanza di fruizione all'agevolazione da parte del dipendente interessato, il datore di lavoro deve verificare l'adeguatezza, la correttezza della documentazione e la ricorrenza dei presupposti legittimanti la concessione e, in base alle risultanze, concede o meno i permessi lavorativi previsti dall'articolo 33 della Legge n. 104 del 1992.\n\tPer maggiori informazioni:\nINPS - Circolare n. 53 del 29 aprile 2008\nINPS - Circolare n. 155 del 2010\nDipartimento Funzione Pubblica - circolare n. 13 del 6 dicembre 2010\n \n"
}
] |
1,097 | [
{
"from": "human",
"value": "E' possibile usufruire dei permessi lavorativi per assistere un disabile residente a notevole distanza rispetto alla residenza del lavoratore?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "Si, l'articolo 6 comma 1 del Decreto Legislativo 18 luglio 2011, n. 119, novellando l'articolo 33 della Legge 5 febbraio 1992, n. 104, prevede che:\" Il lavoratore che usufruisce dei permessi di cui al comma 3 per assistere persona in situazione di handicap grave, residente in un comune situato a distanza stradale superiore a 150 chilometri rispetto a quello di residenza del lavoratore, attesta con titolo di viaggio, o altra documentazione idonea, il raggiungimento del luogo di residenza dell'assistito\". \nPertanto, il lavoratore dovrà dimostrare di essersi effettivamente recato, nei giorni di fruizione del permesso, presso la residenza del disabile, mediante esibizione del titolo di viaggio o altra documentazione idonea, la cui adeguatezza verrà valutata dall'Amministrazione di riferimento.\n"
}
] |
1,098 | [
{
"from": "human",
"value": "In caso di contratto di lavoro part-time, è possibile usufruire dei permessi lavorativi ai sensi della Legge 104 del 1992?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "Si, è possibile fruire di tali permessi, facendo distinzione tra part - time di tipo verticale e di tipo orizzontale.\nNel primo caso, i permessi vengono riparametrati in base alle giornate effettivamente lavorate, secondo quanto previsto per i dipendenti pubblici dalla Circolare INPDAP n. 34 del 2000, per i dipendenti privati secondo le disposizioni della Circolare INPS n. 133 del 2000.\nNel caso di part - time orizzontale, i permessi vengono concessi nella misura dei tre giorni mensili. \n"
}
] |
1,099 | [
{
"from": "human",
"value": "Quali incombenze gravano sul lavoratore dipendente che assiste una persona disabile in situazione di gravità che risiede in altro comune?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "Il comma 3-bis dell'art. 33 della Legge 5 febbraio 1992, n. 104 - introdotto dal Decreto Legislativo 18 luglio 2011, n. 119 - ha previsto l’obbligo per il dipendente, che usufruisce dei permessi per assistere un familiare residente in un comune situato a distanza superiore a 150 Km rispetto a quello di residenza del lavoratore, di attestare con titolo di viaggio o altra documentazione idonea, il raggiungimento del luogo di residenza dell’assistito.\n"
}
] |
1,100 | [
{
"from": "human",
"value": "Chi può fruire dei permessi lavorativi per assistere un familiare con handicap grave?"
},
{
"from": "gpt",
"value": "Ai sensi della Legge 104 del 1992 possono godere dei permessi mensili:\n\t1. il coniuge;\n\t2. il parente o affine entro il secondo grado.\nI parenti ed affini di terzo grado possono fruire dei permessi lavorativi solo ad una delle seguenti condizioni:\n\ta) quando i genitori o il coniuge della persona con handicap siano deceduti o mancanti;\n\tb) quando i genitori o il coniuge della persona con handicap abbiano compiuto i 65 anni oppure siano affetti da patologie invalidanti.\n \n"
}
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